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Da domenica prossima il programma "Non è l'Arena", condotto da Massimo Giletti, non sarà più in onda su La7. E' questa la prima notizia che ieri ha destato un certo scalpore all'interno del mondo dell'informazione. Un vero e proprio "fulmine a ciel sereno" per lo stesso Giletti e per i trentacinque dipendenti che ruotano attorno alla redazione. La decisione, presa dall'emittente, è stata diffusa in una nota dell’emittente che fa capo alla holding Cairo Communication dove si legge che La7 ringrazia il conduttore Massimo Giletti "per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione". Giletti, precisa la stessa nota, "rimane a disposizione dell’azienda".
Ma perché Giletti di fatto viene messo alla porta dalla rete televisiva? Difficile credere che siano state sufficienti solo le voci di un accostamento del conduttore alla Rai.
Il sospetto che vi sia dell'altro è giunto nel pomeriggio di ieri quando si è diffusa la voce di presunte perquisizioni nell'abitazione dello stesso Giletti da parte della Dia, su disposizione della Procura di Firenze, titolare delle indagini sui mandanti esterni delle stragi del 1993 (sono indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri).
Ma l'indiscrezione voleva che i pm fiorentini starebbero approfondendo alcuni aspetti che riguardano Baiardo per le ospitate nel programma ed i pagamenti ricevuti dall'ospite (si parla di cifre di almeno 48 mila euro).
La notizia della perquisizione, però, si è rivelata infondata e la stessa Procura fiorentina ha smentito l'atto.
E lo stesso giornalista, che dal 2020 vive sotto scorta per le minacce del mafioso Filippo Graviano, ha detto la sua sulla vicenda: "Smentisco le fantasie che sono state divulgate ad orologeria in queste ore che raccontano di presunte perquisizioni avvenute in casa mia o negli uffici della società che produce 'Non è l’Arena'. Nessuno né oggi, né nelle settimane passate si è presentato per notificarmi atti giudiziari. È inoltre falso che io abbia pagato personalmente e di nascosto Salvatore Baiardo che è stato compensato per le proprie apparizioni nel programma (cosa certamente non bella, seppur lecita, ndr) e nello speciale di novembre interamente costruito sulla sua intervista, come un qualsiasi ospite, in maniera trasparente e tracciabile. Ognuno ha la sua versione, io penso alle 35 persone lasciate per strada senza preavviso".


arena baiardo ingroia giletti aper


Gli approfondimenti di Firenze
Diversamente la Procura di Firenze sta indagando anche su Baiardo e le sue dichiarazioni. Il gelataio di Omegna, che fu condannato per aver favorito la latitanza dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, intervistato più di una volta da Massimo Giletti, negli ultimi mesi si era reso protagonista della previsione clamorosa dell'arresto di Matteo Messina Denaro, avvenuto lo scorso 16 gennaio, indicando anche le condizioni gravi di salute del boss di Castelvetrano.
Una vicenda su cui effettivamente più procure vogliono vederci chiaro.
Quel che è certo è che Baiardo non parla per sé stesso, ma per conto di qualcuno. Un "avvelenatore di pozzi"? Forse. Sicuramente è espressione di un interesse. E gli occhi si rivolgono verso i fratelli Graviano, su cui il gelataio si è sperticato di elogi ad ogni intervento.
"L’unica sua speranza - diceva nella puntata andata in onda a novembre riferendosi ai boss di Brancaccio - e me lo auguro anche io per loro, è che venga abrogato l’ergastolo ostativo e che comincino a godersi la famiglia, i figli". E poi aggiungeva: "E magari chi lo sa che avremo un regalino. Magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato, che faccia una trattativa lui stesso per consegnarsi e fare un arresto clamoroso, e magari arrestando lui esce qualcuno che ha l’ergastolo ostativo senza che ci sia clamore... Sarebbe un fiore all’occhiello".
Dopo quelle uscite Giletti è stato sentito dai magistrati fiorentini, per due volte, in qualità di testimone non indagato.
La prima  il 19 dicembre 2022, un mese dopo la messa in onda dello speciale “Fantasmi di mafia”.
La seconda il 23 febbraio.
Secondo indiscrezioni giornalistiche gli investigatori volevano capire il senso di una sua frase criptica detta nel corso della puntata del 12 febbraio dedicata alla storia della scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino. In quell’occasione, il conduttore aveva premesso: "Vedete, qualcuno questa settimana mi ha detto: "Devi smetterla di occuparti di queste cose", mi ha mandato un messaggio...". E come riportato da La Repubblica sembrerebbe che quel qualcuno non sarebbe un mafioso.
Altro aspetto emerso è che il livello della scorta di Giletti pochi mesi fa è stato innalzato quindi è lecito pensare che i pm di Firenze non lo tengano affatto nel mirino, come insinuato ieri su alcuni siti.
Al contrario. Lo ritengano attendibile.


arena baiardo ingroia graviano


Nuovamente su Tik Tok
Baiardo intanto è tornato a farsi sentire su Tik Tok. Poche ore prima la notizia della sospensione di Non è l’Arena, ha pubblicato un video in cui dice: "In tanti mi state chiedendo quando andrò da Giletti, perché non vado più da Giletti... perché ho abbandonato un po’ La7, adesso ci sono nuove iniziative con nuove tv, non sarò più a La7, probabilmente mi vedrete in Mediaset: lì almeno lasciano dire quello che uno pensa, non ti condizionano nel parlare, ne scoprirete delle belle". E sempre in quel filmato rivela di essere stato interrogato a Palermo da Tescaroli: "È stato interessante perché ho scoperto delle cose talmente assurde che è stato un bene, da una parte, perché le aggiungerò al mio libro ormai in chiusura che esce il 18 maggio.
Questo interrogatorio è spunto per la prossima trasmissione che vedrete su Mediaset".

Le parole al Domani
Baiardo, contattato da il "Domani", avrebbe aggiunto anche altri dettagli: "Lunedì scorso sono stato ascoltato dalla procura dal dottor Tescaroli, e mi ha riferito che Giletti ha detto che gli avrei mostrato delle fotografie che ritraggono Berlusconi con Graviano e il generale Delfino. Non è vero, è falso, non gli ho mai fatto vedere queste foto. Loro dicevano 'Giletti le ha viste, Giletti le ha viste', ma non è vero. Io sono stato anche perquisito, ma non hanno trovato niente". Inoltre ha anche sostenuto che prima delle trasmissioni Giletti gli avrebbe detto, dandogli un bigliettino, di dire in trasmissione che era minacciato. E che ciò sarebbe avvenuto in pochi minuti di pausa, con nessun testimone attorno. Un nuovo tentativo di mistificare la realtà?


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© Imagoeconomica


Giletti via
Aspetto inquietante della vicenda è che, come riportato da Il Fatto Quotidiano, Giletti nelle prossime puntate avrebbe dovuto occuparsi di diversi temi che riguardavano i rapporti tra mafia e politica. Nella prossima puntata era in programma un approfondimento sulle vicende dell’ex sottosegretario di Forza Italia Antonio D’Alì, condannato definitivo per concorso esterno. C'era l'idea di tornare sulla figura di Marcello Dell'Utri (anche lui condannato definitivo per concorso esterno) indagato con Berlusconi a Firenze dal 2017 in un'indagine di cui nessuno parla e che molti dimenticano.
E poi ancora c'erano approfondimenti su casi scomodi, come ad esempio la morte dell'urologo Attilio Manca.
Il Fatto scrive che "Giletti si stava interessando delle informative della Dia sui rapporti di Dell’Utri con i mafiosi, alle perizie sui primi capitali in Fininvest e ai ‘generosi’ prestiti e pagamenti di Berlusconi e delle sue società a Dell’Utri e famiglia, con le immancabili intercettazioni" che "il pubblico della tv ignora".
Niente di tutto ciò andrà in onda. E al contempo si espone comunque un giornalista che resta sotto scorta proprio per le sue attività. Sono giornate delicate. Oggi in Cassazione c'è la sentenza sulla trattativa Stato-mafia e in Parlamento la legislazione antimafia viene messa continuamente sotto attacco.
Il fatto che venga isolato un giornalista che in qualche modo si stava occupando di certe tematiche, comunque la si veda, non è un bel segnale.

Foto di copertina © Imagoeconomica

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