La sostituzione culturale dell’Italia: dai valori della pace a quelli del conflitto
"Non basta che gli italiani si battano per impedire che l’Ucraina venga trasformata nella Siria d’Europa. È necessario capire che il vero problema dell’Italia del 2023 non è la sostituzione etnica, bensì la sostituzione culturale: la sostituzione della cultura della pace con la cultura della guerra. Si tratta di un’operazione guidata dall’alto che deve essere contrastata dal basso, iniziando con il sostegno al referendum contro l’invio di armi". Così il sociologo e professore Alessandro Orsini sul 'Fatto Quotidiano' descrivendo il processo di trasformazione culturale più importante della storia d'Italia. "Sto parlando del processo di sostituzione della cultura della pace con la cultura della guerra". "Dopo la caduta del Muro di Berlino, il sistema politico italiano si è trovato alle prese con una duplice tensione. Da una parte, l’espansionismo della Casa Bianca che ha proiettato la propria potenza su scala mondiale come mai prima era avvenuto nella storia occidentale; dall’altra, le basi americane sul territorio nazionale che consentono agli Stati Uniti di controllare l’apparato militare italiano e orientare le scelte dei governi nel campo della sicurezza internazionale. Il problema nasce dal fatto che gli Stati Uniti, espandendosi, chiedono all’Italia di partecipare a un numero sempre crescente di guerre: Serbia, Libia, Iraq e Afghanistan, per citarne soltanto alcune".
La risposta culturale alla guerra in Ucraina è "consistita in un attacco violento e frontale contro la cultura della pace. In Italia, in base alla Costituzione, è normale essere pacifisti, mentre è patologico essere guerrafondai”. “Questo tentativo di sostituire la cultura della pace con la cultura della guerra avviene in molti modi. Uno di questi è l’esaltazione dei caduti ucraini, delle armi americane più sofisticate, del sangue in battaglia, ma anche la glorificazione di Zelensky come nuove eroe guerriero proposto come modello pedagogico agli adolescenti italiani. Tutto questo è funzionale a creare il sostegno popolare verso due nuove guerre che la Casa Bianca impone all’Italia di combattere contro la volontà della grande maggioranza dei cittadini: quella in corso con la Russia in Ucraina e quella che si profila con la Cina. A Giorgia Meloni - ha scritto Orsini - Biden chiede di cancellare ogni accordo commerciale con Pechino e di dare un contributo militare con l’invio della sua nave da guerra più importante, la Cavour, nei mari orientali più pericolosi. Il 14 giugno 2021 a Bruxelles, Biden aveva ottenuto che la Nato pubblicasse un documento in cui, oltre ad annunciare che l’Ucraina sarebbe entrata nell’Alleanza atlantica, indicava la Cina come nemico collettivo. Quel documento, approvato dal governo Draghi, significa che l’Italia ha accettato di organizzarsi militarmente contro la Cina nell’inconsapevolezza degli italiani”.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
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