Il ministro degli Interni e della Giustizia del Venezuela, Remigio Ceballos, ha dichiarato che non verrà concessa l'estradizione in Colombia di Gabriel Carlos Luis Salinas, accusato di essere implicato nell'omicidio del pm antimafia paraguaiano Marcelo Pecci avvenuto nel maggio scorso a Cartagena de Indias. "La Costituzione proibisce tassativamente di estradare cittadini venezuelani, pertanto Salinas verrà giudicato dalla nostra giustizia", ha dichiarato Ceballos in una conferenza stampa. Il ministro ha inoltre mostrato un filmato dove Salinas, accusato di condurre la moto d'acqua con la quale si è dileguato il killer di Pecci dopo l'omicidio, confessa la sua partecipazione al crimine e ammette di aver riscosso una somma di 8.000 dollari. Ceballos ha quindi annunciato anche l'arresto di una seconda persona legata a Salinas e forse implicata nell'omicidio, e ha quindi rassicurato le autorità della Colombia e del Paraguay che "fornirà tutte le informazioni necessarie su questi individui estremamente pericolosi". La polizia del Venezuela aveva arrestato Salinas ieri a Caracas al termine di lunghe ricerche coordinate con l'Interpol. L'ultima cosa che si sapeva di lui è che era fuggito nel suo paese d'origine, il Venezuela, con denaro frutto dell'omicidio. Sulla sua testa era stata posta una taglia di 500 milioni di pesos (poco meno di 100.000 euro). Per l'omicidio di Pecci, avvenuto di fronte alla moglie mentre i due si trovavano in luna di miele nella rinomata località balneare colombiana, erano già state arrestate cinque persone. L'uccisione del magistrato antimafia suscitò emozione non solo in Colombia e Paraguay, ma anche in Italia, con la cui magistratura Pecci aveva frequenti contatti. Dei cinque catturati in Colombia settimane dopo l'accaduto, quattro sono già stati condannati a 23 anni e sei mesi di reclusione. Si tratta del venezuelano Wendre Still Scott Carrillo (la persona che ha materialmente sparato a Pecci), Eiverson Adrián Arrieta Zabaleta di Cartagena (responsabile dei trasporti e della logistica); Marisol Londoño Bedoya e suo figlio, Cristian Camilo Monsalve Londoño, coinvolti con compiti di sorveglianza.
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