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Migliaia di persone ancora sotto le macerie

Si aggrava il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria nella notte del 6 febbraio: i morti registrati nei due paesi sono oltre 4.700 ma il bilancio è ancora provvisorio, mentre continua il lavoro dei soccorritori. In particolare, in Turchia 3.381 persone sono rimaste uccise e altre 20.426 ferite, secondo quanto riferito dall'agenzia turca Anadolu, che cita un funzionario dell'agenzia per i disastri del paese. In Siria, 733 persone sono morte nelle aree controllate dai ribelli e altre 656 persone hanno perso la vita nelle regioni controllate dal governo, in base a quanto riporta Sky News.

I soccorritori hanno continuato a lavorare tutta la notte, nonostante il freddo, per recuperare le persone rimaste intrappolate sotto le macerie. Secondo quanto riferisce Anadolu, quattro persone sono state salvate 28 ore dopo il crollo di un edificio a Gaziantep, città colpita dal sisma nel sud della Turchia. Molte persone, però, restano accanto alle macerie nella speranza di rivedere vivi i loro cari. Aree urbane, edifici, palazzi e monumenti nelle aree colpite dal terremoto sono crollati. Dopo la prima scossa della notte, la terra ha continuato a tremare, con tante repliche di cui una di magnitudo 7.5 nella mattina di lunedì. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha definito il sisma come il peggiore che abbia colpito la Turchia dal 1938. Poi Erdogan ha annunciato un periodo di lutto nazionale di sette giorni, con bandiere a mezz'asta fino a domenica 12 febbraio.


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In Turchia, gli sforzi sono attualmente concentrati sulla ricerca e il salvataggio: l'UNICEF, spiega una nota, si sta coordinando con il governo e il Disaster and Emergency Management Presidency sui bisogni primari legati alla più ampia risposta umanitaria. In Siria, l'UNICEF sta valutando l'impatto dei terremoti e si sta preparando a sostenere la risposta umanitaria in coordinamento con i partner. Il terremoto iniziale di magnitudo 7,7 ha colpito poco dopo le 4.00 ora locale, quando molti bambini e famiglie stavano dormendo in casa, mentre una seconda scossa di magnitudo 7,5 ha colpito più tardi nel corso della giornata. È probabile che migliaia di case siano state distrutte, sfollando le famiglie ed esponendole alle intemperie in un periodo dell'anno in cui le temperature scendono regolarmente sotto lo zero e la neve e la pioggia gelata sono comuni. Di recente, forti tempeste di neve hanno colpito anche parti della Siria e della Turchia, e si prevedono ulteriori temperature sotto lo zero. "Le immagini che vediamo dalla Siria e dalla Turchia sono strazianti - ha dichiarato il Direttore generale dell'UNICEF  - Il fatto che il terremoto iniziale sia avvenuto così presto al mattino, quando molti bambini dormivano, lo ha reso ancora più pericoloso, e le scosse di assestamento comportano rischi continui. I nostri cuori e i nostri pensieri sono rivolti ai bambini e alle famiglie colpite, soprattutto a quelli che hanno perso i propri cari o che sono rimasti feriti. La nostra priorità immediata è garantire che i bambini e le famiglie colpite ricevano il sostegno di cui hanno disperatamente bisogno". È probabile che scuole, ospedali e altre strutture mediche ed educative siano state danneggiate o distrutte dalle scosse, con un ulteriore impatto sui bambini. I potenziali danni alle strade e alle infrastrutture critiche complicheranno anche gli sforzi di ricerca e soccorso e la più ampia risposta umanitaria. I bambini in Siria continuano ad affrontare una delle situazioni umanitarie più complesse al mondo. L'aggravarsi della crisi economica, il perdurare di ostilità localizzate dopo oltre un decennio di conflitto, gli sfollamenti di massa e la devastazione delle infrastrutture pubbliche hanno reso due terzi della popolazione bisognosa di assistenza. L'insicurezza alimentare, la dipendenza da fonti d'acqua alternative e non sicure, i livelli di abbandono scolastico sono molto elevati. Le malattie trasmesse dall'acqua rappresentano un'altra minaccia mortale per i bambini e le famiglie colpite. In Siria, un'epidemia di colera dichiarata il 10 settembre 2022 si è rapidamente diffusa in tutto il Paese, con i bambini particolarmente vulnerabili.

Foto © Imagoeconomica

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