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"Nel maggio scorso, ho raccomandato di tracciare una linea del cessate-il-fuoco lungo i confini esistenti quando è iniziata la guerra il 24 febbraio. La Russia restituirebbe le sue conquiste da lì, ma non il territorio occupato quasi dieci anni fa, Crimea inclusa. Quel territorio potrebbe essere soggetto a un negoziato quando le armi taceranno. Se la linea di confine dell’anteguerra tra Ucraina e Russia non potesse essere guadagnata combattendo o con negoziati, si potrebbe esplorare il ricorso al principio dell’autodeterminazione. In territori controversi che hanno cambiato ripetutamente di mano nel corso dei secoli, si potrebbero organizzare referendum consultivi sull’autodeterminazione supervisionati dalla comunità internazionale".
Sono state queste le parole dello storico diplomatico ed ex segretario di Stato americano Henry Kissinger riportate in data odierna su 'La Stampa'.
L'Ucraina, aiutata dei sui alleati europei e statunitensi è riuscita a sbarrare la strada "alle forze convenzionali russe" e nel mentre il sistema internazionale - Cina inclusa - è "contrario alla minaccia o all’uso da parte della Russia alle sue armi nucleari".
Secondo Kissinger, la pace porterebbe due conseguenze differenti: il rafforzamento della "libertà dell’Ucraina" e la definizione di una "una nuova compagine internazionale, in particolare per l’Europa centrale e orientale. Alla fine, la Russia dovrebbe trovare una sua collocazione in questo ordine", si legge sempre su 'La Stampa'.
"Per alcune persone il risultato più auspicabile sarebbe quello di una Russia resa impotente dalla guerra. Non sono d’accordo", scrive Kissinger, "Malgrado tutta la sua propensione alla violenza, la Russia ha dato contributi decisivi agli equilibri globali e all’equilibrio di potere per oltre mezzo millennio. Il suo ruolo storico non dovrebbe essere sminuito. Le battute d’arresto militari della Russia non hanno scalfito la sua capacità nucleare globale, consentendole di minacciare un’escalation in Ucraina. Anche se questa sua capacità ne uscisse intaccata, la dissoluzione della Russia o il disfacimento delle sue capacità in fatto di strategia politica potrebbero trasformare il territorio che ricopre ben undici fusi orari in un vuoto incerto. Altri Paesi potrebbero cercare di far valere le loro pretese con il ricorso alla forza. Tutti questi pericoli sarebbero aggravati dalla presenza di migliaia di armi nucleari".

Fonte: lastampa.it

Rielaborazione grafica
by Paolo Bassani

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