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Continua a crescere il bilancio del violento Terremoto che ha scosso Turchia e Siria che ora è a oltre 16mila vittime. Secondo le autorità governative e sanitarie, sono morte 12.873 persone in Turchia e 3.162 in Siria, per un bilancio totale di 16.035 vittime confermate. Intanto non si fermano le operazioni dei soccorritori, tra i quali ci sono anche italiani, che cercano sopravvissuti.
La protezione civile turca, AFAD, ha reso noto che sono 28.044 i terremotati evacuati dalle zone colpite dal tremendo sisma di grado 7.7 registrato nel sud est della Turchia alle prime luce dell'alba del 6 febbraio. Afad ha specificato che i terremotati e i feriti sono stati fatti uscire dall'area colpita via terra e via aereo.

Sara Montemerani: "Qui non c'è più niente, hanno bisogno di tutto"
"Qui ormai hanno poco di tutto, ci sarebbe bisogno di qualunque cosa. Ci rincorrono perché vorrebbero che si riuscisse a dare una mano a tutti, ma questo non è possibile perché siamo un contingente limitato e cerchiamo di fare il possibile sui target che ci vengono assegnati. Ma la situazione è davvero drammatica e difficile perché hanno perso tutto, non c'è una palazzina rimasta in piedi, non c'è acqua, non c'è riscaldamento, qui non c'è più niente". È quanto racconta all'ANSA Sara Montemerani, dottoressa che lavora ad Arezzo, una delle operatrici toscane del 118 impegnata per il terremoto in Turchia. "I vigili del fuoco - aggiunge - hanno fatto un gran lavoro perché hanno allestito un campo base che ci permette di avere almeno un giaciglio dove riposarci nelle ore di riposo. Stiamo facendo dei turni di sei ore divisi tra sanitari e squadre dei vigili del fuoco mantenendo sempre entrambe le competenze. Il nostro campo base è all'Hatay stadium e da qui partiamo per la città dove ogni giorno ci vengono assegnati dei campi di lavoro su cui andiamo a intervenire". Ieri l'operatrice ha partecipato alle lunghe operazioni che hanno portato al salvataggio del giovane rimasto incastrato sotto le macerie. "Ieri è stata una giornata complessa - racconta ancora - che ha richiesto una tempistica di intervento più prolungata perché siamo stati fuori dalle 6 di mattina a mezzanotte. L'intervento riguardava un giovane infermiere rimasto incastrato sotto le macerie di casa, aveva quattro piani crollati addosso. Dopo tanta fatica siamo riusciti a portarlo fuori vivo e questo ha ripagato tutti gli sforzi fatti nella giornata".

Save the Children: corsa contro il tempo per salvare bambini
Save the Children ha dichiarato che si sta rapidamente chiudendo la finestra temporale per portare rifugi, forniture mediche, acqua e cibo nelle aree più colpite per salvare vite umane. Le prime 72 ore successive a un disastro naturale sono fondamentali e il tempo per salvare i sopravvissuti, in particolare i bambini che sono i più vulnerabili alle gelide temperature, sta per scadere. Si stima che i terremoti abbiano colpito circa 23 milioni di persone, molte delle quali sono proprio bambini. I sopravvissuti in Turchia e in Siria hanno urgente bisogno di aiuti umanitari come cibo, ripari, coperte e acqua pulita. Anche la necessità di servizi igienico-sanitari nei rifugi temporanei è sempre più prioritaria, poiché senza acqua corrente e latrine si diffonderanno rapidamente malattie particolarmente letali per i bambini, sottolinea l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro. I bambini corrono anche il rischio di essere separati dalle loro famiglie, il che li espone al pericolo di sfruttamento e abusi. "Ho incontrato persone che hanno vissuto esperienze traumatiche a causa del terremoto. Ho parlato con genitori che stanno ancora aspettando di ricongiungersi con i loro figli attualmente sotto le macerie. Ci sono, poi, molti altri bambini che continuamente vengono messi in salvo” ha dichiarato da Hatay (Turchia), Berna Koroglu, coordinatrice del team di risposta alle emergenze per Save the Children in Turchia. “Le strutture igieniche e la disponibilità di cibo sono limitate. Abbiamo bisogno di supporto e soprattutto di primo soccorso psicologico per i bambini, che hanno visto crollare le loro case e le loro scuole. La comunità internazionale deve fare tutto il possibile per sostenere gli operatori umanitari locali” ha concluso Berna Koroglu. La situazione nel Nord-Ovest della Siria è incredibilmente sconfortante. I terremoti hanno colpito aree in cui i bambini e le loro famiglie stavano già affrontando enormi sofferenze, molti di loro erano sfollati a causa di 12 anni di conflitto, vivevano nei campi ed erano già dipendenti dagli aiuti umanitari per soddisfare i loro bisogni essenziali. “Anche prima del terremoto, la vita nei campi era difficile e le persone dipendevano dall'assistenza umanitaria per sopravvivere. Quest'inverno è stato molto freddo e le tende offrono poco conforto contro il cattivo tempo. I nostri partner locali ci dicono che il terremoto ha trasformato una situazione terribile, in una ancora più insopportabile: senza sostegno le persone non possono sfamare i propri figli. Hanno urgente bisogno di aiuto” ha sottolineato Kathryn Achilles, Direttrice Advocacy, Media e Comunicazione di Save the Children in Siria.

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