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A “Il Fatto Quotidiano” il senatore 5Stelle esprime i suoi timori per le intenzioni del guardasigilli

Il Ministro Nordio fa parte di una maggioranza che ha un programma di governo ben preciso: smantellare tutti i controlli di legalità sulla corruzione. Hanno cominciato a togliere dalla legge sull’ergastolo ostativo anche le associazioni a delinquere finalizzate alla corruzione, c’è il progetto di abolire il reato di abuso d’ufficio e traffico d’influenze illecite che sono la cassetta degli attrezzi della corruzione”. Così Roberto Scarpinato, senatore del M5Stelle, intervistato da Manolo Lanaro per Il Fatto Quotidiano, analizzando le audizioni del Ministro della Giustizia Carlo Nordio che al Senato ha presentato le linee programmatiche del suo dicastero.
Sul nuovo Codice degli appalti Scarpinato ha risposto: “Apre spazi di discrezionalità incontrollata per la gestione degli appalti e si sta demonizzando il settore delle intercettazioni giudiziarie della magistratura”. L’ex procuratore generale di Palermo si è poi detto sorpreso da quanto affermato dal ministro Nordio “perché ritiene più garantista le intercettazioni dei servizi segreti che vengono fatte senza specificare un reato, senza indicarne i presupposti, che vengono richieste a un organo che non ha nessuna conoscenza delle indagini svolte nei vari territori (il procuratore generale della Corte d'Appello di Roma) e che quindi può autorizzare intercettazioni anche su persone che sono oggetto di intercettazione della magistratura”. Mentre le intercettazioni della magistratura sono frutto di un rigoroso iter di controllo – “la richiesta viene formulata dal pm; devono essere rilasciate da parte di un giudice; possono essere dichiarate nulle dalla Corte di Cassazione” – per le intercettazioni dei servizi segreti invece “nulla di tutto ciò è previsto” ha commentato Scarpinato. Le affermazioni del guardasigilli sono dovute ad un timore per la privacy dei cittadini. Timore infondato, secondo il senatore Scarpinato, perché ad essere “fuori controllo” sono quelle dei servizi segreti mentre quelle della magistratura “sono controllatissime”. “La sensazione che si ha – ha continuato l’ex magistrato antimafia - è che sia il Ministro, sia la maggioranza, non abbiano timore della violazione della privacy ma del fatto che certe intercettazioni concernenti reati che riguardano la corruzione possono essere conosciute dall'opinione pubblica. Il vero problema è la conoscibilità da parte dell'opinione pubblica di attività di corruzione che emerge grazie alle intercettazioni giudiziarie, mentre invece se queste corruzioni emergono in intercettazioni dei servizi segreti restano segrete e non conosciute”.
Tornando al Codice degli appalti Scarpinato ha aggiunto che il pericolo rappresentato dalle semplificazioni utili, secondo il Ministro, a eliminare le filiere che portano alla corruzione, in realtà “consente ai sindaci di poter fare affidamento diretto di appalti da 150mila euro a 500mila euro”, ha detto il senatore. Se a ciò si aggiungesse la volontà di “eliminare il reato di abuso d'ufficio” ecco che “un sindaco per il crimine organizzato e per le grandi reti corruttive” diventa presto un obiettivo strategico: “chi riesce a prendersi il Sindaco apre la cassaforte del Comune”.
Successivamente Scarpinato ha voluto sottolineare come grazie ai fondi del PNRR siano tornati i soldi e come, alla luce di ciò, “si sta verificando un assalto alla diligenza”. “Mi pare che tutto si muova in una direzione: abbassare il rischio di incriminazione penale e il costo dei reati in materia di corruzione – ha risposto a Manolo Lanaro -. In una fase come questa, in cui dovremmo alzare la soglia incrementando sistemi di controllo, la maggioranza sta facendo esattamente il contrario. Il codice degli appalti; l’eliminazione dei reati contro la pubblica amministrazione che servono alla corruzione; eliminando le intercettazioni della magistratura che sono l'unico strumento che riesce a forare l'omertà blindata dei colletti bianchi, che è superiore a quella dei mafiosi. Senza intercettazioni non si riesce a scoprire questi reati. Si vuole da una parte disarmare la magistratura e dall'altra parte aprire vaste praterie a quel mondo di colletti bianchi che in questo momento sono tornati ad avere la possibilità di mettere le mani suoi soldi pubblici dopo anni di austerity”. Dunque, velocizzando le procedure e limitando i controlli, si è domandato Roberto Scarpinato, “quanti soldi del PNRR arriveranno a destinazione? Quanto saranno destinati alle loro finalità pubbliche e quanti invece finiranno nel buco nero della corruzione e della gestione clientelare del denaro pubblico?”. “La corruzione è uno dei principali cancri del nostro Paese che contribuisce a disarticolare quel poco di Stato sociale che ancora abbiamo e va deperendo giorno dopo giorno perché abbiamo la più grande evasione fiscale d'Europa e una delle più grandi corruzioni europee - ha concluso -. Dinnanzi a questo noi stiamo elevando il tetto al contante a 5mila euro per le transazioni, si parla di depenalizzazione dei reati tributari e si aprono le maglie per la corruzione. Sembra veramente di vivere in un altro Paese e non in Italia”.

Foto © Imagoeconomica

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