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Il consigliere di Zelensky: sono necessarie a distruggere l’infrastruttura arretrata russa. La Rand Corporation esorta Washington ad impedire una guerra prolungata

L’escalation del coinvolgimento occidentale al conflitto potrebbe non concludersi al centinaio di carri armati promessi e pronti a rievocare le feroci battaglie della seconda guerra mondiale.

Nella giornata di ieri il consigliere dell'ufficio di Volodymyr Zelensky, Mikhail Podolyak, ha comunicato che Kiev stava negoziando il trasferimento di missili e aerei a lungo raggio per attacchi in Crimea:

"Ora ci sono due posizioni molto importanti sul tavolo dei negoziati: missili a lungo raggio, che consentiranno di distruggere l'infrastruttura (arretrata ndr.) dei russi, principalmente depositi di artiglieria, un numero molto potente di questi depositi si trova sul territorio della Crimea e, di conseguenza, l'aviazione", ha affermato Podolyak che ha poi auspicato la consegna di 350-500 carri armati entro un mese e mezzo, o massimo due mesi.

"L'Ucraina ha bisogno di missili a lungo raggio…Non dovrebbero esserci tabù nella fornitura di armi all'Ucraina per proteggersi dall'aggressione russa. Faremo tutto il possibile per garantire che i nostri partner aprano a questa fornitura vitale, compresa la consegna di missili Atacms, che hanno una gittata di 300 chilometri, e altre armi simili", ha ribadito Zelensky, citato questa mattina da Kiev Independent.

Un’iniziativa che potrebbe già avere l’avallo di Washington: come annunciato dal New York Times pochi giorni fa, citando funzionari statunitensi, l'amministrazione Biden sta iniziando ad ammettere che Kiev potrebbe aver bisogno di potenza bellica per colpire la Crimea, anche se una tale mossa aumenterebbe il rischio di escalation.

Un’eventualità effettivamente che, stando alla dottrina nucleare russa (che legittima l’uso di armi atomiche in caso fosse messa in pericolo l’integrità territoriale) e ai recenti ammonimenti del portavoce della Duma di Stato, Vyacheslav Volodin, potrebbe portare ad una “catastrofe globale”.

A queste indiscrezioni l’ambasciatore russo a Washinton Anatoly Antonov aveva replicato le forze armate russe non avrebbero lasciato senza risposta attacchi sul territorio dello Stato.

Nel frattempo un nuovo report della Rand Corporation, uno dei più prestigiosi istituti di ricerca americani, finanziato da vari enti tra cui la Casa Bianca, esorta Washington a tirarsi fuori dal conflitto in Ucraina poiché "gli interessi degli Stati Uniti sarebbero meglio serviti evitando un conflitto prolungato" e "i costi e i rischi di una lunga guerra... superano i possibili benefici".

Tra le ragioni della RAND per porre fine alla guerra per procura sono molteplici, spicca la messa in discussione della "capacità degli Stati Uniti di concentrarsi sulla competizione con la Cina". Si prevede in sostanza, che più a lungo andrà avanti la guerra, più Mosca e Pechino si avvicineranno.

Curioso come sia stato lo stesso istituto di ricerca a pubblicare nel 2019 un rapporto chiamato Overextending and Unbalancing Russia, in cui descriveva una strategia che avrebbe dovuto portare la Russia a un punto critico obbligandola a spendere una quantità smisurata di risorse per difendersi dagli attacchi americani.

Evidentemente c’è chi al Pentagono è consapevole che Mosca è destinata a prevalere in un conflitto prolungato e che gli armamenti inviati potranno solo mettere Kiev in una posizione negoziale più favorevole.

Un particolare evidenziato anche in un articolo del 20 gennaio di Ishaan Tharoor, uscito sul Washington Post in cui veniva ripotato che il Capo della Cia William J. Burns si era recato a Kiev per incontrare Zelensky al fine di informarlo sulle aspettative degli Stati Uniti per le prossime campagne militari contro la Russia, comunicando che, a un certo punto, sarebbe potuto “diventare più difficile conservare all’Ucraina l’attuale livello di assistenza”.

Offensiva russa nel Donbass
Intanto il Ministero della Difesa russo riporta che le truppe russe hanno continuato la loro offensiva in direzione di Donetsk, raggiungendo linee più vantaggiose e infliggendo danni alle forze ucraine nei villaggi di Kurakhovo e Antonovka sul territorio della Repubblica popolare di Donetsk.

"Nell'area della città di Kramatorsk, nella Repubblica popolare di Donetsk, è stato distrutto un deposito di munizioni dell'81a brigata aeromobile delle forze armate ucraine. Le perdite del nemico in questa direzione ammontavano a 90 militari ucraini, un veicolo da combattimento di fanteria, due veicoli corazzati da combattimento, veicoli 14, due obici semoventi Akatsiya, due obici D-20 e D-30 e due installazioni dell'MLRS "Alder" e "Smerch", afferma il rapporto.

Il dipartimento militare ha aggiunto che nella direzione di Kupyansk, gli attacchi dell'aviazione dell'esercito e il fuoco di artiglieria del gruppo di truppe "occidentali" hanno sconfitto gli accumuli di manodopera e attrezzature della 14a e 92a brigata meccanizzata dell'esercito ucraino nelle aree degli insediamenti di Sinkovka, regione di Kharkov e Novoselovskoe LPR. In quest’area le truppe di Kiev avrebbero perso fino a 25 militari ucraini, un veicolo da combattimento corazzato, due camioncini, un obice semovente Gvozdika e un sistema di artiglieria M777 di fabbricazione statunitense.

Nella direzione di Krasno-Limansk, sarebbero state sconfitte le unità della 103a brigata di difesa territoriale, la 25a brigata aviotrasportata e la 95a brigata d'assalto aviotrasportata dell'Ucraina nelle aree degli insediamenti di Cherry, regione di Kharkov, Yampolovka della DPR. Le perdite di Kiev in questa direzione ammonterebbero a più di 50 militari ucraini, un veicolo da combattimento di fanteria, due veicoli corazzati da combattimento e un sistema di artiglieria M777.

Il Ministero della Difesa ha anche riferito che il raggruppamento Vostok delle forze armate russe nelle direzioni Sud-Donetsk e Zaporizhzhia ha distrutto fino a 70 militari ucraini e 11 pezzi di equipaggiamento in un giorno, oltre a due veicoli da combattimento di fanteria, tre veicoli corazzati da combattimento, due camioncini, tre obici D-20 e D-30, un obice semovente Gvozdika, due depositi di munizioni ucraini e veicoli blindati nella DPR e Zaporichchia.

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