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A Mezz'ora in più - programma condotto da Lucia Annunziata - Pietro Grasso, già procuratore nazionale antimafia e presidente del Senato, ha espresso solidarietà per i fatti accaduti presso l'Albero Falcone a Palermo il 23 maggio scorso in cui studenti, giovani, cittadini e militanti di diverse realtà sono stati caricati dalla polizia.
"Durante la commemorazione davanti l'Albero di Falcone sono successi dei fatti che mi hanno turbato, perché a nessuno si può impedire di arrivare sotto l'Albero di Falcone; c'erano degli studenti che io avevo incontrato il giorno prima all'università di Palermo in seminari che sto facendo. Questi studenti sono stati bloccati e rallentati. Io volevo far sentire tutta la mia solidarietà perché Falcone non può dividere, deve unire" anche chi "ha da esprimere delle manifestazioni di dissociazione rispetto a certe persone", ha detto.
"Io su quel palco non potevo mancare perché sono trent'anni che ci vado", ha aggiunto.
Questo episodio ci dice "che non bisogna impedire di manifestare nel nostro Paese anche il dissenso. Quindi solidarietà non solo agli agenti che sono stati feriti ma anche ai ragazzi che hanno cercato di arrivare sin sotto quell'Albero".
Le parole di Grasso sono arrivate dopo il sollecito di numerose voci, tra cui la lettera dell’attivista Marta Capaccioni e del nostro direttore Giorgio Bongiovanni pubblicate su ANTIMAFIADuemila, che hanno a più riprese chiesto una sua presa di posizione nei confronti dei fatti accaduti.
Il diritto a manifestare il proprio dissenso, sempre e solo pacificamente, è una colonna portante della democrazia oltre che essere un diritto costituzionalmente protetto (art. 21 e 17); ed è per questo non si può rimanere neutrali davanti ad una violazione così palese.
Ricordiamo inoltre che durante gli scontri i feriti non sono stati solo i poliziotti: cittadini, studenti e altri manifestanti - venuti anche dal nord Italia per partecipare al corteo - hanno subito contusioni, fratture e altri danni a causa delle manganellate della polizia.
Ci teniamo a ribadire che le Forze dell'Ordine saranno sempre profondamente stimate per i sacrifici che vengono richiesti loro e per il servizio che pongono in essere tutti i giorni al servizio del popolo; tuttavia se chi indossa una divisa si comporta da “fascista" ed esegue ordini autoritari, antidemocratici e che feriscono persone inermi, deve essere denunciato, non solo da chi ha subito le violenze ma anche dalle figure pubbliche. Recentemente anche Maria Falcone, sorella del giudice Falcone, ha rilasciato un’intervista a Salvo Palazzolo di 'Repubblica' in cui ha commentato i fatti accaduti: “Io sono del parere che la possibilità di manifestare, con le dovute regole, debba essere garantita a tutti. Di quello che poi è avvenuto ho avuto contezza solo alla fine della manifestazione, dal palco non me n'ero resa conto. Secondo me c'è stato un corto circuito che ha fatto nascere il problema, forse nella trasmissione degli ordini dai superiori ai poliziotti sul campo. Non mi sento di dare giudizi".

Per rivedere l'intervista a Pietro Grasso: clicca qui!

Foto © Deb Photo

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