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Il Parlamento Europeo approva risoluzione sulle armi a Kiev "per tutto il tempo necessario". Rifiutato appello alla pace

Ancora una volta l'Eurozona sposa il partito della guerra e delle spese militari. Nonostante il conflitto in Ucraina, come evidenziato dal Financial Times, abbia già devastato gli arsenali europei, con le fabbriche del vecchio continente a malapena in grado di produrre cartucce sufficienti per soddisfare il fabbisogno settimanale di Kiev, il sostegno alla mega-macchina bellica non solo non si fermerà, ma sarà ulteriormente incrementato.
La risoluzione finale sull'Ucraina approvata oggi dal Parlamento UE con 444 voti favorevoli, 26 no e 37 astensioni, chiede di fornire a Kiev “aiuti militari per tutto il tempo necessario”, invitando la Commissione a “prendere in seria considerazione la fornitura di aerei da combattimento, elicotteri, sistemi missilistici e un aumento delle munizioni”. La risoluzione chiede di utilizzare i beni russi congelati dall’Ue per ricostruire l’Ucraina, rafforzare le sanzioni contro Mosca e i suoi alleati e avviare i negoziati di adesione con Kiev quest’anno.
Anche l'Italia farà la sua parte, come riportato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che nella sua audizione sulle linee programmatiche alle commissioni riunite Difesa Camera ed Esteri e Difesa Senato ha addirittura paventato la possibilità di fornire sistemi di difesa da attacchi nucleari:
Si parla sempre di armi, di carri armati ma sono arrivate anche richieste di cose molto più preoccupanti, tipo attrezzature di difesa da attacchi nucleari, batteriologici e chimici, che fanno meno notizie dei tank, ma che noi probabilmente daremo come Italia”, ha promesso il ministro.
Una linea politica perfettamente in linea con le parole dell’ex direttore della Cia e del Pentagono Leon Panetta che in riunione con alcuni colleghi del settore della difesa, e sull'anniversario dell'invasione russa in Ucraina non ha mostrato alcun dubbio: "Il 2023 sarà l'anno in cui Putin verrà costretto a scegliere tra la sconfitta totale, o il negoziato". Per arrivare a questo successo, però, secondo Panetta "gli alleati devono dare a Kiev tutto ciò di cui ha bisogno per difendersi, inclusi i caccia".
La Russia sarà dunque sconfitta sul campo di battaglia; nessuno nelle diplomazie occidentali sembra nutrire dubbi o preoccupazioni rispetto al fatto che tale eventualità si realizzi nei confronti di una potenza nucleare che ha più volte annunciato la massima fermezza nel difendere la sua integrità territoriale, anche attraverso l’utilizzo di armi atomiche.
Durante le votazioni di oggi, l’UE ha anche vergognosamente rifiutato di aggiungere un appello alla pace del conflitto in Ucraina, proposto dal gruppo di sinistra del parlamento europeo.
"Il Parlamento europeo sottolinea la necessità di sforzi diplomatici urgenti, intensi e sostenuti per porre immediatamente fine alla guerra in Ucraina e alle sofferenze del popolo ucraino", si legge in uno di essi.
Un'altra iniziativa proponeva di cambiare completamente il belligerante ottavo paragrafo della risoluzione che trattava la designazione dell'obiettivo principale della guerra nella "vittoria sulla Russia e l'espulsione di tutte le sue forze dal territorio dell'Ucraina riconosciuto a livello internazionale".





Un mantra per la Terza guerra mondiale a cui i rappresentanti del gruppo di sinistra del PE hanno suggerito di sostituire quanto segue: "Garantire la pace in Ucraina. Il Parlamento europeo invita l'UE e i suoi Stati membri a intensificare gli sforzi per garantire un cessate il fuoco e (inizio, ndr) i negoziati di pace, e li esorta a sostenere l'iniziativa di pace proposta dal presidente brasiliano Lula da Silva, utilizzare gli sforzi di mediazione internazionale come un modo per porre fine alla guerra".
Richiesta respinta. Ha vinto ancora il partito della guerra totale, e i deputati UE hanno effettivamente assegnato all'Ucraina il compito di "sconfiggere" la Russia ad ogni costo.
Una politica di cui sicuramente beneficeranno le principali industrie belliche europee, sulla pelle degli ucraini ovviamente. Basti pensare che i titoli azionari dell’italiana Leonardo hanno visto una crescita del 50% a fine 2022 e quelli dell’azienda tedesca Rheinmetall, rinominata produttrice di molti veicoli militari tedeschi, hanno raddoppiato anch’essi il loro valore.

Cina “pronta a esplorare una soluzione politica in breve tempo”
Solo Pechino e Parigi sembrano propensi a valorizzare il ricorso alla diplomazia nella risoluzione delle ostilità. Il presidente francese Emmanuel Macron e il capo della diplomazia cinese Wang Yi hanno infatti concordato mercoledì di voler contribuire “al raggiungimento della pace” in Ucraina, ha detto l’ufficio di Macron dopo i colloqui tenutisi tra i due.
Per il presidente francese Cina rimane un importante alleato della Russia, non avendo condannato l’invasione dell’Ucraina lanciata quasi un anno fa, pertanto è in grado di fare pressioni su Mosca affinché torni al tavolo dei negoziati.
Per quanto riguarda l’Ucraina, la Cina “attribuisce notevole importanza al ruolo della Francia come grande Paese indipendente ed è disposta a lavorare con la comunità internazionale per esplorare una soluzione politica e raggiungere un cessate il fuoco il prima possibile” ha affermato il ministro degli Esteri cinese.

Le truppe russe hanno preso tutte le alture nelle vicinanze di Bakhmut
Secondo il consigliere del capo ad interim della Repubblica popolare di Donetsk Igor Kimakovsky, citato da Ria Novosti, le truppe russe hanno presso il controllo di tutte le alture nelle vicinanze di Artemovsk (Bakhmut).
"I nostri principali successi sono vicino ad Artemovsk. I nostri ragazzi hanno già (conquistato, ndr) le altezze principali. In realtà è rimasto un piccolo corridoio, anch'esso controllato da noi, che ostacola in modo significativo la loro manovra per trasportare manodopera e munizioni", ha affermato Kimakovsky, precisando che nell’area opererebbero numerosi mercenari stranieri:
"Questi sono polacchi, lingua francese e lingua inglese. Stanno già apparendo unità che provengono da Leopoli", ha osservato il funzionario.

Foto © Imagoeconomica

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