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Le inchieste sono state guidate dai procuratori Luca Tescaroli e Giovanni Bombardieri

In seguito alle inchieste, le Dda di Reggio Calabria e Firenze, guidate dai procuratori Giovanni Bombardieri e Luca Tescaroli (rispettivamente procuratore capo e procuratore aggiunto) hanno delegato ai rispettivi Nuclei di polizia economico finanziaria di svolgere un'apposita indagine a carattere economico patrimoniale finalizzata all'applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti di Francesco Morano - detto Gianfranco di 55 anni - un imprenditore di origine calabrese ritenuto vicino alla cosca Bellocco.
Il sequestro ha riguardato una ditta individuale operante nel settore della pasticceria, un'imbarcazione, tre autoveicoli, tre fabbricati, un terreno e disponibilità finanziarie.
Beni che in base alle stime arriverebbero ad un valore di 400 mila euro.
Il provvedimento è stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria che ha accolto la richiesta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della Direzione distrettuale antimafia.
Residente a San Ferdinando, nella Piana di Gioia Tauro, era stato arrestato nel novembre 2019 nell'ambito dell'operazione "Magma" con l'accusa di associazione mafiosa e traffico internazionale di droga. Condannato in primo grado a 20 anni di carcere nel luglio 2021, Morano sarebbe stato partecipe della cosca "sotto le dirette dipendenze - c'è scritto nel capo di imputazione - di Domenico Bellocco". Avrebbe fornito "un costante contributo nel settore del traffico di stupefacenti interagendo fra i componenti della cosca Bellocco e i componenti di altre cosche e sovraintendendo alle coltivazioni in territorio italiano ed alle importazioni dal Sudamerica".
Morano, inoltre, è stato coinvolto in altre due operazioni coordinate dalla Dda di Firenze e condotte dal Gico della Guardia di Finanza. Nel processo "Erba di Grace", infatti, è stato condannato a 4 anni di carcere per traffico di stupefacenti aggravato dall'agevolazione mafiosa. Nel processo "Buenaventura", invece, è stato condannato, in primo grado con il rito abbreviato, a 8 anni di reclusione per aver posto in essere manovre estorsive funzionali al recupero di un credito usuraio con tassi di interesse annuali fino al 67%.

Foto © Imagoeconomica

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