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Lavrov: “Con nuove armi verranno forniti anche gruppi di combattimento. Nato combatte contro di noi”

È sempre più evidente come in Ucraina la portata dello scontro in atto si stia spostando sempre più al livello di una battaglia campale tra Mosca e l'occidente.
Le parole di Vladimir Putin, intervenuto ad un concerto a Volgograd per l'80esimo anniversario della vittoria dell'Armata Rossa a Stalingrado, sono state inequivocabili in questo senso. "L'ideologia del nazismo nella sua forma moderna rappresenta di nuovo una minaccia per la Russia. È incredibile, ma siamo di nuovo minacciati da carri armati Leopard tedeschi...Coloro che spingono la Germania in una nuova guerra e si aspettano di vincere sul campo di battaglia non capiscono che la guerra moderna con la Russia sarebbe un'altra cosa", ha affermato il leader del Cremlino, citato da Ria Novosti, sottolineando in seguito come Mosca sia oggi "costretta a respingere l'aggressione dell'Occidente collettivo".
Dal punto di vista dei blindati forniti, al momento abbiamo notizie della cessione di 12 carri inglesi challenger 2, 17 americani M1 Abrams, un centinaio di carri Leopard tedeschi da parte della Polonia e qualche carro Stridsvagn-122 (versione del Leopard) dalla Svezia.
Secondo Putin, coloro che trascinano la Germania in un nuovo confronto con la Russia e sperano di vincere non si rendono conto che il confronto moderno sarà molto diverso. "La nuova guerra con la Russia sarebbe un'altra cosa", ha avvertito il Capo di Stato.
Un allarme lanciato oggi anche dal Ministro degli esteri Serghei Lavrov, che ha denunciato come oramai è la Nato intera ad essere in guerra contro la Russia e l'invio dei carri armati rende lo scontro diretto ancor più drammaticamente tangibile.
Secondo il diplomatico con i nuovi sistemi d'arma l'Occidente fornirà all'Ucraina anche militari, perché è impossibile per gli ucraini addestrarsi per il loro uso in due o tre mesi. "Se queste armi verranno consegnate molto probabilmente verranno forniti anche gruppi di combattimento. Apparentemente (questi militari) verranno congedati dai loro eserciti e registrati come mercenari, con un certificato adeguato".
L’intera NATO sta già combattendo contro di noi”, ha ribadito Lavrov, di concerto con l’allarme lanciato recentemente dalla delegazione russa in una riunione plenaria della Conferenza delle Nazioni Unite sul disarmo.
"Con il loro crescente coinvolgimento nel confronto militare in Ucraina attraverso la fornitura di armi, l'addestramento di mercenari, la fornitura di informazioni di intelligence, questi paesi (Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna. - ndr) creano rischi reali di un diretto scontro armato di potenze nucleari", hanno avvertito i diplomatici, che hanno poi sottolineato come il sostegno a Kiev sia, di fatto, in contrasto con le dichiarazioni dei rappresentanti ufficiali dei paesi occidentali sulla necessità di una soluzione diplomatica del conflitto.

Il generale Mark Milly prevede la sconfitta dell’Ucraina
Un’escalation in atto che tuttavia sembra non allontanare un esito già scritto del conflitto in corso.
Secondo il capo del Joint Chiefs of Staff degli Stati Uniti, Mark Milley, è improbabile che l’Ucraina sia in grado di espellere del tutto la Russia dal proprio territorio. A gennaio, il generale, citato dal quotidiano Politico, ha affermato che, a suo avviso, sarà difficile resistere alla Russia nel 2023, aggiungendo che il conflitto in Ucraina dovrà concludersi diplomaticamente.
Anche per l'ex segretario di stato americano Difesa Robert Gates i paesi occidentali avranno la determinazione di sostenere l'Ucraina in uno scontro militare con la Russia al livello attuale al massimo fino alla fine dell'anno.
"L'Occidente e gli Stati Uniti possono mantenere il sostegno pubblico per l'assistenza materiale all'economia e all'esercito ucraini che abbiamo fornito finora? A mio parere personale, possiamo mantenerlo per tutto il resto dell'anno. L'amministrazione (Gli Stati Uniti, ndr) è pienamente impegnata in questo", ha affermato Gates in un'intervista al Washington Post.
Un’ipotesi evidenziata anche in un articolo del 20 gennaio di Ishaan Tharoor, uscito sul Washington Post in cui veniva ripotato che il Capo della Cia William J. Burns si era recato a Kiev per incontrare Zelensky al fine di informarlo sulle aspettative degli Stati Uniti per le prossime campagne militari contro la Russia, comunicando che, a un certo punto, sarebbe potuto “diventare più difficile conservare all’Ucraina l’attuale livello di assistenza”.


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Il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov


Conflitto alimentato dagli Stati Uniti per attuare la guerra economica alla Russia
Se levano sempre voci dissidenti nel merito delle responsabilità occidentali di una guerra che sta gettando l’intera Europa nel baratro. Secondo il commentatore politico americano Jimmy Dore, gli Stati Uniti hanno provocato il conflitto in Ucraina per il proprio tornaconto economico e per inimicarsi Russia e Germania.
"Queste sono tutte guerre economiche. Il conflitto in Ucraina riguarda il gas naturale liquefatto e per assicurarsi che la Germania e la Russia non si uniscano mai. Perché abbiamo paura delle risorse naturali e della manodopera russe, e abbiamo paura che si uniranno alla tecnologia e il capitale tedeschi”, ha affermato durante il programma del conduttore di Fox News Tucker Carlson.
Una tesi di fatto già avallata dalla Rand Corporation, prestigioso istituto di ricerca finanziato anche dal Pentagono e dalla Casa Bianca. Già nel 2019, in un report chiamato “Overextending and Unbalancing Russia”, sosteneva una strategia che consisteva nel portare Mosca a un punto critico obbligandola a spendere una quantità smisurata di risorse per difendersi dagli attacchi americani.
Oltre a continuare ad armare Kiev, prossima ad entrare nella Nato, tra i punti elencati nel rapporto c’è una sezione riguardante l’attacco economico.
Su questo fronte la Rand proponeva al governo americano di espandere la produzione nazionale di energia, aumentando la quantità di gas liquefatto sul mercato, provocando una caduta del prezzo di mercato che avrebbe ridotto gli introiti della Russia, mentre invitava il governo americano ad aiutare gli alleati europei a trovare fonti di approvvigionamento alternative.
Di fatto l’attacco al North Stream 2, la cui fine era stata annunciata da Biden prima dello scoppio del conflitto, rappresenta il perfetto epilogo di tale strategia.

Le forze russe hanno preso il controllo di Nikolaevka
Secondo il servizio stampa del fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, le forze russe hanno preso il controllo dell'insediamento di Nikolaevka nella Repubblica popolare di Donetsk (DPR). "Durante i combattimenti, le unità del PMC" Wagner "hanno catturato l'insediamento di Nikolaevka", afferma la pubblicazione citata da Ria Novosti.
Nikolaevka si trova pochi chilometri a nord di Soledar, conquistata dalle truppe di Mosca il 12 gennaio dando loro il via libera per condurre un accerchiamento completo di Bakhmut.
Negli ultimi giorni, la situazione per le forze armate ucraine è peggiorata: alle truppe russe, secondo il tenente Andrei Marochko, mancano pochi chilometri per chiudere l'anello attorno all'insediamento.

Foto © Imagoeconomica

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