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Il cofondatore dei Pink Floyd: “Criticato da coloro che vogliono infangarmi”

La decisione della polizia tedesca di indagare per sobillazione delle masse Roger Waters provoca solo rabbia e indignazione.
La accuse? Ridicole: essersi presentato "vestito in modo simile" a un membro delle SS durante una performance alla Mercedes Benz Arena di Berlino il 17 maggio. Le sue immagini con un lungo cappotto nero e fasce rosse al braccio hanno fatto il giro dei social, anche se fra i simboli indossati non c'era alcuna croce uncinata.
Ancora una volta quindi vengono messe in atto vere e proprie persecuzioni contro gli artisti e gli intellettuali di libero pensiero. Un chiaro segno della deriva autoritaria e fascista dell'Europa.
Secondo il cofondatore dei Pink Floyd le critiche ricevute sono state fatte "in malafede da parte di coloro che vogliono infangarmi e mettermi a tacere perché non sono d'accordo con le mie idee politiche e i miei principi morali".
Su Facebook il musicista nega le accuse di antisemitismo e spiega che gli elementi della sua performance messi in discussione "sono chiaramente una dichiarazione di opposizione al fascismo, all'ingiustizia e al bigottismo in tutte le sue forme". Ma non solo. La star di "Another Brick In The Wall" dice di aver passato tutta la vita "a parlare contro l'autoritarismo e l'oppressione, ovunque li vedessi", aggiungendo che "quando ero bambino, nel dopoguerra, il nome di Anna Frank veniva pronunciato spesso in casa nostra, e divenne un promemoria permanente di ciò che accade quando il fascismo viene lasciato senza controllo". Roger Waters conclude raccontando che i suoi genitori "hanno combattuto i nazisti nella Seconda guerra mondiale" e che il padre "ha pagato il prezzo più alto" per questo "continuerò a condannare l'ingiustizia e tutti coloro che la perpetrano".
"Stiamo indagando sul sospetto di incitamento all'odio pubblico perché gli abiti indossati sul palco potrebbero essere usati per glorificare o giustificare il dominio nazista. E una volta completata la procedura, la trasmetteremo al pubblico ministero per una valutazione legale finale", ha dichiarato il portavoce della polizia, sottolineando che spetterà al pm intraprendere qualsiasi azione legale. Già il giorno dopo il concerto erano arrivate le critiche da parte della comunità israeliana, attraverso le parole scritte su Twitter dal ministero degli Esteri, secondo cui l'ex musicista dei Pink Floyd aveva speso la sera "dissacrando la memoria di Anna Frank e di 6 milioni di ebrei uccisi nella Shoah".
Durante la sua performance Waters ha fatto scorrere su uno schermo gigante vari nomi, mettendo in modo metaforico sullo stesso piano quello di Anna Frank, di Sophie Scholl, l'attivista anti nazista uccisa dalle Ss, di Mahsa Amini, la cui morte è stata attribuita alla polizia morale iraniana, di George Floyd, l'afro-americano ucciso dalla polizia a Minneapolis e anche di Rachel Corrie, attivista Usa investita e uccisa da un bulldozer armato israeliano nel sud di Gaza nel 2003.
E poi ancora: Shireen Abu Akleh, la giornalista palestinese di Al Jazeera uccisa l'anno scorso a Jenin in scontri a fuoco tra miliziani armati ed esercito israeliano. Israele aveva negato con forza la volontarietà, pur ammettendo la possibilità che la reporter potesse essere stata colpita da armi delle proprie forze armate. Alla fine dell'elenco, una scritta recitava che "loro" sono così brutali "perché vogliono schiacciare la nostra resistenza e continuare a governare il mondo". Non è certo la prima volta che Waters entra in contrasto con Israele. L'ex musicista dei Pink Floyd non ha mai nascosto la sua posizione sul conflitto israelo-palestinese, difendendo l'azione di boicottaggio dei prodotti di Tel Aviv. In attesa che il pubblico ministero tedesco si esprima, Waters potrebbe avere altre grane in Germania. Le autorità di Francoforte avevano provato a cancellare la sua esibizione del 28 maggio, anche se il tribunale amministrativo ha dato ragione a Water per motivi di libertà di espressione. Ora, però, domenica è prevista una manifestazione proprio dove si esibirà, indetta in particolare dalla comunità ebraica locale e dal partito dei Verdi. Chissà se l'icona dei Pink Floyd tornerà a far parlare di sé.

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