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Mobilitate 29 squadre soccorso da 23 Paesi con meccanismo Ue

Sale a oltre 9600 morti e 45mila feriti il bilancio del terremoto in Siria e Turchia: l'Afad, Autorità turca per la gestione delle emergenze e dei disastri naturali, ha riferito che sono 7108 i morti accertati nelle province di Kahramanmaras, Gaziantep, Sanliurfa, Diyarbakir, Adana, Adiyaman, Osmaniye, Hatay, Kilis, Malatya e Elazig, e 40910 i feriti. Dopo la prima scossa, è stato poi reso noto, se ne sono registrate altre 648, una delle quali, la più forte, di magnitudo 7,6, con epicentro Elbistan. Nelle zone colpite sono stati dispiegati oltre 96.600 agenti dipendenti di Ong, squadre di ricerca e soccorso, volontari. E' stato inoltre allestito un ponte aereo per il trasferimento di personale e materiale da Istanbul, Ankara e Smirne. In Siria, nelle zone sotto il controllo di Damasco, i morti sono 1250, i feriti 2054, secondo quanto pubblicato dal ministero della Salute siriano su Facebook.
Il premier siriano, Husein Arnus, si è recato in visita oggi nella provincia di Latakia per supervisionare i lavori di ricerca e soccorso nell'omonima capitale provinciale. Secondo l'agenzia Sana il premier ha quindi incontrato vari residenti nel quartiere di Raml al Shamali.

29 squadre soccorso da 23 Paesi con meccanismo Ue
In seguito all'attivazione del Meccanismo di protezione civile dell'Ue da parte della Turchia per affrontare le conseguenze del terremoto che ha colpito il Paese e la vicina Siria, sul campo sono iniziate le operazioni di 29 squadre di ricerca e soccorso e di 5 squadre mediche guidate da 20 Paesi Ue (Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Estonia, Francia, Grecia, Germania, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria) e tre extra-Ue (Albania, Montenegro e Serbia). Lo riferisce la Commissione europea, precisando che sono stati mobilitati 1485 soccorritori e 100 cani da ricerca.

Cina, Usa rimuovano sanzioni unilaterali Siria dopo sisma
Gli Usa "dovrebbero mettere da parte l'ossessione geopolitica, revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria e aprire la porta all'assistenza umanitaria di fronte alla catastrofe". E' la richiesta della Cina a Washington a seguito del violento terremoto che ha sconvolto Turchia e Siria. "Gli Stati Uniti sono stati a lungo coinvolti nella crisi siriana con interventi militari e sanzioni economiche, che hanno provocato un gran numero di vittime civili e difficoltà nello sviluppo economico e nel processo di ricostruzione", ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, nel briefing quotidiano.

Foto © Imagoeconomica

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