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La moglie: “Il 13 giugno Julian presenterà nuova richiesta per essere udito davanti all'Alta Corte”

 “Un giudice dell'Alta Corte del Regno Unito ha respinto tutti e otto i motivi dell'appello dell'editore australiano Julian Assange contro l'ordine di estradizione negli Stati Uniti firmato dall'allora Ministra degli Interni britannica Priti Patel nel giugno 2022. L'appello di Assange è stato deciso da un giudice unico (tribunale monocratico, ndr), il giudice Swift, che martedì ha emesso una decisione di tre pagine”. È quanto si legge nel sito della Campagna per la liberazione di Assange, il quale questa mattina ha diffuso un comunicato stampa in cui John Shipton, padre del fondatore di Wikileaks, esprime la sua "profonda inquietudine e allarme" per la decisione dei giudici britannici. La moglie di Assange, Stella, invece, non demorde e si è detta comunque ottimista.
Julian Assange ha contribuito a diffondere documenti riservati su crimini di guerra commessi dalle forze americane in Iraq e Afghanistan, e tanto altro. Su di lui pendono 17 capi d’accusa, per un totale di 175 anni di prigione circa, per aver rivelato - tra le altre cose -, i crimini contro l’umanità commessi dall’Occidente in Afghanistan e in Iraq durante le cosiddette “guerre al terrore” “made in Usa”.


dont extradite assange twitt

“Secondo quanto affermato nel ricorso formulato da Assange: la ministra Patel avrebbe commesso un errore procedurale nel decidere di approvare un ordine di estradizione che violi il criterio di specificazione [secondo il quale non è consentito estradare un individuo per un reato non specificato nella richiesta di estradizione] e perché la richiesta stessa è in violazione dell'articolo 4 del Trattato di estradizione USA-UK - si legge -. Inoltre, secondo il ricorso: Julian Assange, (se estradato, ndr) verrà sottoposto a processo e punito per le sue opinioni politiche (in violazione dell’art. 81(a) della Legge sull'estradizione); verrà sottoposto a processo in palese spregio della sua libertà di espressione che invece andrebbe tutelata (vedi gli artt. 1 e 14 della Costituzione Statunitense, ndr), come prescritto nel art.10 (del trattato di estradizione, ndr)”. Infine, si legge nel comunicato, “la richiesta stessa viola il Trattato di estradizione tra gli Stati Uniti e il Regno Unito e il diritto internazionale in quanto incentrata su reati di natura politica”. In tutto ciò il governo statunitense “ha travisato i fatti principali del caso davanti ai tribunali britannici” e la richiesta di estradizione “e tutto ciò che essa ha comportato costituiscono una procedura abusiva”. Ora la palla è tornata in mano alla squadra di legali di Assange che hanno tempo “fino a martedì prossimo (13 giugno, ndr) per presentare un appello di 20 pagine massime a una giuria di due giudici, che convocherà un'udienza aperta al pubblico”.


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24 aprile 2022, Bruxelles. Il cofondatore di Wikileaks e avvocato di Julian Assange, Joseph Farrell, insieme alla moglie dell'editore australiano, Stella Moris


A chiusura del comunicato, la assangecampaign.org riporta alcune dichiarazioni di John Shipton e di Stella Assange. "Julian presenterà ora un appello per essere udito davanti a due giudici dell'Alta Corte. Le ragioni per chiedere questa udienza sono chiare, solide e giuste - ha detto il padre dell’editore australiano -. La famiglia di Julian rimane inorridita davanti agli ultimi sviluppi e, insieme a tutte le persone oneste nel mondo intero, assiste a quanto sta avvenendo con profonda inquietudine e allarme”. "Martedì prossimo, mio marito Julian Assange presenterà una nuova richiesta per essere udito davanti all'Alta Corte”, ha detto Stella. Se la richiesta venisse accettata Assange “avrà un'udienza pubblica davanti a due nuovi giudici dell'Alta Corte. Rimaniamo fiduciosi di avere la meglio e che Julian non sarà estradato negli Stati Uniti, dove dovrà affrontare accuse che potrebbero portarlo a trascorrere il resto della sua vita in un carcere di massima sicurezza per aver pubblicato informazioni veritiere, che hanno rivelato crimini di guerra commessi dal governo degli Stati Uniti".
Questa notizia ha innalzato l'attenzione nei confronti di Assange. Di particolare rilievo - soprattutto dopo il respingimento dell'appello del fondatore di Wikileaks - è l'iniziativa promossa dalla "Don't Extradite Assange" che assieme all'artista e scultore Davide Dormino il prossimo 24 giugno porterà la sua opera "Anything to say?" in Parliament Square dalle 13:00. Si tratta di una scultura in bronzo a grandezza naturale, raffigurante tre figure ciascuna in piedi su una sedia. La quarta sedia è vuota "perché è la nostra sedia" si legge nel comunicato. "Quello su cui alzarci per esprimerci o semplicemente stare accanto a Edward Snowden, Julian Assange e Chelsea Manning, che hanno avuto il coraggio di dire no all'intrusione della sorveglianza globale e alle bugie che portano alla guerra".


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Foto © Pietro Calligaris

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