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Il processo d'appello 'Ndrangheta stragista avrà una nuova appendice. Infatti la Corte d'Assise d'Appello, presieduta da Bruno Muscolo, ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e ha acquisito agli atti del processo l'intercettazione emersa nell'inchiesta "Hybris".
L'intercettazione (datata 17 gennaio 2021) è di rilievo nel momento in cui si fanno chiarissimi riferimenti alla riunione in cui le cosche calabresi avrebbero deciso di aderire alla strategia di attacco allo Stato, presso il resort "Saionara" di Nicotera.
A riferirne è Francesco Adornato (soggetto non indagato), considerato dagli inquirenti come un "navigato esponente della ‘Ndrangheta” in una conversazione con Giuseppe Ferraro.
In particolare riferisce che al summit il boss di Rosarno Nino Pesce, detto “Testuni”, rappresentò il mammasantissima Pino Piromalli detto “Facciazza”.
“Questo signor Pesce che lo chiamano ‘Testuni’ - si sente nell’audio dell’intercettazione - si è messo avanti e ha sostenuto che bisogna attuare le stragi di Stato”. Chi votò contro le stragi sarebbe stato il boss di Limbadi Luigi Mancuso: “Pino (Piromalli, ndr) ha sempre un’attenuante perché nella commissione che hanno deciso di mettersi a fianco dei siciliani… e compagnia bella non c’era… C’era Luigi Mancuso… ma la Luigi…ha pestato i piedi… Luigi… in questa commissione al Sayonara gli dice che lui non è d’accordo… perché gli dice Luigi… noi dobbiamo trattare con questi personaggi, gli ha detto, non dobbiamo andare a sparare… per quale motivo”.
Alla fine però, le perplessità di Mancuso sulla campagna delle stragi, così come ha spiegato alla scorsa udienza il pg Lombardo, non attecchirono e passò la linea di Piromalli e Pesce.


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Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo


L'opposizione delle difese
Alla richiesta di acquisizione si sono opposte le difese dei due imputati, Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, già condannati in primo grado all'ergastolo per essere stati i mandanti degli attentati ai carabinieri che, tra la fine del 1993 ed il 1994, portarono alla morte Antonino Fava e Vincenzo Garofalo.
"Credo sia una questione mediatica, solo ed esclusivamente mediatica" ha detto l’avvocato Aloisio, che ha menzionato, mettendo a disposizione della Corte, alcuni articoli di giornale datati 4 giugno 2018 che riportano la testimonianza del pentito Franco Pino nel processo di primo grado.
In quella occasione Pino aveva parlato dell’incontro al Villaggio Sayonara di Marina di Nicotera tra gli esponenti della 'Ndrangheta e di Cosa nostra per “ascoltare” le richieste dei Corleonesi.
Secondo Aloisio, che ha ripreso le parole di Lombardo all'ultima udienza, Adornato non sarebbe "la voce di dentro" che vive le dinamiche di 'Ndrangheta, che ricostruisce quanto è avvenuto in quegli anni: "Il punto è: chi è Adornato? Non sappiamo quale era il ruolo che gli è stato contestato nell’88 quando è stato condannato. Come fa questo soggetto a sapere di determinate dinamiche all’interno della cosca Piromalli? Credo - ha detto infine - non sia una intercettazione che possa dare qualcosa in più o che può essere strettamente necessaria ai fini della decisione finale".
Osservazioni simili anche quelle espresse dal legale di Filippone, Guido Contestabile: "Non conosciamo i contorni della condanna nel 1988, conoscere la posizione di Adornato è necessario, così come è necessaria la trascrizione dell’intercettazione. Adornato dovrebbe dire chi è la propria fonte. Se è vero che è stato condannato per 416bis è anche vero che dall'88 sono passati 35 anni", ha concluso Contestabile.
Ovviamente Lombardo ha definito "inammissibile" la possibilità che "Adornato venga davanti a voi a dire che ha svolto il ruolo di autista di Pino Piromalli".
Dopo aver sentito le parti, dunque, il Presidente della Corte d'asside d'Appello non si è limitato all'acquisizione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Stefania Rachele nell’ambito dell’inchiesta “Hybris”, ma ha anche disposto una perizia sull’intercettazione di Adornato che, adesso, dovrà essere trascritta dal perito Vincenzo Ventra. In attesa che l’intercettazione di Adornato venga trascritta (entro il 17 marzo), mercoledì si torna in aula e sarà sentito il colonnello Massimiliano Galasso che ha redatto l’informativa da cui emergerebbe che le parole di “Ciccio u biondu” avrebbero riscontrato le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Franco Pino.
Sempre la corte si è riservata di decidere sull’audizione di Francesco Adornato "all’esito dell’attività istruttoria".

Foto © ACFB

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