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Il magistrato intervenuto alla presentazione del libro di Bianconi: “Con la politica delle stragi la mafia ha fatto un pessimo affare”

Abbiamo assistito ad un arresto importante, un risultato straordinario. Resta il fatto che per accedere a nuove conoscenze bisognerà attendere l'esito delle indagini e soprattutto la volontà di Matteo Messina Denaro; fondamentale per accertare una convergenza di interessi da parte di soggetti esterni a Cosa nostra durante il periodo stragista”.

Queste le parole che il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, ha utilizzato durante la presentazione dell’ultimo libro del giornalista Giovanni Bianconi, “Un pessimo affare”, per spiegare l’importanza di una possibile quanto auspicabile collaborazione nelle indagini da parte di Matteo Messina Denaro.

Difatti, il boss numero uno di Cosa nostra potrebbe spiegare i motivi che accompagnano l’incapacità dello Stato nel contrastare definitivamente il fenomeno mafioso nel nostro Paese. “Lo Stato essendo più forte dovrebbe schiacciare il potere mafioso ma questo non accade - ha spiegato Tescaroli -. Evidentemente non esiste una linea di demarcazione netta tra Stato e mafia. Esiste, invece, un anello di collegamento che lega queste due realtà che ancora convivono nonostante le verità emerse”.

Ricordando la politica di delegittimazione messa in atto nel tentativo di danneggiare sia Giovanni Falcone che Paolo Borsellino, durante il suo intervento, Tescaroli, ha anche spiegato come lo stragismo perpetrato da Cosa nostra, nel tempo, si sia rivelato un pessimo affare per la mafia, colpita per la prima volta da numerosi arresti eccellenti. “I soggetti che hanno preso parte alle stragi sono stati condannati con sentenze definitive. Va ricordato inoltre che sono stati sequestrati e confiscati i loro beni oltre che i vari depositi di armi e munizioni. Tuttavia - ha ricordato Tescaroli -, dal ‘94 in avanti non sono state eseguite altre stragi già programmate”. Una circostanza rasserenante ma singolare, che potrebbe spiegare i motivi che hanno favorito il dialogo avvenuto tra alcuni esponenti delle istituzioni e i vertici di Cosa nostra.

Infine, il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli, ha anche sottolineato il ruolo che riveste la cultura della legalità nel contrasto alle mafie. "Occorre che la cultura della legalità attraversi tutti gli ambienti istituzionali, dalla scuola fino al mondo dell’informazione. Fortunatamente, vi sono anche segnali importanti caratterizzati da associazioni come ‘Libera’ e ‘Addiopizzo’ che rappresentano un dato importante per arginare e contrastare efficacemente il fenomeno mafioso”.

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