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Il professore ospite a CartaBianca ha fatto il punto sugli obiettivi di Putin

Zelensky a Washington? È una buona notizia ma “ai fini della guerra non vedo come ciò possa però incidere in meglio”. La situazione in Ucraina è “ipertrofica” perché “ai vertici dell’esercito ucraino temono un nuovo sfondamento del fronte dalla Bielorussia e che Putin possa decidere di puntare di nuovo su Kiev”. Così Alessandro Orsini, professore di Sociologia del terrorismo internazionale, intervenuto martedì scorso a CartaBianca su Rai3. Nella discussione intrattenuta assieme a Bianca Berlinguer, Alona Kliuieva dell'Istituto Dante Alighieri di Kiev e Padre Enzo Fortunato del Sacro Convento di Assisi, Orsini ha sottolineato due “pessime notizie”. La prima è che “si parla addirittura di 200mila soldati russi pronti ad intervenire (all’inizio del conflitto Putin ha sfondato su tutti i fronti con 180mila soldati)”. L’altra, invece, è che “Putin ha piazzato dei missili molto temibili in Bielorussia”. “Un mese fa spiegai proprio qui a CartaBianca che il bombardamento di Kiev potrebbe essere funzionale probabilmente per un nuovo tentativo di invasione – ha detto il professore -. Un conto è prendere la Kiev del 24 febbraio, altra cosa invece prendere una città senza acqua, corrente elettrica e con una popolazione che è pronta ad evacuare la città. E questa è una possibilità che dobbiamo prendere in considerazione”.

Orsini ha poi aggiunto che il coinvolgimento della Bielorussia nel conflitto in corso “non può essere escluso perché ci potrebbe essere un’internazionalizzazione del conflitto”. “Potrei essere smentito - ha spiegato - ma ritegno che in questo momento non sia strategicamente una buona idea per la Russia e nemmeno per la Bielorussia gettarsi nella mischia, perché potrebbe indurre altri Paesi a riequilibrare le forze o intervenendo direttamente o in forme indirette sempre più pesanti. È chiaro che l’Occidente non può rimanere a guardare se la Bielorussia si lancia nella mischia in Ucraina al fianco di Putin”.

Sono trascorsi più di 300 giorni dall’inizio dell’assedio e con il passare del tempo sono cambiati anche gli obiettivi strategici della guerra. Secondo Orsini, attualmente Putin mira a “consolidare la propria presenza militare nelle regioni che ha annesso”. “Interpreto il bombardamento massiccio di Kherson come un’intenzione di riconquistare quella regione – ha aggiunto -. Gli obiettivi di Putin sono mantenere la Crimea più le altre quattro regioni che ha annesso: parzialmente occupate e iperbombardate”. Il Cremlino “sta cercando di distruggere tutte le infrastrutture civili dell’Ucraina per deindustrializzarla e quando la stessa sarà tragicamente indebolita lanciare sempre più soldati nella mischia per prendere quello che può prendere”. Orsini si è poi detto “molto spaventato dal fatto che Putin possa marciare nuovamente su Kiev” e preoccupato che “Putin ad un certo punto possa non soltanto riconquistare Kherson, ma spingersi fino a Odessa. Dobbiamo cercare in tutti i modi di allontanare le prospettive più tragiche”.

In tutto ciò il grande assente continua ad essere il tavolo di mediazione di pace. “Dobbiamo sederci ad un tavolo delle trattative con Putin e avanzare delle proposte – ha detto -. Noi in Italia stiamo commettendo degli errori gravissimi, ovvero interpretare la guerra in Ucraina come fosse una partita di calcio che dura 90 minuti. Una guerra va sempre osservata nel medio-lungo periodo. Noi non sappiamo cosa potrebbe accadere fra un anno o due anni. La mia impressione è che nel lungo periodo la Russia si rafforzi e l’Ucraina si indebolisca. Potrei sbagliarmi ma secondo me l’Ucraina non uscirà da questo inferno con la guerra”. Motivo ulteriore per sedersi ad un tavolo delle trattative.

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