Il collaboratore di giustizia, sentito oggi al processo d'appello 'Ndrangheta stragista
"Le stragi negli anni Novanta? Un riferimento in merito mi fu fatto da parte di Teodoro Crea nei confronti della famiglia Molé-Piromalli e che loro avessero appoggiato la strategia da parte dei corleonesi, cooperando con quella strategia dal momento in cui venne ucciso il giudice Scopelliti". Sono queste le parole del collaboratore di giustizia Girolamo Bruzzese, ex 'picciotto onorato della 'Ndrangheta di Rizziconi, nella Piana di Gioia Tauro, sentito oggi dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria (Bruno Muscolo, presidente; a latere, Giuliana Campagna) nel processo d'appello 'Ndrangheta stragista.
Rispondendo ad ulteriori domande del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo (applicato al processo per rappresentare l'accusa) Bruzzese ha anche aggiunto che qualcosa, sul punto, gli confermò anche Arturo Sorridenti. Successivamente a Bruzzese è stato fatto sfogliare un album fotografico nel tentativo di individuare il "politico calabrese" che sarebbe stato presente all'incontro che sarebbe avvenuto nell'autunno del 1978 tra i capimafia, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi.
"Era già lì non sopraggiunse con gli altri due (Berlusconi e Craxi) - aveva detto alla scorsa udienza - Non ricordo come si chiama, ma come stazza era simile a Bettino Craxi e aveva gli occhi blu profondo ed i capelli bianchi. Questo lo avevo inserito nel mio dimenticatoio, ma successivamente c'erano le elezioni politiche (effettivamente così fu il 3-4 giugno '79). Questa persona era già lì, in piedi, accanto a Peppe Piromalli. Poi lo incontrai anche successivamente in altra occasione".
Oggi a Bruzzese è stato mostrato un album con sei fotografie, ma nessuna delle immagini mostrate è stata individuata con quel soggetto. "Io posso dire che quel soggetto che vidi anche con Franco Pezzano era più o meno di centodieci, centoquindici chili di peso, capelli bianchi tirati all'indietro e questi occhi celesti. Il viso non l'ho mai dimenticato. Nessuno di questi signori è quella persona".
Precedentemente si è tenuto il controesame da parte dei difensori degli imputati, Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone.
In particolare al pentito sono state contestate alcune discrepanze rispetto a verbali precedenti in cui lo stesso non aveva mai parlato di Silvio Berlusconi o in cui aveva indicato il periodo dell'incontro con Craxi in anni precedenti al 1978.
Bruzzese ha spiegato nuovamente i motivi per cui, pur avendo riferito di Craxi, non è stato preciso su alcuni dati, tornando a raccontare del "rimbrotto" che avrebbe ricevuto da un magistrato. "Io intesi che non era quella la sede per parlare di certe cose - ha detto oggi Bruzzese - Eravamo nella caserma dei carabinieri di Taurianova. Devo aggiungere anche che nel momento in cui riferivo di Bettino Craxi è entrato un maresciallo dei carabinieri che era a libro paga degli Zagari-Fazzalari. E questo rientra anche nelle riflessioni che non era il luogo giusto per parlare certe cose".
Quindi il collaboratore di giustizia ha aggiunto: "Dopo che mi hanno distrutto la famiglia in tutti i modi io quali interessi avrei a fare una bugia contro Bettino Craxi, che non c'è più, e contro Silvio Berlusconi? Questi sono stati gli eventi di quel percorso storico, che è stata la mia vita, e questo sto dichiarando. Il prezzo è stato molto alto. E ribadisco: Dopo la morte di mio fratello io non potevo più guardare negli occhi i miei nipoti tenendo questi segreti che erano per me, diciamo, in quel momento molto pericolosi. Perché mi hanno distrutto la famiglia. Mi hanno ammazzato tre persone e ferito altre due, dopo la mia collaborazione. Il prezzo è stato altissimo". E poi ancora ha proseguito: "Quale sarebbe l'interesse e l'utile di dire una bugia? Sarebbe che ho altra carne per il piombo? Però sono qui per dire la verità. La verità è questa e so che è molto urticante. Però alla famiglia Bruzzese è costata molto cara. Non è stato fatto a nessun altro collaboratore di giustizia della regione Calabria quello che è stato fatto alla famiglia Bruzzese. Contestualizzando quello che è stato fatto il giorno di Natale c'è un senso logico a tutto questo e c'era anche Rinascita Scott non lo dimentichiamo".
Alla fine l'avvocato Contestabile ha chiesto di poter audire al processo tutti i magistrati ed i funzionari di polizia giudiziaria che furono presenti al primo interrogatorio del collaboratore di giustizia il 20 ottobre 2003, quindi di poter chiamare a testimoniare anche quel Franco Pezzano, di cui Bruzzese ha parlato rispetto ad un altro incontro di peso.
Si tratta di quello che sarebbe avvenuto nel laboratorio di piante ornamentali del marchese Fefé Zerbi. In quella riunione avrebbero partecipato, a detta del Bruzzese, soggetti come Franco Freda, Paolo Romeo, Giorgio De Stefano e Stefano Delle Chiaie.
Sulle richieste si è opposto il Procuratore generale e la Corte si è riservata di decidere alla prossima udienza, prevista per il 16 gennaio 2023.
Foto © ACFB
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