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Il Ministro degli Esteri russo: l’occidente cerca una resa dei conti sul campo di battaglia. Washington Post: l’Ucraina ha pianificato attacchi a Mosca il 24 febbraio 2023

È uno scontro aperto tra l’occidente e la Russia quello che si è delineato al consiglio di sicurezza dell’Onu, dove le rispettive posizioni hanno aperto una voragine diplomatica che appare sempre più irreversibile.
Nel corso della riunione il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres si è rivolto al ministro degli esteri russo che la presiede, Serghei Lavrov, per condannare la guerra che il Cremlino ha scatenato contro Kiev. “L’invasione russa dell’Ucraina, in violazione della Carta Onu e del diritto internazionale, sta causando enormi sofferenze e devastazioni al Paese e al popolo”, ha affermato Guterres, aggiungendo che “il sistema multilaterale è sottoposto alla tensione maggiore dalla creazione dell’Onu. Le tensioni tra le maggiori potenze sono ai massimi storici, e così sono i rischi di conflitto. Queste sfide globali possono essere risolte solo con il rispetto del diritto internazionale”.
A rispondergli è direttamente Lavrov, che ha individuato le origini della guerra nel conflitto avviato da Kiev contro le popolazioni russe del Donbass, a partire dal 2014, preceduto dal Golpe di Maidan organizzato dagli Stati Uniti nel febbraio dello stesso anno: "È evidente a qualsiasi osservatore imparziale che il regime nazista di Kiev non può in alcun modo essere considerato come rappresentante degli abitanti dei territori che si sono rifiutati di accettare i risultati del sanguinoso colpo di stato del febbraio 2014 e contro i quali i golpisti hanno scatenato una guerra. Così come Pristina non può pretendere di rappresentare gli interessi dei serbi del Kosovo, ai quali l'Unione Europea ha promesso l'autonomia, così come Berlino e Parigi hanno promesso uno status speciale al Donbass”, ha affermato Lavrov, evocando delle ragioni che in realtà nascondono l’impellente esigenza di Mosca di combattere il crescente espansionismo della NATO ai suoi confini. Nel 2019, Petro Poroshenko aveva infatti firmato una legge che introduceva obiettivi di integrazione nella Nato che, per bocca di un suo vice comandante strategico polacco Mieczyslaw Bieniek, aveva sempre saputo che prima o poi si sarebbe in qualche modo scontrata con Mosca e aveva addestrato le forze speciali ucraine dal 2016.


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La Russia ha spiegato chiaramente i compiti che persegue nell'ambito di un'operazione militare speciale: eliminare le minacce alla nostra sicurezza create da anni dalla NATO direttamente ai nostri confini e proteggere le persone che sono state private dei diritti proclamati dalle convenzioni multilaterali, per proteggerli dalle minacce dirette di sterminio ed espulsione dichiarate pubblicamente dal regime di Kiev. territori in cui i loro antenati hanno vissuto per secoli. Abbiamo onestamente detto cosa e per chi stiamo combattendo", ha continuato il Ministro degli esteri russo, che ha poi delineato un quadro internazionale di enorme rischio. “Ancora una volta, come durante la Guerra Fredda, siamo giunti a una linea pericolosa, e forse ancora più pericolosa. La situazione - ha continuato Lavrov - è esacerbata dalla perdita di fiducia nel multilateralismo. L’aggressione finanziaria ed economica occidentale distrugge i benefici della globalizzazione… Gli Usa e i suoi alleati abbandonano la diplomazia e premono per la soluzione delle controversie sul campo di battaglia”, e “si sono impegnati a fondo per minare il multilateralismo nella regione dell’Indo-Pacifico, dove da decenni si è sviluppato un sistema aperto di cooperazione economica e di sicurezza attorno all’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (Asean)”.

Washington Post: l’Ucraina ha pianificato attacchi a Mosca il 24 febbraio 2023
Nel frattempo, dai documenti top secret del Pentagono recentemente pubblicati sono trapelati nuovi retroscena inquietanti. Secondo il Washington Post, che ne ha citato ulteriori informazioni trapelate, l'Ucraina ha pianificato di colpire Mosca e Novorossiysk nell'anniversario dell'inizio di un'operazione militare speciale.
"Kirill Budanov, il capo del dipartimento di intelligence militare del paese, (...) ha incaricato uno dei suoi ufficiali di "prepararsi a lanciare attacchi di massa il 24 febbraio (...) con tutto ciò che ha la direzione principale dell'intelligence", afferma la pubblicazione che riporta un rapporto della US National Security Agency del 13 febbraio. Data in cui, il Dipartimento di Stato aveva invitato gli americani a lasciare la Russia.
Secondo l’intelligence americana, era prevista anche un'azione a Novorossiysk, che sarebbe stata colpita dal mare usando il tritolo. Tuttavia, un rapporto della Cia del 22 febbraio comunicava che la direzione principale dell'intelligence ucraina aveva accettato, “su richiesta di Washington, di rinviare gli attacchi".
Chi sia intervenuto esattamente e come sia stato possibile convincere la leadership dell'intelligence militare ucraina non è specificato nei documenti. Sta di fatto che si sarebbe trattato dell’ennesimo attacco nel cuore della Russia potenzialmente in grado di innescare la dottrina nucleare del Paese.

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