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L’ex pm “vis a vis” a “Non è l’Arena” con il gelataio che ha curato la latitanza dei fratelli Graviano

Salvatore Baiardo, il gelataio di Omegna che negli anni Novanta favorì la latitanza dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, è tornato a far parlare di sé. Intervenuto ieri sera a “Non è l’Arena”, condotto da Massimo Giletti, in un confronto “vis a vis” con l’ex magistrato Antonio Ingroia, Baiardo ha usufruito del mezzo televisivo per lanciare altri messaggi. Non tradendo mai la sua cultura del “dire e non dire” tipica dei fratelli Graviano. “Sono venuto e ho detto tanto – ha affermato -. La miglior parola è quella che non si dice per chi la vuol capire”. Ha parlato in codici, mezze frasi, sorrisi e sfuriate sfociate in apparenti attacchi personali contro i giornalisti Peter Gomez e Augusto Minzolini, rispettivamente direttore de ilfattoquotidiano.it e Il Giornale. Uno dei temi centrali attorno al quale si è sviluppata la trasmissione è stato l’incontro di Baiardo con Paolo Berlusconi, fratello di Silvio. Nei giorni scorsi la vicenda è stata riportata dal giornalista Lirio Abbate il quale, sulle pagine de La Repubblica, racconta un episodio su cui proprio i magistrati fiorentini hanno fatto approfondimenti. L’incontro che Baiardo tentò di avere con Silvio Berlusconi, che oggi è indagato a Firenze come mandante esterno delle stragi assieme a Marcello Dell'Utri, risale a undici anni fa. Stando a quanto emerso, l’allora presidente del Consiglio non avrebbe risposto, ma a dare udienza a Baiardo è stato il fratello minore: Paolo Berlusconi. L’apparente motivo di quell’incontro lo ha spiegato ieri sera il gelataio: “Durante il periodo elettorale Berlusconi (Silvio, ndr) prometteva lavoro a tutti. Io dovendo lavorare, per arrivarci sono andato dal fratello (Paolo, ndr)”. Riguarderebbe una presunta richiesta di impiego, dunque, ma la versione non convince gli inquirenti. Infatti, oltre ad aver sentito Baiardo quattro volte, hanno voluto chiamare anche Paolo Berlusconi che ha scelto il silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere, in quanto fratello di un indagato. A confermare l’incontro tra Baiardo e il fratello del Cavaliere sono stati due agenti di scorta. Uno dei due a la Repubblica ha confermato che nel 2011 il fratello del premier incontrò a Milano Baiardo e che l’imprenditore disse all’agente: “Tu sei testimone: questa persona - indicando Baiardo - è venuta a dire cose che riguardano mio fratello per screditarlo”.


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Ieri sera, Baiardo da un lato ha confermato l’incontro e dall’altro ha smentito il contenuto di quanto ha affermato dall’agente di scorta. Paolo Berlusconiera nella sua sede de il Giornale. Era l’orario di pausa pranzo. Lui (Paolo, ndr) era andato a pranzare. Gli ho detto (agli agenti di scorta, ndr) di non disturbarlo. Mi hanno chiesto chi fossi. Gli ho dato i documenti, hanno registrato e mi hanno detto che avrebbero riferito. Escono e mi dicono: ‘Ha detto il signor Berlusconi (Paolo, ndr) che appena finisce la fa chiamare’. Ho risposto: ‘Benissimo’”. “Non ho mai detto cose minacciose – ha aggiunto l’ex favoreggiatore dei fratelli di Brancaccio -. Siamo stati in ufficio da soli una buona mezz’ora ma mai ha avuto minacce da me”. Una circostanza molto strana, ma d'altronde Baiardo non era un uomo qualunque e probabilmente Berlusconi jr lo sapeva. “Paolo Berlusconi sapeva chi era Baiardo, sapeva quali erano i suoi rapporti con i Graviano, sapeva quanto emerso dalla sentenza Dell’Utri. La vera domanda è: perché i due Berlusconi non ci dicono le cose come stanno?”, ha detto Peter Gomez.
Nel corso della trasmissione i riferimenti ai fratelli Graviano sono stati molteplici. Uno in particolare è tornato a più riprese, ovvero le dichiarazioni di Giuseppe Graviano al processo ‘Ndrangheta stragista quando ha parlato dei contatti diretti che avrebbe avuto con Silvio Berlusconi. Circostanza che ribadì anche davanti ai pm fiorentini quando, nel dicembre del 2021, confermò l’esistenza di "una carta scritta sui rapporti economici tra la mia famiglia e Berlusconi. Investiti 20 miliardi”. “Io non posso credere che sia una coincidenza che lei si sia presentato giusto alla famiglia Berlusconi quando Graviano tra le righe fece intendere che il suo arresto a Milano in quei giorni in cui doveva fare degli incontri sia collegato in qualche modo agli incontri con Dell’Utri e Berlusconi – ha risposto Antonio Ingroia -. E guarda caso lei chi va a trovare? Voleva incontrare Silvio Berlusconi ma incontra il fratello Paolo”. E ancora: “L’ambasciatore di Graviano va da Paolo Berlusconi mentre lo stesso boss dal carcere manda messaggi a Silvio Berlusconi. Dobbiamo credere che sia tutta una coincidenza?”, ha aggiunto Ingroia.


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La cattura di Matteo Messina Denaro
Altro tema clou della trasmissione è stato l’arresto dell’ormai ex superlatitante Matteo Messina Denaro. Una cattura che ha fatto a lungo discutere non tanto della legittimità dell’operazione che, va sottolineato, è frutto dell’encomiabile lavoro della procura di Palermo e delle forze dell’ordine; quanto delle azioni che il boss di Cosa nostra ha messo in atto nell’ultimo anno e mezzo. In apertura, Giletti ha ricordato come durante la prima intervista fatta a Salvatore Baiardo quest’ultimo si rifiutò categoricamente di parlare di Matteo Messina Denaro tanto da commentare le dicerie sulla sua presunta morte dicendo: “Se è morto allora lasciamolo tranquillo… non voglio parlare di lui”. Lo scorso novembre però, Baiardo rilasciò un’altra intervista a Massimo Giletti in cui alludeva alla possibilità che presto si sarebbe catturato il boss di Cosa nostra a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. E così fu il 16 gennaio. Una previsione? Una coincidenza? Ciò che è certo è che le dichiarazioni dell’ambasciatore dei Graviano le scorse settimane sono state acquisite dai magistrati della Procura di Palermo. “Non era il momento giusto – ha commentato Baiardo ieri sera in merito a quel “non voglio parlare di lui” detto nella prima intervista -. C’erano in ballo determinati accordi…tra Matteo Messina Denaro sicuro… con chi non me lo chieda Giletti”. Quando Baiardo contatto Giletti per la prima intervista Messina Denaro “era malato ma non come quando l’ho chiamata l’ultima volta”. “Non c’era tanto tempo…”, ha continuato lasciando intendere che la svolta è stata l’aggravarsi delle condizioni di salute del boss.


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Quella dell’aggravarsi della malattia è un’interpretazione “plausibile”, l’ha definita Antonio Ingroia. “Il dato importante, però, è che Baiardo sapesse che la malattia si era aggravata, e non erano in molti a saperlo – ha aggiunto l’ex pm -. È vero che correva voce che Matteo Messina Denaro fosse malato, ma nessuno (salvo pochissimi) sapeva che fosse gravemente malato”. Per l’ex magistrato “la malattia può aver determinato due ipotesi”. “La prima, quella più riduttiva e alla quale credo meno, ovvero che Matteo Messina Denaro essendosi aggravata la sua malattia ha abbassato la guardia. Questa ipotesi però non combacia con la profezia di Baiardo – ha continuato -. Se vogliamo pensare che Baiardo non sia né un folle, né un visionario, né un kamikaze che si espone a rischi terribili dato che un giocatore di poker non fa dei bluff a rialzo se non sa di avere qualche carta in mano (e immagino che lui le carte le avesse), allora c’è la seconda ipotesi, ovvero che le condizioni di salute aggravate di Messina Denaro abbiano favorito un percorso che poteva portare all’accelerazione dell’arresto dello stesso”. Ingroia, inoltre, si discosta in maniera netta dall’ipotesi avanzata da Baiardo circa una possibile trattativa che coinvolge anche i magistrati che hanno condotto le indagini. Piuttosto “la trattativa questa volta non era fra chi cercava e chi era ricercato, bensì interna a Cosa nostra per dire a Matteo Messina Denaro: ‘Dato che sei particolarmente malato consegnati che ci serve il tuo arresto’”. “La cosa plausibile è che questa trattativa è stata fatta dentro Cosa nostra da parte di appartenenti per ottenere delle garanzie sul 41bis e avevano bisogno di un uomo da sacrificare: Matteo Messina Denaro, l’ultimo degli stragisti. Utilizzando anche la vicenda Cospito si richiede di rivedere l’intero sistema del 41bis e guarda caso la cosa si accelera dopo l’arresto di MMD. È vero o no?”, ha chiesto l’ex pm a Baiardo. La risposta non si è fatta attendere: “Ingroia, questo 41bis doveva essere temporaneo. Poi rinnovato ogni 2 anni… fate la sedia elettrica che è meglio. Finitela”. Un’affermazione che, per l’ex magistrato, conferma che Baiardo “è portatore di questo progetto”. Una sorta di emissario.


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Baiardo: inquinatore di pozzi?
È stato un Baiardo diverso quello andato in onda a “Non è l’Arena”, “più trattenuto rispetto alle altre interviste”, come ha sottolineato Antonio Ingroia. Arrivati a questo punto viene da chiedersi: “Cosa resta? Cos’è vero e cos’è falso?”. Quella messa in campo da Baiardo è la stessa identica tecnica di Giuseppe Graviano: dire e non dire. Rischiando, così, di passare per inattendibile o, peggio, come un ricattatore. È necessario, però, ribadire alcuni punti. Il primo, Baiardo è stato condannato per aver favorito la latitanza dei fratelli Filippo e Giuseppe Graviano e, nonostante abbia scontato la sua pena, nel tempo non ha mai preso le distanze da quegli ambienti. Tanto da confermarne la vicinanza – anche se non diretta - in tv. Il gelataio di Omegna, inoltre, come ha ricordato a più riprese anche l’ex Procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, "non si può permettere di fare queste dichiarazioni in televisione senza l'autorizzazione e il mandato di Giuseppe Graviano, e quindi in realtà chi parla è Giuseppe Graviano per bocca di Baiardo". Parole su cui "bisogna indagare", come ha sottolineato il sostituto procuratore Nino Di Matteo nelle scorse settimane. Infine, non si tratta di un collaboratore di giustizia che ha deciso di fare l’informatore. “Nessuno gli ha sparato, quindi le cose che ha detto finora hanno fatto piacere a Cosa nostra – ha detto Gomez -. Oggi è una persona da considerare se non organica di certo vicina all’organizzazione mafiosa”. “Il punto di partenza è che Baiardo nelle interviste ha detto cose dimostrando di sapere cose interne alla mafia – ha aggiunto Ingroia -. Le ha dette lasciando intendere di una trattativa in corso anche se non è chiaro tra chi e con chi. E allora come ha detto Nino Di Matteo queste dichiarazioni meritano approfondimenti”.


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Nel grande gioco del “dire tanto per non dire niente”, da abile pokerista, Baiardo ha evidenziato un altro dato certo: le sue dichiarazioni dimostrano che è in atto un dialogo tra Cosa nostra e la rete che ha curato la latitanza trentennale del boss di Cosa nostra al cui interno c'è il mondo delle professioni, della politica, della massoneria e, ovviamente, l’organizzazione mafiosa. È un gioco di forza che per ben tre volte è andato in onda in diretta tv. Potrebbe trattarsi della volontà dei Graviano – o di chi istruisce Baiardo – di dimostrare agli occhi di tutti che “loro” hanno in mano il potere della conoscenza di fatti delicati su cui è meglio non far luce. Ed è importante sottolineare il plurale maiestatis perché nel corso della trasmissione è emerso a più riprese, soprattutto nel confronto avuto tra l’ex favoreggiatore dei Graviano e il direttore Minzolini. Quando quest’ultimo, infatti, ha accusato di calunnia Baiardo per le parole di Graviano sulla “carta scritta sui rapporti economici” tra la famiglia Graviano e Berlusconi, Baiardo ha risposto: “Sono 12 anni che dico queste cose. È possibile che neanche i Ghedini di turno si siano mai sentiti di farmi una querela?”. E poi: “Se Minzolini ha bisogno della copia del contratto di cui ha parlato Graviano al processo ‘Ndrangheta stragista, gliela facciamo recapitare” “Minzolini vada a riprendere una mail mia che gli mandai 12 anni fa… lui lo sa”, ha aggiunto Baiardo. Un lasso di tempo che coincide con il periodo in cui l’ambasciatore dei Graviano dice di aver incontrato Paolo Berlusconi. “L’incontro si sarebbe fatto nel 2011 – ha detto Ingroia -. Baiardo lo stesso anno (poco prima o poco dopo) ha mandato la mail a Minzolini. Quindi dobbiamo ritenere che avevano lo stesso oggetto?” Un’ipotesi plausibile dato che al tempo il Giornale era ancora proprietà di Paolo Berlusconi. Dato su cui vale la pena riflettere. Il futuro ci spiegherà quello che è accaduto.

Guarda la puntata: la7.it/nonelarena

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