Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

L’ex premier Silvio Berlusconi e l’editore di La 7 Urbano Cairo si sarebbero sentiti nelle settimane precedenti alla chiusura di “Non è l’Arena”. A riportarlo è il quotidiano Domani in un articolo a firma di Giovanni Tizian e Nello Trocchia. Il Domani cita fonti giudiziarie secondo cui la procura di Firenze, che sta indagando Marcello Dell’Utri (ex senatore di Forza Italia condannato per concorso esterno ora di nuovo libero) e Silvio Berlusconi come mandanti esterni delle stragi del 1993, avrebbe contezza di alcuni contatti avvenuti tra i due patron della televisione italiana proprio nel periodo in cui Massimo Giletti stava alzando il target delle sue inchieste. Infatti prima dell’inatteso stop del suo programma, il conduttore era al lavoro su puntate riguardanti le informative della Dia sui rapporti di Dell’Utri con Cosa Nostra, le perizie sui primi capitali in Fininvest e i ‘generosi’ prestiti e pagamenti di Berlusconi e delle sue società a Dell’Utri e famiglia. Tutti temi noti che però, almeno sulla carta, sbattuti in prima serata su La 7, non avrebbero certo rallegrato l’ex premier. Sono risapute, infatti, le valutazioni di più corti di tribunali e di Cassazione riguardo al ruolo di Dell’Utri quale garante “decisivo” dell’accordo tra Berlusconi e Cosa Nostra. Per decenni (almeno fino al 1992 secondo la Cassazione) Berlusconi ha finanziato la mafia. E’ un fatto noto che però è meglio lasciare nel dimenticatoio. Giletti, invece, con le sue inchieste e le sue interviste da tempo ha dato rispolvero a quella scomoda verità e probabilmente aveva in caldo anche alcune scottanti novità. Da qui potrebbe spiegarsi la sua cacciata vergognosa: accompagnato alla porta insieme a tutta la sua squadra. Sul caso “Non è l’Arena” la Dda di Firenze, e in particolare i procuratori Luca Tescaroli e Luca Turco, hanno messo gli occhi già da un po’. Il focus di tali attenzioni riguardano quello che almeno fino a un mese fa era l’ospite d’eccellenza di Giletti: Salvatore Baiardo. L’ex gelataio di Omegna che finì in carcere per aver favorito la latitanza dei fratelli stragisti di Cosa Nostra Giuseppe e Filippo Graviano, nonché l’uomo che profetizzò a novembre scorso l’imminente cattura del super latitante Matteo Messina Denaro, era stato sentito dai pm fiorentini il 27 marzo. Nell’interrogatorio si sarebbe parlato della famosa foto che Baiardo avrebbe mostrato a Giletti raffigurante l’ex premier Berlusconi, il generale dei carabinieri Francesco Delfino e Giuseppe Graviano. Baiardo sostiene di non aver mai avuto o addirittura visto una foto del genere, smentendo quindi Giletti. "E’ un’assurdità". Ma i magistrati vogliono vederci chiaro - vista anche l’indole di Baiardo di mischiare il vero con il falso - perché se saltasse fuori quella foto rappresenterebbe una prova incredibile dei rapporti, al momento presunti, tra Berlusconi e Graviano prima dell’arresto di quest’ultimo, avvenuto il 27 gennaio 1994 (alla vigilia della discesa in campo di Forza Italia). Del resto, in un’intercettazione di questi ultimi mesi Baiardo avrebbe detto a un suo interlocutore: “La foto di Berlusconi? Non posso consegnarla se prima non ne parlo con Graviano”. Un’intercettazione a riprova sia dell’esistenza dello scatto che dei rapporti in corso tra l’ex giocatore d’azzardo e il boss detenuto. Tornando a “Non è l’Arena” diventa fondamentale capire esattamente quale è stata la mossa di Baiardo e cosa si stava muovendo mentre l’ex gelataio veniva ospitato da Giletti, annunciando nuove rivelazioni. Secondo il Domani alcuni documenti dimostrano come Baiardo sia conoscenza di incontri - sempre negati dalla difesa dall’ex premier - tra lo stesso Graviano e Berlusconi nel 1993. Tre anni fa Graviano, al processo ‘Ndrangheta stragista, ha rotto il silenzio dicendo di essere stato in affari con l’uomo di Mediaset e di averlo incontrato tre volte quando era ancora latitante. Poi, parlando sempre al processo di Reggio Calabria, ha invitato gli inquirenti a indagare sul suo arresto per scoprire i veri mandanti delle stragi. Accuse mai dimostrate, sempre smentite dai legali di Berlusconi.
Come Baiardo, anche Dell’Utri parlava delle trasmissioni di La 7. Nel 2021, infatti, l’ex senatore era intercettato mentre parlava delle sue strategie di difesa con l’avvocata di Mediaset, Enrica Maria Mascherpa, e con il tesoriere di Forza Italia, Alfredo Messina. Dell’Utri spiegava che in ballo, al processo Trattativa Stato mafia, non c’era solo lui. Per questo spiegava a Messina che pagare i suoi avvocati equivaleva a pagare la difesa di Berlusconi e di Forza Italia. E secondo Domani si lamentava della puntata di “Non è l’Arena” dedicata proprio alla Trattativa. Un’insofferenza che pare abbia anche l’amico Berlusconi.

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Baiardo continua a giocare e smentisce la foto con B., Delfino e Graviano: ''Assurdità di Giletti''

Matteo Messina Denaro, la malattia, l'arresto e la coincidenza ''profetica'' di Baiardo

Di Matteo: ''Da Graviano e Baiardo un ricatto a Berlusconi che può coinvolgere il Governo''

Incontri Graviano-Berlusconi: Baiardo conferma di aver accompagnato il boss

Baiardo: ''Non posso dare la foto di Berlusconi se prima non parlo con Graviano’’

Giletti, il caso Baiardo e la sospensione di ''Non è l'Arena

Baiardo, gli incontri Graviano-Berlusconi e l'agenda rossa

Baiardo e quel tentativo di incontro con Berlusconi nel 2011

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos