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Il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo: "Bloccati flussi finanziari per oltre due miliardi e mezzo di euro"

L’operazione 'Eureka', eseguita stamane su richiesta della Dda di Reggio Calabria, racconta non solo dei legami tra la "nostra" 'Ndrangheta ed i narcotrafficanti del Centro e del Sud America con accordi che hanno portato la criminalità organizzata calabrese ad assumere un ruolo primario nell'ambito dei traffici verso l'Europa, ma anche degli ingenti flussi finanziari che vengono prodotti e mossi dalla ‘Ndrangheta nel mondo.
Il vero problema infatti rimane sempre lo stesso: nessuno sa con certezza qual è il peso politico che deriva dalla disponibilità di certi capitali perché interagire con i potentati economici significa fare politica attiva.
Un dato, questo, sottolineato dal procuratore aggiunto reggino Giuseppe Lombardo (coordinatore dell'operazione assieme al procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri e dai pm Diego Capece Minutolo e Giovanni Calamita) durante la conferenza stampa nell'auditorium "Fazio" della Scuola allievi carabinieri di Reggio Calabria: "È emerso chiaramente che c'è un investimento di base. Quello che secondo me va altrettanto evidenziato è che questa operazione consente" anche "sequestri che contano a circa a 23 tonnellate di cocaina. Sono andato per curiosità a verificare l'indicazione che dà il nostro ufficio governativo, che si occupa di politica anti droga, e in questo momento il nostro governo stima che la cocaina sul mercato al dettaglio è venduta dagli 80 ai 90 euro al grammo. Quindi questa indicazione moltiplicata per 23 tonnellate di cocaina ci consente di stimare che questa operazione odierna ha interrotto flussi finanziari per oltre due miliardi e mezzo di euro. E non credo che questo sia un dato che non deve emergere con sufficiente chiarezza, perché parliamo di operazioni finanziarie impressionanti, in grado di generare ricadute criminali ben più ampie rispetto a quelle che fino ad ora sono state raccontate".
"Sappiamo tutti che 23 tonnellate di cocaina sequestrate valgono alla fonte circa 25 mln di euro. Oggi però, una quantità del genere, come dimostrano le indagini, una volta tagliata e immessa sul mercato dello spaccio, può comportare guadagni per il sistema criminale diretto dalla 'Ndrangheta, per quasi due miliardi di euro, cifre davvero ingenti, soldi che finiscono per essere riciclati non solo nel circuito dei traffici essenzialmente criminali, ma introiettati nel sistema dell'economia, e non solo in Italia e in Europa, come confermano le transazioni finanziarie in cui sono coinvolte strutture criminali del sud Est asiatico" ha detto il Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo.
I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria, durante l'operazione hanno arrestato 108 persone - 85 in carcere - in esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda reggina. Gli indagati sono accusati a vario titolo d'associazione mafiosa; concorso esterno e traffico internazionale di droga con l'aggravante di transnazionalità e di ingente quantità; traffico di armi, anche da guerra; riciclaggio; favoreggiamento; trasferimento fraudolento e procurata inosservanza di pena.





Il blitz ha visto impegnati i carabinieri pure nelle zone di Catanzaro, Vibo Valentia, Pescara, Milano, Salerno, Catania, Savona, Bologna, Vicenza, L'Aquila, Ancona, Roma e Cagliari. Alcuni dei provvedimenti cautelari eseguiti dai Carabinieri nell'ambito dell'operazione "Eureka", convertiti in mandati di arresto europeo, sono stati eseguiti in Germania (9 indagati), Belgio (6 indagati), Francia (3 indagati), Portogallo (un indagato), Romania (un indagato) e Spagna (un indagato). Nell'ambito dell'operazione sono in corso numerose perquisizioni nel corso delle quali sono già stati rinvenuti soldi, armi e droga. A firmare le ordinanze sono stati i gip Karin Catalano, Claudio Treglia, Vincenzo Quaranta e Valerio Trovato.
Giovanni Bombardieri, durante la conferenza stampa, ha sottolineato l'eccezionale "coordinamento transnazionale". Il magistrato ha richiamato "il valore investigativo ottenuto grazie al lavoro di coordinamento della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, ai colleghi delle Procure di Milano e Genova, alla collaborazione con le strutture di sicurezza di Germania, Belgio, Spagna, Portogallo e Francia e di Eurojust. Un lavoro efficacemente svolto sul territorio dai carabinieri del Ros, dalla Guardia di Finanza e dalla Dia, senza cui non sarebbe stato possibile il risultato raggiunto, che ha permesso il sequestro di 23 tonnellate di cocaina e numerose attività commerciali in Italia e altre individuate in altri Paesi europei, soprattutto nel settore della ristorazione".
Le indagini che hanno portato all'operazione "Eureka" hanno fotografato l'esistenza e l'operatività di tre maxi-associazioni criminali finalizzate al traffico internazionale di droga, facenti capo alle più potenti famiglie di 'Ndrangheta dell'area ionica. L'inchiesta, infatti, ha riguardato le cosche Pelle, Strangio, Nirta, Giampaolo, Mammoliti e Giorgi, che hanno sedi decisionali nel reggino e ramificazioni e basi logistiche in varie regioni d'Italia e all'estero. Progressivamente le indagini coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall'aggiunto Giuseppe Lombardo sono state estese a diverse famiglie della Locride, interessando anche il locale di Bianco. L'inchiesta ha anche fatto luce sulla latitanza del boss Rocco Morabito detto "Tamunga", già latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca del Viminale, arrestato dai carabinieri in Brasile nel 2021, insieme a Vincenzo Pasquino, all'epoca latitante per la Dda di Torino. Entrambi figurano nell'ordinanza eseguita oggi su richiesta della Dda che si è avvalsa della collaborazione, tra gli altri, della Polizia Federale Brasiliana, dell'Fbi, della Dea e dell'Interpol. Morabito, secondo l'accusa, avrebbe anche offerto un container di armi da guerra a un'organizzazione paramilitare brasiliana in cambio di ingenti quantità di droga verso il porto di Gioia Tauro. "Nel corso dell'indagine - scrive il gip nell'ordinanza - è stata documentata l'organizzazione da parte di Morabito di una spedizione in Brasile di un container carico di armi da guerra, provenienti dai paesi dell'ex Unione Sovietica, fornite che da un'organizzazione criminale operante in Italia e Pakistan". Tra i 108 arrestati ci sono anche due minori nei confronti dei quali su richiesta del procuratore dei minorenni Roberto Di Palma è stata eseguita una misura cautelare.


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Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto di Reggio Calabria © Imagoeconomica


Gli indagati comunicavano con criptofonini
"Le comunicazioni tra gli indagati avvenivano esclusivamente via chat, mentre le stesse schede telefoniche non generavano alcun traffico telefonico o sms, così evitando, salvi alcuni casi, ogni possibile tracciamento mediante l'acquisizione dei relativi tabulati" ha detto il gip nell'ordinanza di misure cautelari, sottolineando il ruolo sempre più centrale assunto dai cosiddetti "criptofonini" nell'attività delle organizzazioni criminali: in sostanza, "smartphone modificati nel software da operatori clandestini, con l'unico scopo di garantirne l'inviolabilità delle comunicazioni. L'utilizzatore, infatti - spiega il gip - non può apportare modifiche al 'device' e il relativo sistema operativo è caratterizzato da particolari requisiti di sicurezza, tra cui la disabilitazione della localizzazione gps, dei servizi Google, del Bluetooth, della fotocamera, della porta Usb, oscuramento delle notifiche push e blocco di ogni altro servizio che possa generare un rischio di intercettazione o localizzazione". "Anche l'uso di schede SD esterne - si legge ancora nel documento - viene interdetto. Rimangono attive le chiamate, ma solo in modalità VoiP, quindi senza l'uso della rete gsm e la messaggistica, ma con applicazioni proprietarie e crittografate. Nonostante tali accorgimenti, i contenuti delle chat sono stati disvelati in quanto alcune autorità e polizie giudiziarie straniere (in particolare olandesi, belghe e francesi) hanno 'violato' i server ove venivano memorizzate le conversazioni, acquisendo i dati ivi contenuti".


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Il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri © Imagoeconomica

Trasferimenti di denaro attraverso canali cinesi

Per il procuratore di Reggio Giovanni Bombardieri, "è un'operazione importante perché ha visto una collaborazione stretta con quattro procure tedesche. Le proiezioni in Germania delle organizzazioni criminali contigue alla 'ndrangheta sono attuali e operative. È stato poi verificato come alcune organizzazioni criminali che avevano già operato in passato in Germania, si siano trasferite con una serie di investimenti in Portogallo e lì sono stati raggiunti da una serie di provvedimenti di sequestro eseguiti in queste ore. Sono stati, inoltre, ricostruiti trasferimenti di denaro per oltre 23 milioni di euro che avvenivano attraverso canali illegali come gruppi di cinesi che operavano con delle attività di prelievo di trasporto di denaro o anche attraverso il trasferimento, con corriere e su gomma, di ingenti somme. In una circostanza abbiamo riscontrato circa 7 milioni e in un'altra oltre 3 milioni mezzo verso il nord Europa e poi da lì verso Paesi sudamericani".

Marcello Viola: “Mercato della droga non ha flessioni e continua ad espandersi”
Il comandante della Legione Carabinieri Calabria, Pietro Salsano, ha sottolineato il "carattere eccezionale dell'opera di coordinamento internazionale da parte della Dda di Reggio Calabria, che ha consentito di eseguire l'operazione del Ros e del Nucleo investigativo gruppo carabinieri di Locri. Oltre mille gli uomini sul campo in Aspromonte, un territorio complesso per caratteristiche morfologiche. Sono stati toccati i livelli più alti della 'Ndrangheta, svelando modalità operative che, anche in pandemia, hanno invaso i mercati europei di droga, investendo capitali nell'acquisizione di beni mobili e immobili in tutta Europa". Presente in conferenza anche Pasquale Angelosanto, comandante del Ros dei carabinieri, il quale ha posto attenzione sull'interesse delle cosche nella "ricerca non più di paradisi fiscali, ma di paradisi normativi nei Paesi dove l'apparato giuridico consente di investire più facilmente i proventi illeciti".
Durante la conferenza stampa, è intervenuto in remoto anche il Procuratore Capo di Milano, Marcello Viola, il quale ha sottolineato che "sono stati 40 i soggetti destinatari di misura custodiale, facendo emergere un'imponente entità del narcotraffico anche sul territorio lombardo, con un mercato che non ha flessioni e continua ad espandersi". Il Procuratore Capo di Genova, Nicola Pacente, ha rimarcato che "quindici sono stati i soggetti accusati di associazione a delinquere a fini di spaccio di carattere transnazionale, gli indagati comunicavano tra di loro attraverso piattaforme con chat criptate. Sono stati movimentati in un anno circa oltre 280 chili di cocaina, 100 chili di eroina e hashish, quantitativi ingenti provenienti dal Sud America a conferma della centralità, nel bacino del Mediterraneo, dello sviluppo del traffico di droga".
Il membro nazionale italiano di Eurojust, Filippo Spiezia, ha evidenziato che "Eureka è la più importante operazione fin qui conseguita a livello internazionale, si conferma quanto la Commissione europea ha detto riguardo al crimine organizzato transnazionale quale principale minaccia alla sicurezza dei cittadini europei. Sono state 155 le persone coinvolte, con 24 provvedimenti giudiziari emessi dal Belgio, 6 dalla Germania, 23 mandati di arresto europeo tra Germania, Belgio, Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia e Romania. La condivisione di Eurojust ha permesso di incidere sul modello di business criminale, colpendo le proiezioni economiche delle organizzazioni coinvolte. Questo conferma che l'unica risposta possibile consiste nel rafforzare la coalizione internazionale".





Le dichiarazioni del "boss dei Van Gogh"
Ci sono Bartolo Bruzzaniti, che deteneva "storicamente l'esclusiva per la distribuzione" della droga destinata alle cosche della 'Ndrangheta in Lombardia, e Raffaele Imperiale, il cosiddetto broker della Camorra e uno dei più importanti narcotrafficanti del mondo arrestato tempo fa da latitante.
Il "boss dei Van Gogh" ha permesso, grazie alle sue dichiarazioni rilasciate ai pm, l'inchiesta della Dda milanese su un maxi traffico di droga dal Nord Europa, gestito in "joint venture" da uomini legati alla 'Ndrangheta e alla mafia campana.
È quanto è emerso dalla conferenza stampa in Procura a cui hanno preso parte, tra gli altri, il procuratore Marcello Viola, l'aggiunto della Dda Alessandra Dolci, il pm Gianluca Prisco, il comandante provinciale della Gdf di Milano Francesco Mazzotta e il comandante del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf milanese Giuseppe D'Urso. Imperiale, come ha spiegato Dolci, ha raccontato che quando ha deciso di "investire" in Lombardia per i traffici di droga si è dovuto rivolgere necessariamente a Bartolo Bruzzaniti, tra i 38 destinatari dell'ordinanza eseguita dal Gico della Gdf milanese e con precedenti per traffici di droga. La droga, stando alle indagini, viaggiava sui tir e veniva stoccata in magazzini a Gerenzano (Varese). "Partivano i camion dall'Olanda - ha spiegato il pm Prisco - completamente riempiti con 200-300 kg di cocaina a viaggio, poi tante organizzazioni acquistavano all'ingrosso da Bruzzaniti, anche i Flachi compravano da Bruzzaniti". La "imponenza della entità del narcotraffico" sul territorio milanese, ha detto Viola, "continua a crescere". Viola ha messo in luce che l'indagine ha svelato una "operazione di ristrutturazione del traffico di droga, per migliorare la logistica e i pagamenti, grazie ai collegamenti con i broker campani e affinando un collaudato sistema di trasporto tramite tir, con pagamenti solo a consegna avvenuta". L'inchiesta si è basata sulle analisi dei messaggi criptati scambiati tra i narcotrafficanti e al momento nelle perquisizioni sono stati sequestrati "73mila euro" ma anche "armi da fuoco e armi bianche come pugnali". Nell'ordinanza, ha chiarito D'Urso, il gip definisce la "struttura lombarda" come una "stabile organizzazione", mutuando il termine dal settore fiscale. I 645 kg di cocaina sequestrati avevano un valore di "rivendita da 34mila euro al chilo", ossia di oltre 21 milioni di euro.


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Procura Belgio: sequestrati soldi, auto lusso e armi
Sono tredici le persone in stato di fermo in Belgio nell'ambito dell'operazione europea contro la 'Ndrangheta condotta questa mattina: "sono stati sequestrati tre veicoli di lusso, oltre ad almeno 20 mila euro in contanti e diverse armi proibite. Tutti gli interessati sono sospettati di essere membri dell'organizzazione mafiosa italiana 'Ndrangheta" ha dichiarato Eric Van Duyse portavoce della Procura federale belga.
Il magistrato belga Antoon Schotsaert in conferenza stampa ha precisato che "i tempi di consegna all'Italia potrebbero richiedere alcuni mesi a secondo della loro posizione davanti ai giudici".
"Le attività criminali di cui queste persone sono sospettate in Belgio sono la partecipazione a diversi trasporti di droga, in particolare cocaina, tra il Sud America e l'Europa occidentale e il riciclaggio dei proventi di questi trasporti attraverso varie società legali" ha detto Eric Van Duyse.


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Le movimentazioni della cocaina
Sei tonnellate di cocaina sono state movimentate tra il maggio 2020 e il gennaio 2022 dalle cosche di 'Ndrangheta colpite stamani dall'operazione "Eureka", tre delle quali sequestrate dagli investigatori. Nel corso delle indagini sono stati registrati i contatti tra le cosche più rilevanti del mandamento ionico reggino con esponenti del clan del Golfo, l'organizzazione paramilitare colombiana impegnata nel narcotraffico internazionale. I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria, infatti, hanno ricostruito numerosi episodi di importazione della droga che arrivava, via mare, nei porti Gioia Tauro, Anversa e Colon. Gli investigatori hanno ricostruito anche i flussi di soldi riconducibili alle compravendite dello stupefacente che venivano gestiti da organizzazioni composte da soggetti di nazionalità straniere, specializzati nel pick-up money, o da spalloni che spostavano denaro contante sul territorio europeo. Le movimentazioni hanno interessato Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e Olanda. Complessivamente sono circa 22 milioni e 300mila euro le somme spostate con queste modalità. Soldi che in parte sarebbero stati reimpiegati nell'acquisto di auto e beni di lusso, nonché utilizzati per avviare e finanziare attività commerciali in Francia, Portogallo e Germania, ove venivano anche riciclati sfruttando attività di autolavaggio.

Melillo: "Da Reggio collegamenti in tutto il mondo"
"La 'Ndrangheta continua ad avere una direzione strategica nel territorio reggino, con collegamenti in tutto il mondo" ha detto il Procuratore della Dna, Giovanni Melillo, intervenendo in video conferenza all'incontro con i giornalisti sugli esiti dell'operazione 'Eureka' dei carabinieri del Ros. "L'inchiesta - ha proseguito - ha fatto emergere limpidamente strutture criminali e giganteschi network internazionali del sistema del riciclaggio e dei traffici illeciti. Il lavoro delle Procure di Reggio Calabria, Milano e Genova - ha detto ancora Melillo - nonostante le difficoltà di operare a livello nazionale ed internazionale, conferma l'autorevolezza del nostro sistema investigativo e che la 'Ndrangheta continua ad avere una direzione strategica nel territorio reggino, con collegamenti in tutto il mondo". Nell'operazione 'Eureka' "Melillo ha sottolineato che "sono indagati esponenti e gregari delle cosche di 'Ndrangheta San Luca in Aspromonte, Africo e della Locride, come i Nirta, Romeo, gli Strangio, i Morabito e i Giorgi, con contini ed evidenti rapporti con i 'cartelli' colombiani e messicani, da cui comprano la cocaina che viene smistata alle reti di spaccio in Italia e nel resto dell'Europa".
"Molti si affannano a fare classifiche di pericolosità delle mafie ma perdono così di vista i processi di integrazione dei mercati delle strutture e dei circuiti criminali nel momento in cui le strutture mafiose si proiettano sui mercati internazionali dove si determina la creazione di giganteschi network con comuni reti logistiche e comune strategie di investimento speculativo delle ricchezze generate" ha detto il Procuratore nazionale antimafia sottolineando che "l'indagine di Reggio Calabria ha una straordinaria importanza perché rileva strutture criminali apparentemente lontane".


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