Luca Tescaroli: "Messina Denaro potrebbe dare risposta a interrogativi ancora aperti"
"L'arresto è stato il risultato di una lunga attività investigativa condotta in modo magistrale. È un progetto che viene da lontano, che ha avuto un'accelerazione in questo ultimo periodo, ed è una vittoria dello Stato e non di questo Governo. Perché è frutto dell'impegno della polizia e della magistratura". Sono state queste le parole dell'ex procuratore generale di Palermo e oggi senatore del M5S Roberto Scarpinato a "Quarta repubblica".
"C'è un fatto il 5 novembre del 2022 Baiardo - che è stato un favoreggiatore di Giuseppe Graviano e che non si può permettere di fare queste dichiarazioni in televisione senza l'autorizzazione e il mandato di Giuseppe Graviano, e quindi in realtà chi parla è Giuseppe Graviano per bocca di Baiardo - ha detto che Graviano aspira a uscire dal carcere e che questo si potrà verificare perché di lì a poco Matteo Messina Denaro che è malato potrebbe essere arrestato e questo potrebbe essere un regalo che potrebbe consentire l'uscita di Graviano dal carcere".
"Ora o ha tirato ad indovinare o bisogna rifletterci sopra: qual è il regalino per Graviano?"
Secondo Scarpinato il 'regalino' "potrebbe essere questo: tra poco salta il 41 - bis". In che modo? Sull'onda della narrazione "secondo la quale che arrestato Matteo Messina Denaro la mafia è sconfitta, che le leggi eccezionali non servono più e che bisogna togliere il 41 - bis". "L'unico ostacolo - ha sottolineato il senatore - che in questo momento impedisce ai Graviano, ai Bagarella e ai boss stragisti di uscire dal carcere e accedere alla liberazione condizionale è il 41 - bis".
I segreti indicibili delle stragi
"Matteo Messina Denaro sa chi erano i personaggi importanti che convinsero Riina a non uccidere Falcone a Roma, ma a Palermo con quelle modalità. Matteo Messina Denaro sa chi chiese a Riina di anticipare la strage di via d’Amelio, chi ha preso l'agenda rossa, chi era il soggetto esterno che assistette all'operazione di caricamento dell'esploso della 126, chi indicava gli obbiettivi a Firenze e a Milano. È depositario di segreti tali che hanno una portata più grande di lui", ha continuato Scarpinato ribadendo che "c'è una struttura superiore alla mafia, che è stata la mente delle stragi del '92-'93 e che Matteo Messina Denaro è stato, rispetto a questa sovrastruttura come Riina, solo un braccio e non una mente".
E poi ancora: "La mafia stragista aveva uno scopo, ed era quello di destabilizzare il Paese per creare un nuovo ordine politico. In questo momento non c'è questa necessità. Inoltre la mafia ha capito una cosa fondamentale: quello che non esiste sui media non esiste nella realtà. E quindi ha capito che utilizzare la violenza è controproducente e che gli affari si possono fare in altri modi. Con gli strumenti dei colletti bianchi. Perché devi sparare se ti puoi comprare chiunque con la corruzione?
Ma perché devi sparare se ci sono migliaia di cittadini che vogliono comprare droga?
La violenza è una estrema ratio. Le mafie evolute della violenza fanno un uso minimalista".
Tescaroli: "Messina Denaro? Potrebbe dare risposta a interrogativi ancora aperti"
Luca Tescaroli è oggi procuratore aggiunto a Firenze e assieme al collega Luca Turco è responsabile dell'indagine sui cosiddetti 'mandanti esterni' delle stragi del ‘93.
Il Corriere della Sera ha interpellato il magistrato in merito alla cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro: "Riteniamo che sia un risultato straordinario, che dimostra la presenza dello Stato, idoneo a rafforzare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Matteo Messina Denaro è stato condannato con sentenza passata in giudicato il 7 luglio 2001, quale mandante per tutti gli episodi stragisti. Ha svolto un ruolo importante nella dinamica ideativa delle stragi terroristiche eversive del biennio '93-'94 e se dovesse collaborare con la giustizia potrebbe dare una risposta agli interrogativi ancora aperti e contribuire alla ricerca della verità".
"Si tratta dell’ultima condanna che ancora non era stata eseguita per le stragi del ‘92-‘93 - ha commentato su 'Repubblica' - È l’ultimo degli imputati condannati in via definitiva che era rimasto libero, si tratta di un risultato importantissimo dello Stato. Che c’è e sa contrattaccare efficacemente l’azione della criminalità organizzata".
Il procuratore aggiunto di Firenze non è entrato nel merito dell’inchiesta in corso in cui si ipotizza il ruolo di mandanti occulti per Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, più volte chiamati in causa (tra gli altri) dallo stesso Giuseppe Graviano.
La cattura, ha detto il magistrato, rappresenta un possibile punto di svolta: "Era l’ultimo dei Corleonesi, il suo arresto ne segna la fine. Sono riusciti a ottenere il potere eliminando avversari nelle province e poi concentrandosi su Palermo, iniziando un’offensiva contro lo Stato e colpendo anche rappresentanti delle istituzioni, giornalisti, appartenenti alle forze ordine e partiti. Hanno eliminato Falcone e Borsellino, inaugurato una stagione terroristica ed eversiva e segnato una rottura rispetto al passato". Secondo Tescaroli, si attendono contraccolpi dagli ambienti vicini a Cosa Nostra. "C’è da capire che effetto farà l’arresto sui boss stragisti già condannati".
Foto © Imagoeconomica
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