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Crosetto: "Impedire carri russi a Kiev unico modo per fermare la guerra mondiale", ma il gen. Bertolini avverte: “Le battaglie corazzate non sono risolutive”

L’occidente freme per consegnare i blindati promessi a Kiev nel più breve tempo possibile. Entrambi i contendenti hanno bisogno di una svolta, ma una grande offensiva sarà carica di rischi per chiunque colpisca per primo. Il The Guardian riporta che le forze armate russe hanno lanciato una nuova offensiva nella regione di Zaporizhzhia, in una linea del fronte che non si è mossa per 10 mesi e dove le forze ucraine hanno ammassato fino a 40.000 militari.
"C'è più attività nelle ultime due settimane con i bombardamenti dell'artiglieria e persino dei carri armati, ma non mandano la fanteria oltre la linea perché sono spaventati", ha riportato al quotidiano Vitaly, un sergente maggiore della 56a brigata di fanteria motorizzata Mariupol che tiene la linea intorno a questa città 60 miglia (100 km) a est della città di Zaporizhzhia.
Secondo la fonte, il numero di proiettili e razzi in arrivo su questo segmento del fronte meridionale è più che raddoppiato questo mese, arrivando a 4.000 al giorno.
È chiaro che prima o poi una delle parti avrebbe fatto una mossa cercando di sbloccare la situazione.  Siamo in procinto di assistere alla terza fase di questa guerra, probabilmente la più cruenta e devastante: si tratterà di una battaglia multi-dominio che coinvolgerà fanteria meccanizzata, artiglieria, aviazione e possibilmente incursioni via mare per superare le posizioni del nemico. Uno scenario a cui l'Europa non assistiva dai tempi della seconda guerra mondiale.
La guerra moderna rende molto più difficile organizzare un’offensiva così imponente. Mentre i manuali militari riportano che la forza d’attacco deve essere tre volte più forte per prevalere, la sorveglianza di droni e satelliti può individuare per tempo un ammassamento di truppe pronto a sferrarlo e permettere all’artiglieria di spazzarlo via in modo preventivo.
In questo contesto entra in gioco l’invio dei blindati che Kiev chiede con insistenza, nella previsione che la Russia sia in procinto di attaccare in forze entro la primavera. Al momento abbiamo notizie della cessione di 12 carri inglesi challenger 2, 17 americani M1 Abrams, un centinaio di carri Leopard tedeschi da parte della Polonia e qualche carro Stridsvagn-122 (versione del Leopard) dalla Svezia.
L’importante è fare presto. “Secondo me la III guerra mondiale inizierebbe nel momento in cui i carri armati russi arrivassero a Kiev e ai confini dell’Unione Europa: chi dice qualcosa di diverso non conosce la realtà. Impedire che questo accada, è l’unico modo per fermare la III guerra mondiale" ha affermato il nostro ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenuto a Roma all’evento ‘Prospettive europee per una difesa comune’.
Dichiarazioni che per l’ex presiedere dell'Aiad, la più grande lobby delle armi del nostro paese, sono probabilmente indirizzate allo scopo di rivestire di aura salvifica e missionaria le copiose spedizioni di armamenti, pronti ad allungare la scia di sangue in Ucraina per i prossimi mesi a venire.
Difficile, infatti che le recenti consegne di blindati possano essere determinanti a cambiare gli esiti del conflitto. Un’idea condivisa anche dall’ex comandante del Comando operativo di vertice interforze (COI), Marco Bertolini, secondo cui, considerare la battaglia convenzionale corazzata come risolutiva della guerra fino al punto da permettere la vittoria ucraina sulla Russia, rappresenta un macroscopico errore di valutazione.
Con 300 carri armati, l’Ucraina potrebbe armare dieci battaglioni in grado di attaccare su non più di tre direttrici nel solo Donbass. Contro un nemico in difesa dotato di armi controcarro e carri sostenuti da artiglierie e aerei, come il fronte russo che l’Ucraina presume di sfondare, si perderebbero almeno due terzi della forza… In un combattimento d’incontro tra forze corazzate paritetiche (come un’eventuale controffensiva ucraina in Donbass) il tasso di perdite per entrambi è di oltre il 50%. Nel caso di eventuale manovra difensiva nei riguardi di un attacco russo, la massa dei carri ucraini dovrebbe bloccare l’avanzata avversaria perdendo gran parte della sua capacità dinamica e dovrebbe ricorrere a contrattacchi locali sui fianchi del nemico. La manovra potrebbe aver successo nel senso di non cedere altro terreno all’avversario, ma di certo non per recuperare quello già perduto. Passando dall’aritmetica elementare alle teorie dei giochi e della complessità applicate alla guerra, l’incremento di masse corazzate nel conflitto, se da un lato consente di continuare a “giocare” dall’altro porta all’innalzamento del livello di scontro e all’allargamento del conflitto”, ha affermato Bertolini.

L'esercito russo ha quasi completato l'accerchiamento di Artemovsk (Bakhmut)
Nel frattempo l’esercito russo continua ad avanzare nel Donbass. Il comandante delle forze speciali Akhmat e vice comandante del 2° corpo d'armata della milizia popolare della Repubblica Popolar di Lugansk (LPR), Apta Alaudinov, ha affermato che l'esercito russo sta completando l'accerchiamento operativo di Artemovsk.
"Quasi tutte le vie di avanzamento del nemico sono già state bloccate. È rimasta una via, lungo la quale possono più o meno muoversi, (ma per la maggior parte ndr.), è già sotto il nostro controllo", ha riferito Alaudinov al canale Channel One, precisando che Kiev starebbe tentando di trasferire ulteriori unità delle sue forze armate, ma senza successo.
Come ha notato il capo ad interim della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR), Denis Pushilin, ora i combattenti del gruppo Wagner stanno combattendo nelle aree urbane. L'altro giorno, il suo fondatore, Yevgeny Prigozhin , ha sottolineato che l'obiettivo della liberazione di Artemovsk è prevenire le azioni offensive delle truppe ucraine in qualsiasi direzione, in quanto l’insediamento rappresenta un importante snodo di trasporto per rifornire le truppe di Kiev nel Donbass.
Ieri, il consigliere di Pushilin, Igor Kimakovsky, ha annunciato che l’Ucraina è stata costretta a trasferire le forze da Artemovsk a Ugledar, dove sono entrate le truppe russe, mentre i difensori si sono trincerati alla periferia della città.
"Stiamo aspettando buone notizie da Ugledar. L'accerchiamento e la successiva liberazione di questa città risolvono molti problemi. Assumere il controllo di questo insediamento fornirà alle nostre truppe l'accesso alle direzioni Krasnoarmeiskoye e Kurakhovskoye", ha annunciato lo stesso Pushlin a Ria Novosti.

L’attacco missilistico di giovedì ha interrotto il trasporto di armi ucraine al fronte
Secondo ministero della Difesa russo l’attacco missilistico del 26 gennaio che ha provocato 11 morti ed 11 feriti, ha inferto un duro colpo al sistema energetico dell’Ucraina, interrompendo il trasporto di armi e munizioni per le forze armate ucraine. In particolare, come specificato dal dipartimento, con l’ausilio di missili e droni è stato possibile colpire tutti gli oggetti designati che garantivano il funzionamento delle imprese del complesso militare-industriale e dei trasporti.
I sistemi di difesa aerea, a loro volta, hanno abbattuto un aereo ucraino Su-2 5 vicino a Ugledar nella DPR e hanno anche intercettato 14 razzi dai sistemi di razzi a lancio multiplo Vilkha, Uragan e HIMARS nei territori delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, come così come a Kherson. Inoltre, le forze armate russe sono riuscite a distruggere 11 droni ucraini nella zona delle operazioni speciali.

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