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E con sé porta via anche diversi segreti

E' morto Pierluigi Concutelli (in foto), il terrorista di estrema destra condannato all’ergastolo per l’omicidio del giudice Vittorio Occorsio, nel 1976. 
Avrebbe compiuto 80 anni il prossimo giugno ed era malato da tempo. Nel 2009, dopo un’ischemia cerebrale, riuscì ad avere i domiciliari. Quindi, dopo aver trascorso quasi metà della sua vita in carcere, ha ottenuto la sospensione condizionale della pena nel 2011 per motivi di salute. Viveva ad Ostia. Negli anni dell’adesione alla lotta armata era soprannominato il "Comandante". Arrestato a Roma nel 1977 si dichiara prigioniero politico e non ha mai rinnegato la sua adesione alla lotta armata. È responsabile anche di altri due omicidi avvenuti nel carcere di Novara, dove si trovava detenuto. Il 13 aprile 1981, insieme ad un altro protagonista dell'eversione nera, Mario Tuti, Concutelli uccise nel cortile del carcere novarese Ermanno Buzzi, militante neofascista di Brescia, all'epoca unico condannato in primo grado per la strage di piazza della Loggia. Accusato di essere una spia dei carabinieri, Buzzi fu strangolato con un laccio di scarpe. Poco più di un anno dopo, il 10 agosto 1982, sempre nel carcere di Novara, Concutelli uccise un altro estremista di destra, Carmine Palladino, luogotenente di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia Nazionale, che era sospettato dai neofascisti di voler collaborare con la procura che indagava sulla strage della Stazione di Bologna. Per questi due omicidi Concutelli fu condannato a due ergastoli.
La sua è una storia che non si intreccia solo con gli ambienti neofascisti, che iniziò a frequentare da giovanissimo. Nel ’66 si trasferì a Palermo per frequentare la facoltà di Agraria ed è qui che si avvicina al Fronte Nazionale del “principe nero” Junio Valerio Borghese, ex comandante della X° Flottiglia Mas. A Palermo, colleziona anche uno dei primi arresti. Nel 1968 venne fermato vicino a un poligono di tiro nei pressi della discarica di Bellolampo con un’auto piena di armi. 
Sempre a Palermo, aveva stretto una grande amicizia con un professore di filosofia dell'istituto privato "Manara Valgimigli", Francesco Mangiameli, l'ex segretario del "Fronte della gioventù" diventato leader nazionale di "Terza posizione", uomo di buone frequentazioni massoniche. 
Finita l’esperienza del gruppo, entra a far parte di Ordine Nuovo diventandone uno dei leader, ma nel ’73, dopo il decreto ministeriale che ne ordina lo scioglimento, Concutelli inizia a maturare la scelta di passare alla lotta armata. Una scelta che tre anni dopo porta, per l'appunto, all’omicidio del sostituto procuratore di Roma Vittorio Occorsio, che aveva scoperto gli intrecci tra eversione nera e massoneria ed è il primo a parlare della fantomatica Loggia P2.
Nel corso della sua esperienza politica Concutelli entrerà in contatto anche con ambienti criminali sia con Cosa nostra (sin dai primi anni Settanta era in contatto con il clan dei Madonia) che con la 'Ndrangheta. Sono noti, ad esempio, i suoi legami calabresi, con la cosca De Stefano in particolare. Proprio Concutelli raccontò in passato di aver condiviso, durante il periodo di latitanza, un appartamento con Paolo De Stefano e Stefano Delle Chiaie.

Il summit di Montalto
Tra i segreti che Concutelli porta con sé nella tomba c'è il famoso summit di Montalto in Aspromonte, avvenuto il 26 ottobre 1969. Fatti di cui hanno riferito diversi collaboratori di giustizia e che sono stati ricostruiti in diversi processi come "Gotha" e "'Ndrangheta stragista". 
Il giorno prima, la Questura di Reggio Calabria aveva negato lo svolgimento del comizio programmato da Junio Valerio Borghese a Reggio Calabria, principe e capo della famigerata X Mas, flottiglia fedele alla Repubblica di Salò sul tramonto della Seconda guerra mondiale. A quel comizio dovevano essere presenti anche Stefano Delle Chiaie e il boss Antonio Nirta, grande estimatore di Borghese. Nirta, in rappresentanza delle cosche della Locride, avrebbe dovuto coordinare 4mila persone in armi pronte a partecipare al golpe del “principe nero”, annunciata tragedia finita in (inquietante) farsa nel dicembre 1970.
L'incontro si tenne dunque in Aspromonte. Una rappresentanza dei soggetti “politici” utili a fare quel balzo viene invitata al summit che sarà interrotto dalla polizia: Stefano Delle Chiaie, Pierluigi Concutelli, Fefè Zerbi, Valerio Borghese e Santo Saccucci, tutti estremisti di destra che ebbero un ruolo nei moti di Reggio Calabria che si sarebbero consumati successivamente. Ma il motivo di quell’incontro non è soltanto politico. Gente che, per usare le parole di De Stefano, "porta un sacco i sordi". 
In realtà i pentiti aggiunsero anche altro rispetto a quell'incontro. Ad esempio, il collaboratore di giustizia Carmelo Stefano Serpa a disse che "all’interno del summit di Montalto ci fu un altro incontro 'appartato' a cui presero parte quattro o cinque persone del gotha della ‘Ndrangheta assieme a Paolo De Stefano e ai politici". 
Potenzialmente, dunque, Concutelli era a conoscenza dei segreti di quell'incontro. Forse, però, di molto altro ancora.

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