Il presidente è ricercato per crimini contro l’umanità: “Il mandato con le presunte prove è stato secretato con una procedura che appare discriminatoria”
L’avvocato Carlo Palermo già magistrato inquirente a Trento e Trapani dal 1975 al 1989, sopravvissuto alla strage di Pizzolungo, si è detto disponibile, con un comunicato pubblicato su Facebook e tradotto in lingua russa, ad assumere la carica (a titolo gratuito) di codifensore di Vladimir Vladimirovič Putin, presidente della Federazione Russa, nel procedimento intentatogli dalla Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi). Carlo Palermo già nel 1992 lavorò in Russia come inviato a Mosca dal presidente della Camera Giorgio Napolitano in qualità di osservatore presso il Parlamento russo e collaboratore del Capo della Commissione antidroga di Mosca Aslankov. Oggi dice di voler difendere il presidente russo “nei suoi diritti” contro il mandato di arresto emesso nei suoi confronti dal tribunale internazionale con l’accusa “di crimini di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”, ricorda Palermo su Facebook.
L’avvocato si è proposto di essere suo legale “in considerazione, in particolare, che il mandato e il fascicolo con le presunte prove del crimine di guerra è stato secretato, con una procedura che appare discriminatoria, persecutoria, antidemocratica, contraria a ogni principio di legalità e in particolare violativa del principio di terzietà del giudice nel procedimento e del rispetto del contraddittorio e delle garanzie previste in capo ai Capi di Governo dai trattati internazionali”.
Tratto da: facebook.com/carlo.palermo.33
Foto © Imagoeconomica
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