Ranucci: ''Così l'infiltrato Ilardo aveva svelato il patto Stato-mafia''

La "ricerca della verità che non si deve fermare"; "l'importanza che si parli di mafia" per accendere un faro su fatti che non appartengono solo al passato, ma che si riversano nel presente. Fatti come quelli che riguardano la vicenda della trattativa Stato-mafia.
Di questo parlano i due libri "Il Patto" (scritto da Sigfrido Ranucci e Nicola Biondo) e "Il patto sporco e il silenzio" (scritto dal magistrato Nino Di Matteo e da Saverio Lodato), entrambi editi da Chiarelettere, presentati martedì scorso a Roma. "Sono due facce della stessa medaglia - ha commentato Ranucci, a margine dell'evento - Da una parte il patto e la trattativa tra Stato e mafia vista dall'alto, dall'organo giudiziario e dall'analisi delle carte giudiziarie. Dall'altra il racconto del patto attraverso la narrazione di un infiltrato, Luigi Ilardo, che racconta una parte della trattativa dalla pancia di Cosa nostra". "Ilardo - ha aggiunto - era a conoscenza di diversi fatti. Ha detto per primo della strategia della nuova Cosa nostra, quella della sommersione. Aveva portato ad arrestare Provenzano a Mezzojuso. Aveva parlato dei nuovi referenti politici di Cosa nostra, facendo nomi importanti. Ed aveva svelato che dietro le stragi e gli omicidi eccellenti non c'era solo Cosa nostra, ma anche la massoneria, la destra eversiva ed i servizi segreti". Argomenti che ancora oggi, sono oggetto di indagine giudiziaria.

ARTICOLI CORRELATI

Di Matteo: ''Regolamento di conti contro magistratura è pericoloso per i cittadini''

''Il Patto Sporco e il silenzio'' sbarca in Spagna

''Il Patto Sporco e il silenzio'' è sold out e va in ristampa

Sigfrido Ranucci segnala 'Il Patto Sporco e il Silenzio' di Di Matteo e Lodato

''Il Patto Sporco'', il racconto proibito dell'Italia di oggi
di Silvia Resta

Sonia Bongiovanni legge Saverio Lodato e Nino Di Matteo: ''Il Patto Sporco e il silenzio''

Stato-mafia: trattativa libera tutti!
di Lorenzo Baldo

Trattativa Stato-mafia, la Procura generale fa appello in Cassazione
di Aaron Pettinari