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Il Ministero della Difesa russo: 6 velivoli abbattuti. Kiev valuta di ritirare le truppe da Bakhmut

Un altro potenziale attacco nel cuore della Russia. È questo il quadro delineato dal Ministero della Difesa di Mosca che ha riferito oggi di un massiccio attacco di droni alla Crimea: "Sei veicoli d'attacco senza pilota ucraini sono stati abbattuti dai sistemi di difesa aerea", ha affermato il dipartimento militare, che ha specificato come altri quattro UAV sarebbero stati disabilitati con l'aiuto di sistemi di guerra elettronica e non risulterebbero vittime o distruzioni a terra.
Si tratterebbe dell'ennesimo attacco in territorio russo, dopo che nella giornata di ieri diversi droni d’assalto si sono abbattuti su almeno 6 regioni della Federazione russa. Uno di questi aveva addirittura colpito il villaggio di Gubastovo, che si trova a circa 100 km a sud di Mosca e a più di 600 km dal confine russo-ucraino.
Protagonisti di queste incursioni sarebbero gli UAV UJ-22 che possono essere equipaggiati con bombe aree 'non guidate' in grado di distruggere anche veicoli corazzati grazie a granate RPG-7 VM o a bombe da mortaio da 82 mm.
Stando a quanto riporta Ukrjet, l'azienda che lo produce, l'UJ-22 può raggiungere la velocità massima di 160 kmh e può librarsi a un minimo di 50 metri di altitudine, fino a un massimo di 6.000 metri. L'autonomia è di 100 chilometri in modalità radio guidata, ma può arrivare a 800 chilometri in modalità autonoma su coordinate e waypoint prestabiliti. L'UJ-22 caduto a Kolomna è stato ritrovato a circa 500 chilometri dal confine, quindi probabilmente stava volando con una funzione di guida autonoma.
Non è la prima volta che un attacco simile ha colpito il territorio russo. A dicembre, altri velivoli avevano attaccato due basi aeree a Ryazan e Saratov nella Russia centro-meridionale, fino a 370 miglia di distanza dal territorio ucraino più vicino, uccidendo tre militari, ferendone quattro e danneggiando due aerei.
In questa occasione Mosca aveva invece denunciato l’utilizzo di UAV Tu-141 Strizh modificati, prodotti per la prima volta negli anni '70 in epoca sovietica e destinati all'uso come tiro al bersaglio.
Secondo il capo della delegazione di Mosca ai colloqui a Vienna sulla sicurezza militare e il controllo degli armamenti Konstantin Gavrilov, durante il 2022, erano stati svolti lavori presso l'impianto aeronautico di Kharkiv per modernizzare i suddetti UAV con la partecipazione di specialisti dell'ufficio di progettazione di Kiev Luch e della società americana Raytheon Technologies che avrebbe esteso la portata di questo drone fino a 1.000 chilometri.
Per Mosca allora, le coordinate degli obiettivi erano state "determinati dai padroni occidentali del regime di Kiev”.


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Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev


In precedenza, rispetto all’eventualità di colpire la Crimea, (regione annessa alla Russia nel 2014 a seguito di un referendum, preceduto dal colpo di Stato di piazza Maidan, organizzato dagli Stati Uniti) si era espresso con parole di fuoco, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev, avanzando anche la possibilità di una risposta militare con le armi atomiche in caso di attacchi alla penisola.

Kiev valuta di ritirare le truppe da Bakhmut
Ad Artemovsk (Bakhmut) la situazione si fa sempre più critica per le truppe ucraine a difesa della città in rovina, oramai quasi totalmente circondata dalla Wagner. Secondo il consigliere del presidente ucraino Alexander Rodnyansky, per decisione del comando, le unità delle forze armate ucraine possono ritirarsi dalla città, poiché Kiev presumibilmente non vuole sacrificare invano il personale militare.
"La Russia sta cercando di circondare (Artemovsk. - Ed.) in questo momento, e per questo stanno usando le loro migliori truppe Wagner, apparentemente le più ben addestrate ed esperte. (...) I nostri militari ovviamente soppeseranno tutte le opzioni. Per ora tengono la città, ma se necessario si ritireranno strategicamente, perché non sacrificheremo tutta la nostra gente proprio così ", ha affermato in un'intervista alla CNN.
Secondo il consigliere del capo ad interim della Repubblica popolare di Donetsk (DPR) Igor Kimakovsky Kiev avrebbe perso fino al 70% dei militari più addestrati per difendere l’importante insediamento strategico.
Il funzionario ha chiarito che secondo lui, a Bakhmut sono rimaste diverse migliaia di militari, lasciati lì da Kiev "solo per il massacro".
"La situazione a Bakhmut è ora molto complicata. È molto peggio di quanto dicono ufficialmente", ha affermato un militare ucraino alla CNN, specificando che le condizioni del fronte sarebbero particolarmente difficili nel nord della città.
Come riferito da Bloomberg, la conquista di Bakhmut da parte russa, sarebbe un passo verso la liberazione dell’intera Repubblica popolare di Donetsk.

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