Fuori dal Tribunale riunitesi un’ottantina di anarchici che alla sentenza hanno gridato: ''Assassini''

La Cassazione ha rigettato il ricorso contro il regime carcerario del 41bis presentato dalla difesa di Alfredo Cospito, il leader anarchico in sciopero della fame da quasi quattro mesi e detenuto nel reparto penitenziario dell'ospedale San Paolo di Milano. Cospito, 55 anni, già condannato in via definitiva per aver gambizzato un dirigente dell’Ansaldo Nucleare, è in attesa della definizione del giudizio - si sta svolgendo l’appello-bis per rideterminare la pena - per l’attentato alla Scuola allievi dei carabinieri di Fossano per la quale è accusato del reato di strage politica, uno dei più gravi previsti dal codice penale. Nel maggio del 2022 la ministra della Giustizia Marta Cartabia aveva deciso l’applicazione del carcere duro, perché si rischiava che il detenuto inviasse messaggi ai “compagni anarchici” attraverso riviste di settore. Cospito ha iniziato lo sciopero della fame a ottobre per contestare l’applicazione del carcere duro. I supremi giudici, erano quindi chiamati a decidere se accogliere o meno l’istanza dell’avvocato Flavio Rossi Albertini. La Cassazione ha deciso di respingere il ricorso nonostante il parere del procuratore generale della Cassazione Pietro Gaeta secondo il quale il provvedimento di 41bis è “superato dagli eventi” in quanto dal provvedimento della Sorveglianza emergeva una “carenza di attualità in ordine ai momenti di collegamento” con gli anarchici.
L'udienza di oggi era stata fissata in prima battuta dalla Suprema Corte per il 20 aprile, poi anticipata al 7 marzo e, successivamente, al 24 febbraio, in ragione delle condizioni di salute del detenuto. Appena appresa la notizia del verdetto della Cassazione, i manifestanti del sit-in in solidarietà con Cospito hanno urlato "assassini". "Saranno responsabili di tutto quello che succederà", hanno aggiunto i partecipanti alla manifestazione, che è ancora in corso sotto la Corte.
Il Comitato nazionale di bioetica, riunito in seduta plenaria, ha deciso di proseguire l'analisi" in merito alle problematiche connesse all'autodeterminazione nel ricevere o meno i trattamenti sanitari offerti".
Lo rende noto lo stesso Comitato in una nota, al termine del dibattito relativo ai quesiti posti dal Ministero della Giustizia. "Dopo un corale, approfondito dibattito, la Plenaria ha ritenuto di proseguire l'analisi al fine di ottenere la massimo convergenza possibile con riguardo alle delicate e complesse problematiche sottese, nel rispetto di tutte le posizioni sino ad ora emerse". I supremi giudici sono chiusi  in camera di consiglio e l'accesso è presidiato dalla forza pubblica che allontana chi si avvicina. La camera di consiglio non è partecipata, né dagli avvocati né dalla procura che è presente solo con requisitorie scritte. Il collegio è presieduto da Angela Tardìo. Non ci sono indicazioni sui tempi entro i quali sarà nota la decisione sul ricorso di Cospito.

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