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mmd ranucci report

Da quando lo scorso 16 gennaio 2023 è stato catturato Matteo Messina Denaro, dopo trent'anni di latitanza, molto è stato detto sulle abitudini che il capomafia portava avanti nella città di Campobello di Mazara. E' qui, poco lontano dalla sua Castelvetrano, che ha trascorso gli ultimi anni di vita. 
In particolare è emerso che Messina Denaro ha un tumore, che è stato operato già due volte e che ad aiutarlo nella gestione della latitanza sono stati i parenti più stretti dell'ex capofamiglia di Campobello, Leonardo Bonafede, deceduto nel 2020 all'età di 88 anni. Oggi sono agli arresti la figlia dello storico boss e tre dei suoi nipoti. 
Ma cosa facevano prima i cugini Bonafede? Davvero non era possibile immaginare un loro eventuale coinvolgimento nella gestione della latitanza di Matteo Messina Denaro? In una girandola di incredibili paradossi Report, nella puntata di questa sera (inizio alle ore 21.20 su Rai 3) tocca con mano la commistione, gli intrecci insospettabili, le relazioni inconsapevoli tra favoreggiatori, istituzioni e società civile.
Sempre oggi il programma condotto da Sigfrido Ranucci torna anche a occuparsi di uno degli autori della strage di Bologna, Luigi Ciavardini, e delle sue attività nel settore carcerario. Dopo aver ottenuto la semilibertà nel 2010 ha riallacciato i rapporti con figure criminali legate al mondo dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), protagonisti negli ultimi anni della scena mafiosa romana. L'estrema destra sembra da tempo molto interessata al mondo dei penitenziari italiani. 
Di recente diversi esponenti di organizzazioni neofasciste hanno aderito a Nessuno Tocchi Caino, una delle principali e più autorevoli associazioni che si occupa di carceri in Italia. Fondata negli anni Novanta sotto l'egida di Marco Pannella e del Partito Radicale negli ultimi anni sembra essersi focalizzata sulla lotta contro il 41 bis e l'ergastolo ostativo, con una presenza massiccia di detenuti ed exdetenuti condannati per mafia nei suoi organismi dirigenti. 
Altro argomento sarà quello dei fondi del Pnrr e la bocciatura europea degli investimenti per quanto riguarda gli stadi di Firenze e Venezia, e il governo Meloni è stato costretto a escludere i due progetti.

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