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Il dialogo con i gesuiti in Africa: “Si uccide con una facilità che mi sconvolge”. E sulle dimissioni: “Ho scritto le condizioni ma ora non sono in agenda"

Apriamo gli occhi sul mondo: tutto il mondo è in guerra! La Siria vive una guerra da 12 anni, e poi lo Yemen, il Myanmar con il dramma dei rohingya. Anche in America Latina ci sono tensioni e conflitti. E poi questa guerra in Ucraina. Tutto il mondo è in guerra, ricordiamocelo bene”. A dirlo è Papa Francesco in un dialogo, pubblicato da La Stampa, avuto con alcuni fedeli gesuiti durante il viaggio fatto a inizio febbraio dal Pontefice in Africa.
Io mi domando: l'umanità avrà il coraggio, la forza o persino l'opportunità di tornare indietro? Si va avanti, avanti, avanti verso il baratro. Non so: è una domanda che io mi faccio. Mi dispiace dirlo, ma sono un po' pessimista”, ha affermato Bergoglio. “Oggi davvero sembra che il problema principale sia la produzione di armi. C'è ancora tanta fame nel mondo e noi continuiamo a fabbricare le armi. È difficile tornare indietro da questa catastrofe. E non parliamo delle armi atomiche! Credo ancora in un lavoro di persuasione. Noi cristiani dobbiamo pregare tanto: ‘Signore, abbi pietà di noi’”, ha detto ancora.
In questi giorni mi colpiscono i racconti delle violenze. Mi colpisce soprattutto la crudeltà. Le notizie che vengono dalle guerre che ci sono nel mondo ci parlano di una crudeltà persino difficile da pensare. Non solo si uccide, ma lo si fa crudelmente. Per me questa è una cosa nuova. Mi dà da pensare. Anche le notizie che arrivano dall'Ucraina ci parlano di crudeltà. E qui in Congo lo abbiamo ascoltato dalle testimonianze dirette delle vittime”, ha concluso sul punto Papa Francesco.
Durante la conversazione con i gesuiti si è parlato anche delle sue possibili dimissioni.
E’ vero che io ho scritto le mie dimissioni due mesi dopo l'elezione e ho consegnato questa lettera al cardinale Bertone. Non so dove si trovi questa lettera. L'ho fatto nel caso che io abbia qualche problema di salute che mi impedisca di esercitare il mio ministero e di non essere pienamente cosciente per poter rinunciare”, ha detto il Pontefice. “Questo però non vuol affatto dire che i Papi dimissionari debbano diventare, diciamo così, una ‘moda’, una cosa normale”, ha spiegato. “Benedetto ha avuto il coraggio di farlo perché non se la sentiva di andare avanti a causa della sua salute. Io per il momento non ho in agenda questo. Io credo che il ministero del Papa sia ad vitam. Non vedo la ragione per cui non debba essere così. Pensate che il ministero dei grandi patriarchi è sempre a vita. E la tradizione storica è importante. Se invece stiamo a sentire il ‘chiacchiericcio’, beh, allora bisognerebbe cambiare Papa ogni sei mesi!”, ha concluso.
 
Foto © Imagoeconomica

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