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Il procedimento in Cassazione del processo trattativa Stato-mafia non credo sarà l’ultimo atto di questa lunga vicenda e la richiesta della procura generale di un nuovo processo d’appello per gli alti ufficiali dei Carabinieri imputati ne è una conferma. Sono passati più di dieci anni da quando firmai assieme ai colleghi della Procura di Palermo la richiesta di rinvio a giudizio alla fine di una lunga e complessa indagine che io ho l’orgoglio di avere per primo avviato fra tanti scetticismi e che per la prima volta nella storia giudiziaria italiana ha smascherato questa scellerata trattativa fra uomini di Stato e uomini di mafia che ha portato dietro di sé una lunga scia di sangue. Un processo lungo, nato come prosecuzione naturale dell’indagine “Sistemi Criminali” da me avviata anni prima, che ha portato alla sbarra insieme, per la prima volta, uomini dei vertici statali e i capi mafia della più tremenda stagione stragista della storia. Ne sono conseguite valutazioni giuridiche diverse dalle Corti che in primo e in secondo grado se ne sono occupate. Vedremo cosa dirà la Cassazione. Ma resta il fatto, incancellabile, che si è dimostrato che vi fu una trattativa fra uomini dello Stato e i boss stragisti che aveva per oggetto le reciproche concessioni per una tregua fra Stato e mafia. E noi cittadini italiani abbiamo subìto la scelta di trattare con gli assassini di Falcone e Borsellino. E le conseguenze si sono viste negli anni successivi. Al di là delle responsabilità penali, restano le responsabilità morali e politiche di chi autorizzò quella trattativa, essendo impensabile che quegli uomini agirono di propria iniziativa. E di questo dovrebbero occuparsi il Paese e la nuova Commissione Parlamentare Antimafia. Ci sarà il coraggio di farlo?

Tratto da: lagiustizia.info

Foto © Imagoeconomica

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