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Ieri la conferenza stampa di Our Voice, Attivamente e Saturna per presentare il sit-in che si terrà a Reggio Calabria il 27 Febbraio

“Oggi siamo qui per dare un messaggio contro l’indifferenza, perché il primo scoglio da arginare per togliere linfa vitale, in primis in Calabria, ai poteri mafiosi è proprio abbattere questo velo di indifferenza attorno a tutte le azioni di contrasto alla mafia e che consentono alla tutta società civile di conoscere la verità sulla storia del nostro Paese”. Sono state le parole di Danilo Nocera, attivista dell’associazione calabrese Saturna che, insieme ad altri membri dei collettivi Our Voice e Attivamente, sono intervenuti ieri in conferenza stampa a Reggio Calabria. L’evento ha avuto luogo a poche centinaia di metri dall’aula dove stava volgendo a termine la requisitoria del processo ‘Ndrangheta stragista, proprio per dare sostegno al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, ai magistrati della DDA e alle forze dell’ordine impegnate nelle indagini e nella ricerca della verità sulle stragi.


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L'attivista del collettivo Our Voice, Marta Capaccioni


I tre collettivi sono gli organizzatori del sit-in che si terrà il 27 febbraio alle 9.00, in Piazza Castello, davanti alla Corte di Appello, per denunciare l’omertà e l’indifferenza, prima di tutto istituzionale, politica e mediatica attorno a questo processo. Un “silenzio assoluto” che, come ha affermato Marta Capaccioni del Movimento Our Voice, “ci sconvolge e che circonda verità inquietanti e gravissime dai fatti affermati nella sentenza di primo grado e dal processo che si è svolto in appello”. Nel momento in cui dalle attività di indagine o dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia emergono compartecipazioni esterne alla mafia, nel nostro Paese inizia sempre un’opera di sommersione, di depistaggio e di isolamento.
"In questo processo storico è emerso che a 30 anni dalle stragi del 1992 e del 1993, nel progetto di “attacco allo Stato” non era coinvolta solo Cosa nostra, ma anche la ‘Ndrangheta, la Camorra e la Sacra Corona Unita. Si tratta di organizzazioni mafiose che pubblicamente continuano ad essere raccontate separatamente, spesso come criminalità di strada o come forze che agiscono in maniera totalmente contrapposta allo Stato. Ma questa è una narrativa completamente distorta e lontana dalla realtà dei fatti”.


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Danilo Nocera, attivista associazione Saturna


E ha continuato aggiungendo che, come ha chiarito nel dettaglio Lombardo nel corso della requisitoria di primo e di secondo grado, "Cosa nostra e la ‘Ndrangheta in quella strategia stragista agirono congiuntamente anche nel sostenere il partito politico che stava nascendo proprio in quegli anni: Forza Italia di Silvio Berlusconi. Un appoggio che, come emerge dalle indagini, sarebbe arrivato anche dalla massoneria occulta. I nomi che escono sono sempre gli stessi e rimangono sempre impuniti. Di fronte a questo quadro noi, come giovani, siamo profondamente indignati, perché si tratta di persone che continuano a sedere nel nostro Parlamento e a determinare, condizionare ed influenzare la vita politica, istituzionale, sociale e culturale di tutto il popolo italiano”.


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L'attivista del collettivo Attivamente, Andrea La Torre


Soprattutto alle giovani generazioni viene, in effetti, negato il diritto a conoscere la verità su pezzi di storia fondamentale della nostra Nazione. “Lo scorso anno sono ricorsi i trentennali delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. La sensazione, che purtroppo abbiamo, è che fra passerelle e celebrazioni che spesso avevano come protagonisti personaggi totalmente avvezzi a ipocriti sproloqui, il nostro Paese abbia avviato una pericolosa retromarcia, davanti alla quale non possiamo restare a guardare”, ha detto con forza Andrea La Torre, del collettivo Attivamente. “Siamo venuti da Palermo perché siamo animati dalla convinzione che la lotta alla mafia ci riguardi direttamente tutte e tutti”. E ha concluso affermando che “ancora oggi, trent’anni dopo le stragi, ci sono giovani che si indignano e manifestano, che non intendono abbandonare il sogno di un’Italia libera dal potere mafioso, dalle sopraffazioni e dal silenzio complice. Che non intendono tacere, piegarsi al compromesso morale. Che non accettano le ipocrisie e le passerelle di chi si ricorda della nostra terra, dei suoi martiri, due volte l’anno. Che hanno sete di verità e giustizia sulle stragi del ’92 e del ’93. Che lotteranno per averne. Dalla Sicilia alla Calabria, dalla Puglia alla Lombardia, dalla Campania al Piemonte dobbiamo compattarci. Verso la bellezza del fresco profumo di libertà”.


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Foto © Our Voice


Dossier Processo 'Ndrangheta stragista

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