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Il senatore M5S, intervistato da La Stampa, rivela il timore di un disegno di “deregulation dell’esecutivo”

Il governo sta intervenendo su piani diversi, ma tra loro strettamente collegati. Sul piano penale con l'annunciata abolizione del reato di abuso di ufficio, il ridimensionamento del reato di traffico di influenze illecite – tipico campo di azione di faccendieri e lobbisti – l'innalzamento a 5mila euro del tetto per i pagamenti in contanti, la demonizzazione delle intercettazioni, unico strumento che consente di forare l'omertà che protegge il mondo della corruzione. Ora si procede nella stessa direzione sul terreno della riforma del codice degli appalti”. Il risultato? “Mi pare che sarà di non ostacolare coloro che hanno voglia di fare soldi appropriandosi con rischi ridotti del denaro pubblico”. Così il senatore M5S Roberto Scarpinato, già procuratore capo generale di Palermo, in un’intervista rilasciata a Serena Riformato tra le colonne de La Stampa in riferimento al nuovo Codice degli appalti approvato dal governo Meloni. Secondo l’ex magistrato antimafia si tratta di “un ulteriore tassello” - da aggiungere agli interventi già avviati in materia penale - che costituisce un “ampio disegno politico di deregulation nella gestione del denaro pubblico” già avviato dall’esecutivo. L’indebolimento delle regole, secondo Scarpinato, avviene tramite la “creazione di zone di discrezionalità fuori controllo che aprono pericolosissimi varchi alle interferenze di lobbies affaristiche, a manovre corruttive e a infiltrazioni mafiose”.
L’ex magistrato antimafia ha ravvisato “diverse vulnerabilità” nel nuovo testo. Tra queste “il nuovo codice degli appalti - ha spiegato - consente i subappalti a cascata, e cioè che i subappaltatori possano a loro volta subappaltare ad altri e questi a loro volta ad altri ancora, senza limiti, rendendo così molto più difficili i controlli. Questo meccanismo, sin dai tempi dell'approvazione della legge La Torre-Rognoni è stato individuato come ad altissimo rischio di infiltrazioni mafiose”. Il nuovo Codice, sottolinea Scarpinato, introduce regole che renderanno gli amministratori locali “l’obiettivo privilegiato di comitati di affari e mafie, visto che hanno ormai mani libere, senza alcun controllo sulle loro scelte”. In conclusione, alla domanda della Riformato circa la possibilità che il nuovo Codice acceleri il processo per conseguire gli obiettivi del Pnrr, Roberto Scarpinato ha risposto con una metafora: “Si possono costruire condutture, progettate in modo tale da fare giungere grandi quantità di acqua nel più breve tempo possibile dalla fonte a destinazione, ma se lungo il percorso l'acqua viene drenata da una serie di allacciamenti abusivi, quella che giungerà a destinazione sarà solo una parte. Quanta parte dei fondi del Pnrr sarà drenata dagli allacciamenti abusivi e fuori controllo della corruzione e della speculazione?”.

Foto © Paolo Bassani

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