Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il leader del Cremlino: "La Russia considera le armi nucleari una risposta ad un attacco. Difenderemo il paese con ogni mezzo. Conflitto nato col golpe di Maidan del 2014

Il clima a Mosca non potrebbe essere più teso a seguito degli attacchi ucraini che hanno colpito nel cuore del Paese: a Kursk, ieri, in un serbatoio di stoccaggio del petrolio vicino all’aeroporto; lunedì, in due basi aeree a Ryazan e Saratov che dista ben 370 miglia dal territorio ucraino.
Il presidente Vladimir Putin, parlando durante la sessione annuale televisiva del suo consiglio per i diritti umani, ha avvertito che la minaccia di una guerra nucleare è "in aumento", insistendo sul fatto che la Russia non è "impazzita" e che l’arsenale nucleare rappresenta un deterrente puramente difensivo. Nell’esprimere questo concetto il leader del Cremlino ha portato l’esempio dell’ex primo ministro britannico Liz Truss che in campagna elettorale si era detta pronta ad usare l’arma atomica, anche a costo di un annientamento totale del genere umano.
La Russia non predisporrà “il primo colpo in nessuna circostanza", ha sottolineato il presidente.
Allo stesso tempo, il capo dello Stato ha spiegato come funziona la strategia nucleare della Russia. "Abbiamo una strategia per l'uso dei mezzi di difesa (armi nucleari, ndr ), tutta sintonizzata sul cosiddetto attacco di rappresaglia: cioè quando siamo colpiti, contrattacchiamo".

Mosca pronta a proteggere i suoi alleati con ogni mezzo
Putin ha sottolineato che la Russia non trasferisce armi nucleari a nessuno, ma, se necessario, proteggerà i suoi alleati "con tutti i mezzi a nostra disposizione". Un probabile riferimento alle tensioni sul confine bielorusso che si sono acuite nelle ultime settimane. Il ministro della Difesa di Minsk, Viktor Khrenin, ha denunciato a fine novembre come gli Stati Uniti e la NATO stessero preparando operazioni militari in Polonia e nelle regioni baltiche. In particolare il capo del dipartimento della difesa ha notato l'intensificazione delle attività dei servizi segreti occidentali lungo l'intera lunghezza del confine bielorusso e il fatto che l’occidente stesse mettendo insieme" formazioni armate da “utilizzare per destabilizzare la situazione nella repubblica”.
"L'Occidente sta addestrando formazioni militari nazionaliste in Ucraina, come il battaglione Kalinovsky, il reggimento Chase, che acquisiscono esperienza in operazioni di combattimento reali e possono essere utilizzate contro il nostro Paese per prendere il potere in Bielorussia con la forza", ha spiegato Khrenin.
Il battaglione di volontari bielorussi Kalinovsky in particolare, come riportato sul sito ufficiale di Charter 97, (un’organizzazione per i diritti umani che si batte per la “democrazia” in Bielorussia) viene regolarmente addestrato da istruttori della Nato alle tattiche di combattimento più avanzate.

I piani della Polonia di impadronirsi dell’Ucraina occidentale
Vladimir Putin si è detto convinto che nei piani polacchi c’è la prospettiva di annettere parte dell’Ucraina:
"Per quanto riguarda le autorità di alcuni dei nostri paesi vicini - la Polonia. Là, gli elementi nazionalisti (ambiscono a riconquistare ndr.) i cosiddetti loro territori storici, cioè… i territori occidentali che l'Ucraina ha ricevuto a seguito delle decisioni di Joseph Vissarionovich Stalin che dopo la seconda guerra mondiale dalla Polonia, come sapete, ha preso questi territori, li ha dati all'Ucraina sovietica”
In questo frangente, la Russia potrebbe essere paradossalmente l'unico vero garante dell'integrità territoriale di Kiev all'interno dei suoi attuali confini, ha sottolineato Putin.
Non si tratterebbe di un’ipotesi totalmente priva di fondamento. A commentare la difficile situazione polacca si è aggiunto recentemente anche l’ex ufficiale della Cia Philip Giraldi che, intervistato sul canale YouTube Judging Freedom, si è detto molto preoccupato dello schieramento di 40.000 militari americani nel paese, “armati di tutto punto”. L'ufficiale ha valutato basse le possibilità che i soldati della NATO attraversino il confine polacco-ucraino, ma ha ricordato il pericolo di uno scenario del genere.
"Non è da escludere la possibilità di incidenti che potrebbero trasformarsi in un malinteso tra le parti. Questo è un esito che dovrebbe essere evitato, perché porterà inevitabilmente a un'escalation del conflitto", ha affermato Giraldi. Da menzionare anche la recente mossa del Dipartimento di Stato americano che ha autorizzato la vendita di 116 carri armati M1A1 Abrams a Varsavia.

Sulle origini della guerra in Ucraina
Il leader del Cremlino si è poi spinto a ritroso sulla reale genesi del conflitto, individuata nel colpo di Stato di Piazza Maidan del 2014.
"Dopotutto, la guerra non è stata iniziata da noi, ma nel 2014, dopo il colpo di stato in Ucraina, è stata avviata dall'allora autorità ucraina… per sopprimere la volontà dei cittadini che vivono nel Donbass", ha ricordato il Capo dello Stato.
A seguito del golpe, che vide il partito neonazista Svoboda, ottenere 4 ministeri nel nuovo governo, ad aprile alcuni manifestanti armati si impadronirono di diversi palazzi governativi a Donetsk, Lugansk e Kharkiv. Un mese prima, la Crimea aveva annunciato l’indipendenza dall’Ucraina. La stessa strada vollero percorrere i russi delle province del Donbass a cui, di fatto, la nuova leadership del paese aveva dichiarato guerra, vietando la lingua russa. Le più drammatiche ostilità ebbero inizio in quei giorni: il 2 maggio avvenne la strage di Odessa, dove decine di russi furono rinchiusi nella casa dei sindacati, bruciati vivi, picchiati e torturati; il 9 maggio, con l’appoggio dell’esercito, unità paramilitari fecero irruzione nella città portuale di Mariupol, “sparando su civili inermi e causando almeno diciassette morti”, come ha denunciato Amnesty International.
Putin ha osservato che la Russia è stata costretta a lanciare un'operazione speciale per proteggere la Repubblica popolare di Donetsk e Lugansk (DPR e LNR):
"Essa (un'operazione militare speciale. - Ed.) è nata solo perché non ci sono state più possibilità di risolvere pacificamente questa situazione ed era semplicemente assolutamente impossibile continuare in questo stato di cose. Allo stesso tempo, i leader occidentali nelle conversazioni telefoniche preferiscono rimanere in silenzio quando gli viene ricordato che avrebbero dovuto essere i garanti di un accordo di pace nel 2014”.
Un riferimento chiaro agli accordi di pace di Minsk, costantemente violati da Kiev fino a pochi giorni prima dell’inizio delle ostilità, quando il 17 febbraio iniziò ad effettuare pesanti bombardamenti indiscriminati contro infrastrutture civili nel Donbass, riconosciuti anche dall’OSCE.
Recentemente l'ex ufficiale dell'intelligence dell'United States Marine Corps (USMC) ed ex ispettore dell’Onu Scott Ritter, ha rivalutato Minsk, come una scorciatoia che l'occidente ha utilizzato per ritardare lo scoppio del conflitto in Ucraina e prepararlo per le ostilità.
Una realtà ammessa anche dall'ex presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko: "Il nostro obiettivo era, in primo luogo, fermare la minaccia, o almeno ritardare la guerra, fornire otto anni per il ripristino della crescita economica e la creazione di potenti forze armate", ha affermato l’oligarca.

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Kiev attacca stazione petrolifera in Russia, mentre Mosca colpisce le infrastrutture energetiche

Guerra Ucraina: Zelensky definisce ''dolorose'' le battaglie per il Donbass

Le forze armate russe marciano verso Artemovsk

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos