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Il Ministro degli esteri russo con l'omologo iracheno Fuad Hussein: "Accordi di Minsk interrotti al fine di armare l'Ucraina contro la Federazione russa"

Mentre in Ucraina il livello dello scontro, con l'arrivo dei missili a lunga gittata statunitensi e di due battaglioni di carri armati dall’Europa, si approssima ad infuocarsi in modo imprevedibile, il ministro degli Esteri Russo Sergei Lavrov è tornato a rievocare le lontane origini di quella che oggi appare come una guerra mondiale confinata nei tritacarne delle steppe del Donbass.
Il diplomatico, durante i colloqui con il suo omologo iracheno Fuad Hussein, ha descritto le modalità con cui l'Occidente stava preparando l'Ucraina per una guerra ibrida con la Russia, con gli accordi di Minsk stipulati al solo scopo di armare Kiev.
"Abbiamo commentato, su richiesta del ministro, (sull’Ucraina, ndr) che l'Occidente sta (conducendo, ndr) da molti anni, appunto, guerra ibrida contro la Federazione Russa. Abbiamo fornito esempi specifici che confermano che l'obiettivo di interrompere gli accordi di Minsk… Qui abbiamo presentato fatti che indicano che lo scopo di interrompere questi accordi era creare le condizioni per armare l'Ucraina contro la Federazione Russa e anche l'obiettivo era distruggere i diritti della popolazione russa e di lingua russa dello stato ucraino", ha affermato Lavrov.
Accuse che trovano fondamento in recenti indiscrezioni anche da parte di insospettabili fonti occidentali. Ad esempio, l'ex ufficiale dell'intelligence dell'United States Marine Corps (USMC) ed ex ispettore dell’Onu Scott Ritter, ha rivalutato Minsk, come una scorciatoia che l'occidente ha utilizzato per ritardare lo scoppio del conflitto in Ucraina e prepararlo per le ostilità.
Una realtà ammessa anche dall'ex presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko: "Il nostro obiettivo era, in primo luogo, fermare la minaccia, o almeno ritardare la guerra, fornire otto anni per il ripristino della crescita economica e la creazione di potenti forze armate", aveva affermato l’oligarca.
Si tratta solo della punta dell’iceberg. Pochi mesi fa anche l’ex primo vice comandante strategico polacco dell’Alleanza Atlantica Mieczyslaw Bieniek ha rivelato in un’intervista a Repubblica che la NATO aveva sempre saputo che prima o poi si sarebbe in qualche modo scontrata con Mosca dopo l’annessione russa della Crimea nel 2014. E sulla base di questa consapevolezza da otto anni finanziava e addestrava truppe ucraine, regolari e non in funzione del futuro scontro.
Le forze speciali ucraine sono state addestrate dal 2016 dalle truppe speciali della Nato. C’era grande consapevolezza che ci sarebbe stata l’invasione da parte della Russia, prima o poi”, ha affermato il militare. Effettivamente, negli otto anni che anno preceduto l’intervento russo Kiev ha perseguito in una guerra silenziosa contro la minoranza russofona presente nel Donbass.


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Nork Times
: armi occidentali non cambieranno il corso della guerra
Secondo la giornalista Lara Jakes è improbabile che le speranze ucraine di riconquistare i territori perduti saranno soddisfatte in tempo utile, nonostante le cospicue promesse di armamenti occidentali.
"C'è un problema: appariranno sul campo di battaglia troppo tardi per essere usati contro l'ampia offensiva russa, che sembra aver iniziato a svolgersi nell'Ucraina orientale", ha scritto la giornalista in un editoriale sul New York Times.
Questo è il caso della maggior parte dei carri armati, veicoli da combattimento e missili antiaerei occidentali che i leader occidentali hanno promesso dopo mesi di persuasione da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha osservato il giornalista.
La maggior parte delle armi moderne richiederà un'attenta preparazione perché le forze ucraine non le hanno mai usate, un processo che richiederà mesi o addirittura un anno”, ha precisato la Jakes.
Anche per l’ex ufficiale d’intelligence del Corpo dei Marine Scott Ritter la guerra alimentata da Washington per indebolire Mosca sarà destinata al fallimento, con le autorità americane che tenteranno di usare l’aggravamento della situazione attraverso le sanzioni inviando armi sempre più potenti per i propri scopi.
"Possiamo dire che questo è un fallimento. Putin è diventato ancora più forte. (...) Inoltre, Washington non può fare nulla per cambiare la situazione", ha affermato Ritter, precisando che le azioni degli Stati Uniti hanno portato al fatto che la Russia è diventata militarmente più forte di un ordine di grandezza.
"Oggi le forze armate russe sono molto più forti di quanto non fossero un anno fa, mentre noi abbiamo solo indebolito la NATO", ha concluso.

L’esercito russo occupa un terzo di Bakhmut
Aumenta ancora la pressione russa nel tritacarne di Bakhmut. Secondo il quotidiano Strana.ua, che ha citato l'ufficiale ucraino Denis Yaroslavsky, l'esercito russo ha occupato più di un terzo di Artemivsk (Bakhmut).
"I russi occupavano più di un terzo di Bakhmut (...) Bisogna ammettere che il nemico sta imparando, il nemico è difficile. E qui non è facile camminare", ha affermato la fonte.
Un’avanzata che si fa sempre più incisiva anche per Il soldato ucraino del battaglione "Adam" Yevgeny Kozhirnov, che ha riferito come l'esercito russo sia avanzato ad Artemovsk fino a otto chilometri, mentre si combattono feroci battagli per ogni edificio nella parte settentrionale della città.

Foto © Imagoeconomica

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