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Questa mattina su "La Repubblica" Lirio Abbate svela il contenuto dei colloqui che, poco dopo l'arresto, Matteo Messina Denaro ha avuto con i suoi familiari, nel carcere dell'Aquila. Prima le sue tre sorelle Rosalia, Bice e Giovanna (con la prima che è stata arrestata per mafia poche settimane dopo). Poi la giovane figlia, Lorenza
Nell'incontro con le sorelle, secondo quanto riportato dal quotidiano, in un labiale vi sarebbe stata la rassicurazione più grande: "Non mi pento". 
Poche parole per tranquillizzare tutti, dentro e fuori Cosa nostra. 
Anche se il tumore lo sta pian piano consumando lui non si discosta da quella linea che aveva già espresso ai pm che erano andati a sentirlo (il Procuratore Maurizio de Lucia e l'aggiunto Paolo Guido) nonché al Gip, Alfredo Montalto.
Addirittura, scrive Abbate, dichiara persino di non essere affiliato a Cosa nostra. Bugie, ovviamente. Tutto per non "macchiare" la sua storia, fatta di nomi e soprannomi divenuta quasi leggenda in trent'anni di latitanza ininterrotta grazie a coperture di altissimo livello.
Anche loro vengono protette dai suoi silenzi. 
Nel suo dire e non dire, così come fa un altro detenuto storico, il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, ha un peso.
Entrambi sono consapevoli che qualora parlassero non sarebbe solo la fine di Cosa nostra, ma anche di quei Sistemi criminali di cui le mafie fanno parte.
Matteo Messina Denaro sorride a chi gli fa notare in cella questo elemento. 
Quando è stato interrogato ha ironizzato sui beni che possiede e di cui non vuole rivelare alcunché. Come a voler mostrare a tutti che i sequestri che vi sono fin qui stati non hanno per nulla intaccato il proprio patrimonio. Ovviamente le Procure vanno avanti anche su questo fronte investigativo. 
Rispetto all'incontro con le sorelle sicuramente più "personale" ed "intimo" è stato quello con la figlia 26enne, Lorenza. 
Lo scorso 26 aprile si sono incontrati in carcere per la prima volta. Non è dato sapere molto su quanto si sono detti. Da quel che emerge nell'articolo di Abbate l'incontro è durato meno di un'ora e sarebbe trascorsa più freddezza che emozione, almeno da parte del boss. Dopo qualche lamentela per la mancanza di contatti o di risposte ai regali che comunque le mandava, alla fine il capomafia l'avrebbe guardata in faccia dicendole poche parole: se vorrà il cognome di Messina Denaro all’anagrafe, lui non si opporrà.

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