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I membri potranno impegnarsi in ostilità al di fuori dell’articolo 5 del trattato. Si stringe il nodo russo attorno a Bakhmut. Mosca ammassa jet al confine

La NATO sembra pronta a superare la formalità dei trattati ed ufficializzare l’abbandono dell’ormai superato mantra dell’Articolo 5 che vincolava l’intervento armato alla semplice difesa collettiva. Secondo il quotidiano Bloomberg, che ha citato un interlocutore dell’Alleanza, il ministri della difesa potrebbero firmare un piano per partecipare alle ostilità al di fuori della loro area di responsabilità: "Gli alleati della NATO saranno incoraggiati a spostare gli investimenti su ciò che è necessario per la difesa collettiva, comprese le forze armate più pesanti. Saranno inoltre invitati a rafforzare le loro difese aeree e missilistiche", ha affermato la fonte, precisando che la leadership segreta valuterà le modalità per la partecipazione simultanea dei membri della NATO alle ostilità, anche al di fuori dell'area di responsabilità prevista dall'articolo 5 della carta dell'alleanza sulla difesa collettiva.
Se ciò avverrà di fatto rappresenterà un altro testamento a favore delle guerre imperialiste occidentali contro il resto del mondo.
Un cambio di paradigma che in realtà era stato già annunciato durante il vertice NATO del 23-25 aprile 1999, alla vigilia della guerra in Serbia. In quei giorni, sulla base del “nuovo concetto strategico”, venivano impegnati i Paesi membri anche a “condurre operazioni di risposta alle crisi non previste dall’Articolo 5, al di fuori del territorio dell’Alleanza”.
Un incipit che ha aperto la strada alle sanguinose guerre “preventive” di Afghanistan, Iraq, Libia e Siria. Tuttavia, in una fase in cui il nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza stilato lo scorso anno, vede la Russia come principale minaccia “diretta” dei paesi membri, parlare di conflitti ad alta intensità al di fuori dell’articolo 5 proietta, di fatto, gli orizzonti verso guerre molto più distruttive e dalle conseguenze ancora più drammatiche per il futuro del genere umano.

Si stringe il nodo russo attorno a Bakhmut
Nel frattempo i combattimenti attorno alla città cardine della difesa ucraina nel Donbass si fanno sempre più intensi. Secondo il The Guardian, nelle ultime ore le forze di Kiev hanno fatto saltare in aria un ponte vicino alla città orientale di Bakhmut, segno che potrebbero aver intenzione di ritirarsi dall'area.
Sembra che il Cremlino stia concentrando la massima forza per catturare la città entro l’anniversario dell'invasione datata 24 febbraio.
Un’eventualità fuori discussione per il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky che ha dichiarato all'inizio di febbraio come il suo paese fosse determinato a tenere Bakhmut ad ogni costo, soprannominandola addirittura l’insediamento "Fortezza Bakhmut". Tuttavia, secondo il Washington Post, funzionari statunitensi hanno cercato di convincerlo a dare la priorità ai preparativi per una controffensiva per riprendersi quello che gli Stati Uniti considerano territorio più importante. Secondo il quotidiano, gli stessi interlocutori hanno sottolineato che il tempo era essenziale poiché il livello di sostegno americano non poteva essere garantito all’infinito.


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Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky


Stando alle ultime notizie sul campo, Bakhmut sembra prossima ad essere circondata dalle forze russe.  Dopo la conquista di Krasnaya Gora, le unità della Wagner stanno ora conducendo feroci battaglie a Paraskovievka, l’ultimo insediamento impedisce alla città di essere totalmente circondata.
Dopo Krasnaya Gora, presto sarà la volta di Paraskoveevka, altro grande sobborgo per il quale sono in corso i combattimenti. Dopodiché, sarà possibile dire a ragione che la città è circondata. La copertura di Artemovsk da nord e da sud ha già reso difficile l'approvvigionamento del gruppo ucraino che lo difende. Infatti, delle cinque strade che conducono alla città le resta a disposizione solo una... Sono ancora in grado di consegnare munizioni ed evacuare i feriti in veicoli blindati. Ma la carenza di approvvigionamento sta già facendo sentire il suo tributo”, ha affermato recentemente l’esperto militare Vladislav Shurygin al quotidiano Izvestia.

Mosca ammassa caccia al confine con l’Ucraina. Austin smentisce
Secondo indiscrezioni del Financial Times, che ha citato gli 007 occidentali, i russi starebbero ammassando caccia ed elicotteri al confine con l’Ucraina per sostenere la nuova offensiva di terra. Dettaglio che in realtà potrebbe anche indicare una sua incompleta concretizzazione.
Immediata la smentita del segretario della Difesa Usa Lloyd Austin al termine della riunione del formato Ramstein a Bruxelles. “Non vediamo che la Russia stia ammassando forze aeree per lanciare un’offensiva ma certamente Mosca continua ad avere grandi capacità in termini di aviazione”, ha affermato Austin, evidenziando tuttavia la tangibile minaccia della forza aerea russa. “Abbiamo una breve finestra di tempo per aiutare gli ucraini a prepararsi all’offensiva. Le forze terrestri russe sono piuttosto alle corde, quindi è probabile che punteranno sugli aerei”, ha riferito nel merito un alto esponente americano.

Foto © Imagoeconomica

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