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Il “Coordinamento 23 maggio”, in riferimento ai fatti di ieri 23 maggio 2023

 

Il comunicato della Questura ricostruisce parzialmente e forzatamente la vicenda determinatasi ieri nel corso della manifestazione del 31° anniversario della strage di Capaci. Per evitare equivoci, premettiamo che non vi è nulla di più falso che affermare che il “corteo non è stato autorizzato”. Segue, per ciò, la ricostruzione dei fatti punto per punto:

  1. La prima comunicazione ufficiale del corteo è avvenuta tramite PEC in data 05 aprile 2023, all’interno della quale vi era scritto il percorso del corteo che sarebbe salito “presso Via Emanuele Notarbartolo in direzione dell'Albero Falcone fermandosi all'incrocio di Via Emanuele Notarbartolo e Via Giacomo Leopardi”

  2. In data 16 maggio 2023, inoltre, sempre tramite PEC, abbiamo specificato il tipo di amplificazione dell’impianto audio e abbiamo comunicato che vi sarebbe stato anche un Fiorino nel mezzo del corteo, sul quale sarebbe stata installata “una scenografia artistica (un quadro) di dimensioni: 2x1,5m”

  3. In data 17 maggio 2023 un nostro portavoce è stato convocato in Questura per sottoscrivere la PEC inerente al Fiorino con l’aggiunta del seguente accordo scritto a mano: “Il Fiorino targato G*****K svolterà in Via Notarbartolo e si allontanerà imboccando la Via Petrarca al termine del corteo”.

  4. In data 22 maggio 2023, alle ore 11:30 (c/a), due nostri referenti sono stati convocati in Questura per confermare alcuni dettagli logistici del corteo già concordati tramite PEC. Un incontro formale in cui da parte della Questura non vi era alcun ostacolo al corteo o problema da questionare.

  5. Sempre in data 22 maggio 2023, alle ore 13:00 c/a, siamo stati nuovamente convocati dalla Questura – questa volta d’urgenza - per parlare di una “questione”. Durante il colloquio in Questura ci è stato riferito che era giunta un’ordinanza del Prefetto che confermava l’autorizzazione del corteo prescrivendo però che doveva “concludersi entro le ore 17.30 in Via Duca della Verdura prima dell’incrocio con Via Libertà altezza Piazza Alberico Gentili”. Una comunicazione che ha modificato la destinazione del corteo a sole 24 ore dalla manifestazione.

  6. Solo nella giornata di ieri, intorno alle 13:00, abbiamo ricevuto l’ordinanza del Questore con cui si prescriveva – tra le altre cose – il cambio della conclusione del corteo.

  7. Successivamente, alle ore 16:45 c/a, durante la tappa del corteo in Piazza Castelnuovo alcuni funzionari della Questura di Palermo ci hanno comunicato che vi erano nuove disposizioni all'ultimo minuto in vista delle quali abbiamo concordato di addivenire alle richieste delle forze dell'ordine. Ovvero di interrompere il corteo, all'incrocio tra Via Libertà e via Notarbartolo; di spegnimento l’amplificazione e di posizionare il Fiorino che trasportava la riproduzione di una opera satirica in coda al corteo. Quindi, rispettare l’ordinanza della Questura. L'accordo prevedeva comunque di dare la possibilità ai manifestanti di proseguire e defluire liberamente lungo Via Notarbartolo, senza prevedere dunque uno sbarramento di Polizia.

  8. Una volta giunti all’incrocio tra Via Libertà e Via Notarbartolo abbiamo concluso il corteo con un discorso al microfono, riponendo il carretto con l’amplificazione in un angolo e spegnendo il gruppo elettrogeno e l’impianto.

Evidentemente, gli accordi presi con i rappresentati della Questura sono stati bypassati da decisioni che, hanno scavalcato anche i funzionari presenti. Prova ne è quella di avere trovato all'incrocio con via Notarbartolo, appunto, un primo schieramento di forze dell’ordine in tenuta antisommossa che ha provocato un “tappo” e una frizione inutile, in quanto era impossibile impedire alle persone di defluire verso Via Notarbartolo. Tra l’altro il corteo ignaro dello sbarramento spingeva le persone presenti nelle prime file, che a quel punto premevano sul cordone di Polizia.

Il successivo riposizionarsi delle forze dell’ordine con i blindati di traverso e nuovi schieramenti in antisommossa muniti di casco, scudi e manganelli non ha prodotto altro che una drammatizzazione della situazione, di cui certamente potevano approfittare elementi estranei (che fortunatamente non vi sono stati). E infatti alcuni manifestanti sono stati duramente colpiti a manganellate riportando lesioni, altri buttati a terra e immobilizzati nonostante fossero inermi e altri ancora spinti violentemente.

Ai numerosi pacifici manifestanti feriti, così come ai due agenti colpiti, va la nostra piena solidarietà non solo per essere stati oggetto di violenza, ma anche per essere stati mal utilizzati.

La situazione determinatasi di fatto è il prodotto di una cattiva gestione dell'ordine pubblico di cui il Questore è certamente responsabile.

Nello stigmatizzare quanto successo, confermiamo il nostro impegno quotidiano per affermare che lotta alla mafia e lotta per i diritti camminano assieme. Concludiamo ribadendo che il nostro corteo si è sviluppato in modo ordinato lungo tutto il percorso, dando vita ad una manifestazione colorata e vivace di donne, giovani, studenti, lavoratrici e lavoratori, ma anche semplici cittadini che si sono uniti allo stesso lungo il percorso. Senza nessun tipo di “fuori programma” o atto violento che potesse giustificare le preoccupazioni per l’ordine pubblico né una reazione violenta delle forze dell’ordine come si è verificata. Quanto avvenuto nei momenti di resistenza tra manifestanti e agenti antisommossa è avvenuto successivamente alla comunicazione della chiusura del corteo. E, per questo motivo, ribadiamo ancora una volta che è falso affermare che il corteo è entrato in Via Notarbartolo e per questo “non era autorizzato”. Bensì si è celebrato nei limiti imposti all’ultimo minuto dalla Questura e, nonostante ciò, i liberi cittadini sono stati ostacolati e aggrediti.

Palermo, 24 Maggio 2023

Il Coordinamento 23 Maggio


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Foto © Pietro Calligaris

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