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Il procuratore di Catanzaro: “Chi fa le leggi non pensa minimamente alla mafia”

Intercettazioni, guerra in Ucraina, narcotraffico e lotta alla mafia a livello europeo. Sono stati questi gli argomenti trattati dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri presente ieri all'auditorium Giovanni Testori nell'ambio dell'evento organizzato da WikiMafia 'La 'Ndrangheta nel mondo' e moderato dal sociologo Pierpaolo Farina (direttore di WikiMafia).
Anche se il tema principale dell'evento era la presentazione dell'ultimo libro scritto dal magistrato e dal professore Antonino Nicaso, "Fuori dai confini" (edito da Mondadori) il focus si è spostato su altri temi. Uno su tutti quello delle intercettazioni, ad oggi ancora nel pieno del dibattito politico.
"La discussione che si sta avendo sulle intercettazioni è una discussione vecchia, antica quanto le intercettazioni. Le intercettazioni invadono la sfera della privacy? Però noi dobbiamo utilizzare le stesse tecnologie che usano le mafie". "Ma qui si sta discutendo dei fondamentali. Si sta discutendo se costano troppo. Ma nessuno dice quanti milioni di euro noi recuperiamo quando facciamo arresti o sequestri. Quindi i milioni spesi (per le intercettazioni sono circa 200 mln, ndr) li recuperiamo abbondantemente in un mese di lavoro".
Inoltre, ha ribadito il magistrato, "il 15 dicembre è stato approvato dal ministro un listino e abbiamo abbattuto i costi del 40%".
Ma mentre a Roma si discute le mafie "si sono evolute, sono in grado di utilizzare internet. Loro sono in grado di farsi costruire da hacker delle piattaforme che utilizzano per comunicare. Noi usiamo Whatsapp o Telegram, loro hanno delle piattaforme che usano per comunicare nel mondo. Hanno dei telefoni particolari che durano quattro mesi, che costano migliaia di euro, e vengono utilizzati solo per quella piattaforma". "La prima di queste piattaforme l'abbiamo sequestrata in Costa Rica sei anni fa" ha detto il procuratore.
"E noi stiamo qui a discutere se le intercettazioni costano poco o troppo, se il mafioso parla o meno al telefono, se possiamo utilizzarle o meno per i reati che riguardano la pubblica amministrazione. Capite quanto è lontana la discussione degli addetti ai lavori rispetto alla realtà”.
"Corruzione, concussione e peculato
", ha poi aggiunto, sono "i reati che vanno gomito gomito con la politica e con la mafia".
E sono proprio quei reati per i quali si sta discutendo se includerli o meno nella 'lista' di quelli intercettabili.


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Poi, in merito agli effetti della Riforma Cartabia che colpisce la legge Severino, permettendo a chi patteggia di candidarsi, Gratteri aggiunge: “La riforma Cartabia è stata approvata con i voti di un ampio ventaglio politico ed è stata una riforma che io per primo ho criticato mentre molti altri stavano zitti, perché il presidente del Consiglio era la persona più importante sul piano della competenza finanziaria che c’era in Europa. E adesso, dal primo di gennaio abbiamo visto, stiamo vedendo e vedremo gli effetti negativi sulla sicurezza e sul grado di vivibilità della collettività”.

Traffico di armi
Subito dopo la guerra nella ex Jugoslavia la 'Ndrangheta e la Sacra Corona Unita sono andati nei Balcani a comprare armi: "Ogni famiglia aveva almeno 10 chili di plastico C4, 10 bazooka" e altre armi da guerra.
"Io ho fatto indagini su questo traffico di armi" e siamo andati a scoprire sulle montagne della ex Jugoslavia "le fabbriche che costruivano l'esplosivo".
"E allora noi abbiamo pensato, insieme al professore Nicaso: E se in Ucraina succedesse la stessa cosa?"
"Perché le armi che abbiamo mandato",
ha ricordato, "non hanno tracciabilitá". "Io ho visto delle armi usa e getta che sono molto più potenti di un bazooka e subito dopo la fine di questa guerra le armi potrebbero fare gola alle mafie".


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In guerra è onnipresente anche la fame: una cosa che spinge a vendere qualsiasi cosa a chiunque pur di avere di che vivere.
"Io non sono un esperto né di politica né di strategie internazionali" ha detto Gratteri, "ma sono preoccupato perché non essendoci la tracciabilità non sappiamo quante armi sono state nascoste".
"I mafiosi ucraini ora sono in Europa. Non sono in Ucraina a combattere con gli altri cittadini, ma sono fuori, pronti a rientrare quando ci sarà la ricostruzione
". "E poi lì ci sarà il grande apparecchiamento, lì tutte le mafie del mondo occidentale saranno pronte a intervenire per portare soldi". Una dinamica famigliare, già vista in Europa. Dopo la seconda guerra mondiale le mafie italiane, con la 'Ndrangheta in testa, avevano comprato grandi quantità di beni nella Germania dell'est dopo il crollo del muro di Berlino.

L'oro bianco del sud America
Nel mondo del narcotraffico ora domina la vendita della cocaina. Ma in futuro ci saranno le droghe sintetiche.
Motivi?
Possono essere prodotte ovunque (anche in casa) e non risentono del clima.
"Al mese ci sono decine di nuove droghe sintetiche" che "non si riesce a inserirle nella tabella prevista per il contrasto alle sostanze stupefacenti".
Lo Stato, ha detto il magistrato, che ha la maggiore produzione di droghe sintetiche è l'Olanda. Un Paese dove sono ora presenti molte criticità: “Loro hanno sempre considerato i soldi della droga come un indotto". Motivo per cui molte mafie hanno trovato nei Paesi Bassi un luogo adatto in cui far fruttare i loro affari.
"Vent'anni fa c'era solo la 'Ndrangheta", ma ora c'è anche "la mafia albanese, che non è la mafia delle rapine in villa, ma sta lavorando con la 'Ndrangheta in Sud America per l'importazione di tonnellate di cocaina in Europa. Poi c'è la 'Maffia' che è la terza generazione di nord africani, e sono molto feroci".
Data la gravità della situazione il governo olandese aveva inviato l'anno scorso il ministro della sicurezza e dell'interno a parlare con Gratteri: “Loro sono pronti a spendere cento milioni di euro per le carceri e a costruire una legislazione antimafia come in Italia".


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Anche se da un lato qualche miglioramento è stato apportato è l'Europa il grande assente: "Nessuno sta pensando di creare un sistema normativo per contrastare le mafie".
Basti pensare che nell'eurozona non c'è un limite al contante: le transazioni economiche sono consentite fino a diecimila euro.
"Chi fa le leggi" ha ribadito Gratteri "non pensa minimamente alla mafia".
Perché alcuni anziché fare la lotta alla mafia fanno la lotta all'antimafia?
"Con la lotta alla mafia si rischia. Con la lotta all'antimafia non si rischia nulla".
E riguardo a ciò che ha detto la professoressa Daniela Chinnici all'università di Palermo?
"Penso che siano state espressioni ingrate". "Ho visto su canale 5 un pezzo del Maxi processo, bellissimo. Ho visto un processo celebrato con il vecchio codice. Gli imputati erano a tre metri dalla corte di Assise, dai pubblici ministeri" e nessuno li "stava torturando, nessuno gli stava puntando una pistola alla tempia. È stato un processo celebrato con il rispetto ortodosso delle regole. C'è stato un contraddittorio. Non c'è stata nessuna violazione della legge".

Foto © ACFB

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