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Le potenze nucleari non perdono le guerre. E' questo il concetto espresso su Telegram dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, strettissimo alleato di Putin, Dmitry Medvedev.
L'ex Presidente ed ex primo ministro russo risponde in maniera netta e minacciosa all'intervento del cancelliere tedesco Olaf Scholz che ieri in un intervento in lingua inglese a Davos aveva affermato: "Affinché l'aggressione militare finisca in Ucraina, la Russia deve perdere. Pertanto, forniamo in larga quantità armi all'Ucraina continuamente, in stretta comunicazione con i nostri partner". 
Medvedev dunque è tornato ad evocare lo spettro della guerra nucleare in Ucraina e lo ha fatto alla vigilia della riunione del gruppo di contatto nella base militare di Ramstein, in Germania. "Domani, nella base Nato di Ramstein, i grandi capi militari discuteranno di nuove tattiche e strategie, nonché della fornitura di nuove armi pesanti e sistemi di attacco all'Ucraina", ha scritto su Telegram. "E questo subito dopo il forum di Davos, dove i frequentatori di partiti politici sottosviluppati hanno ripetuto come un mantra: 'Per ottenere la pace, la Russia deve perdere'. E a nessuno di loro viene in mente di trarre la seguente conclusione elementare: la sconfitta di una potenza nucleare in una guerra convenzionale può provocare lo scoppio di una guerra nucleare". "Le potenze nucleari non hanno perso conflitti importanti da cui dipende il loro destino. Ma questo dovrebbe essere ovvio per chiunque. Anche a un politico occidentale che abbia conservato almeno una traccia di intelligenza". 
Il conflitto in Ucraina prosegue senza sosta. Proprio in video conferenza durante il World Economic Forum di Davos il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito che vuole riconquistare la Crimea, territorio ucraino annesso dalla Russia nel 2014, e ha ripetuto l'invito ai partner occidentali a dare più armi per le sue truppe: "Il nostro obiettivo è liberare tutti i nostri territori: la Crimea è la nostra terra, il nostro territorio, il nostro mare e le nostre montagne. Dateci le vostre armi e ci riprenderemo le nostre terre"
Nel frattempo il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov, si è recato in visita ufficiale in Bielorussia dove sono stati ribadite le alleanze tra Minsk e Mosca. 
"Gli accordi che i due presidenti (presidente russo Vladimir Putin e leader bielorusso Aleksandr Lukashenko) hanno raggiunto nel campo della nostra cooperazione militare-tecnica e difensiva sono molto tempestivi dal punto di vista della prontezza per qualsiasi sviluppo di eventi", ha detto Lavrov nel corso del suo incontro con Lukashenko. Parlando dell'operazione militare speciale in Ucraina, il ministro degli Esteri russo ha osservato che la Russia "sta prendendo insieme ai nostri alleati bielorussi tutte le misure necessarie per proteggerci da possibili invasioni dei vicini occidentali". 

Foto © Imagoeconomica

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