Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

“Un anno fa Washington aveva reale chance per de-escalation, ma l’ha ignorata”. Nuove, tiepide, aperture di Mosca al dialogo. Il ministro: “Ho incontrato Terry”

Battono i tamburi di guerra alla conferenza stampa annuale del ministero degli Esteri russo. Il capo della diplomazia del Cremlino Sergej Lavrov ha lanciato dure accuse all’Occidente rispetto alle responsabilità nella genesi del conflitto ucraino e all’evidente compartecipazione attiva nello stesso da parte dell’Alleanza Atlantica. Parole dure, che fortunatamente hanno lasciato spazio a una tenue apertura al dialogo che ancora potrebbe fermare un drammatico e imminente precipitare della situazione.

Il ministro degli esteri russo è partito dagli antefatti, caratterizzati da uno “sconsiderato allargamento” della Nato e dai "problemi" dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).

L’espansione incontrollata della Nato all’origine del disastro
"Avevamo proposto un patto per limitare l'espansione della Nato e creare uno status di sicurezza speciale per l’Ucraina, ma ci è stato detto che ogni Paese ha il diritto di unirsi (all’alleanza ndr.)”, ha ricordato Lavrov, menzionando le trattative sulla sicurezza avviate da Mosca a dicembre dello scorso anno, che chiedevano appunto di negare all’Ucraina l’ingresso nella Nato, bloccare l’espansione verso Est dell’Alleanza e riportare le infrastrutture militari alle posizioni del 1997. Punti che allora sono stati totalmente rigettati da Washington:

"L’8 dicembre dell’anno scorso - ha continuato Lavrov - Washington e l’Osce avevano una reale chance per la de-escalation, ma hanno scelto di non usarla. Non ci è rimasta altra scelta che lanciare l'operazione militare speciale per liberare la popolazione del Donbass".

Effettivamente si era sempre saputo che l’Ucraina sarebbe stato un probabile focolaio condizionato all’espansione dell’influenza statunitense fino ai confini russi. Questo è il motivo per cui, ricorda l’American Conservative, una bozza interna degli Stati Uniti del 1991 raccomandava di lasciare "la possibilità che l'Ucraina aderisca al programma di collegamento della NATO" per "un momento successivo". Nel 1993, il Regno Unito avvertì il consigliere per la sicurezza nazionale di Clinton, Anthony Lake, che "l'espansione della NATO per includere l'Ucraina avrebbe attraversato la più rossa delle linee rosse russe". In un altro episodio l'allora ambasciatore degli Stati Uniti in Russia William Burns, (ora direttore della Cia) riferì a Condoleezza Rice che "l'ingresso dell'Ucraina nella NATO è la più brillante di tutte le linee rosse per l'élite russa (non solo per Putin).... Devo ancora trovare qualcuno che vede l'Ucraina nella NATO come qualcosa di diverso da una sfida diretta agli interessi russi... La Russia di oggi risponderà".


guerra ucraina ima 1730438

© Imagoeconomica


La crescente partecipazione attiva dell’occidente alla guerra
Che dire poi delle recenti rivelazioni lanciate dal segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg, che ha ammesso come il sostegno militare dei Paesi della Nato all'Ucraina "non è iniziato nel febbraio di quest'anno. Nel 2014 nel centro di addestramento di Yavoriv, che è stato bombardato" dai russi nelle prime fasi della guerra, "ho visto militari canadesi e statunitensi addestrare militari ucraini". Ed è per questo che, quando la Russia ha lanciato l'invasione, "le truppe ucraine erano molto meglio addestrate, in grado di contrattaccare", aveva sottolineato Stoltemberg.

A questo proposito Lavrov è entrato nel merito, accusando gli Stati Uniti di "partecipare direttamente" al conflitto in Ucraina: una "minaccia esistenziale" che Mosca non può ignorare.

"Disattiviamo le strutture energetiche in Ucraina che consentono a voi, Occidente, di pompare armi letali in Ucraina per uccidere i russi. Quindi non dite che gli Stati Uniti e Nato non sono coinvolte in questa guerra: state partecipando direttamente. Non solo con la fornitura di armi, ma anche con l'addestramento del personale: addestrate l'esercito ucraino sul vostro territorio… la minaccia posta dagli Usa dall’Ucraina è non solo reale, ma esistenziale", ha affermato il ministro degli Esteri russo.

Washington pronta ad addestrare 2500 militari ucraini al mese
Nel merito, gli Stati Uniti hanno anche annunciato di valutare l’ipotesi di intensificare le attività di addestramento delle forze armate ucraine. Fonti anonime hanno riferito alla Cnn che Washington starebbe addirittura considerando la possibilità di addestrare fino a 2.500 militari al mese in una base militare Usa in Germania. Uno sviluppo significativo, se consideriamo che dall'inizio della guerra, gli Stati Uniti hanno addestrato solo qualche migliaio di soldati ucraini, concentrandosi soprattutto sulla necessità di insegnar loro a utilizzare specifici sistemi d'arma. Il nuovo modello di addestramento sarebbe invece molto più ampio e andrebbe a includere tattiche di combattimento e manovre di fanteria con il sostegno dell'artiglieria.

Per quanto riguarda l’Osce, è stata descritta come un’entità sempre più marginale e di secondo piano. "L’Occidente ha negato l'opportunità di farne un vero ponte con la Russia dopo la guerra fredda. Approfittando della superiorità numerica in questa organizzazione, l'Occidente ha cercato per molti anni di realizzarne la privatizzazione e, probabilmente, è più corretto dire che sta cercando di sequestrare l'Osce per soggiogare quest'ultima piattaforma per il dialogo regionale", ha accusato Lavrov.

L’inchiesta del New Yorker sulla partecipazione dell’intelligence Usa al conflitto
Ma non si esaurirebbe al semplice addestramento di personale militare, il sostegno occidentale alle azioni militari di Kiev. Un’inchiesta pubblicata dal Newyorker, rivelava, per esempio, che per l’affondamento dell’incrociatore russo Moskva, l’intelligence statunitense aveva fornito le coordinate all’esercito ucraino, che è stato dunque in grado di colpire lo scafo con i missili Neptune.

Nella stessa inchiesta veniva riportato che i satelliti statunitensi sono in grado di catturare istantanee delle posizioni delle truppe ovunque sulla terra, mentre gli aerei spia militari statunitensi, che volano lungo i confini, migliorano il quadro dei movimenti militari e consentono intercettazioni dell'intelligence delle comunicazioni tra i comandanti russi. “Dopo l'invasione, gli Stati Uniti e altri partner occidentali hanno condiviso molte di queste informazioni con l'Ucraina”, riportava il Newyorker, precisando come, attraverso queste azioni di intelligence, Kiev sia stata in grado di uccidere fino a otto generali russi.


kerry john ima 1671269

L'ex segretario di Stato americano, John Kerry © Imagoeconomica


La tenue apertura ai negoziati, gli incontri con John Kerry ed il ruolo marginale dell’Italia
Le conclusioni del ministro degli esteri russo sono state assai amare rispetto alla possibilità che l’occidente si possa nuovamente interessare a rispristinare in qualche modo il lavoro congiunto sulla sicurezza europea.

Da parte nostra non ci sarà alcun ripristino. Perché il ripristino significa ritornare alla situazione precedente. Ma questo non è possibile. Le precedenti relazioni tra Russia e Occidente non potranno essere ripristinate. La cooperazione con l'Occidente sulla sicurezza europea non potrà essere ripresa in un futuro prevedibile”, ha concluso l’alto diplomatico russo, precisando però che "se c'è interesse a negoziati, pronti ad ascoltare" e ha citato l'ex segretario di Stato americano John Kerry: "Ci siamo incontrati più di 50 volte, e adesso vedo in John una persona sinceramente interessata ai risultati e che aiuterebbe a risolvere i problemi insieme", ha evidenziato.

Diversa considerazione è stata posta nei confronti delle iniziative di pace dell’Italia e della Santa Sede. "Non ho sentito nessuna iniziativa dall'Italia, se non dalla Santa Sede, ma non ne ricordo dall'Italia stessa", ha affermato Lavrov. "Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha fatto dichiarazioni relative a idee indirizzate a cercare una soluzione in Ucraina, ma non ho sentito proposte concrete". Su Papa Francesco il capo della diplomazia russa è invece stato durissimo: "Chiede negoziati, ma ha anche fatto dichiarazioni incomprensibili, non cristiane, individuando due nazionalità della Federazione Russa in una categoria da cui ci si può aspettare crudeltà durante i combattimenti. La Russia, insieme ai buriati e ceceni, ha espresso la speranza che ciò non accada di nuovo. Il Vaticano ha detto che ciò non si ripeterà e che probabilmente c'è stato un malinteso, ma questo non aiuta né a risolvere il conflitto, né all'autorità della Santa Sede".

Alto rischio di guerra nucleare
Nel concludere la conferenza Lavrov ha infine accusato l’occidente di aver posto le basi di una possibile escalation incontrollata del conflitto con la sua partecipazione sempre più attiva alla guerra in corso: "Abbiamo una dichiarazione congiunta di Russia e Stati Uniti del giugno 2021, secondo cui una guerra nucleare non può essere vinta da nessuno, quindi non può essere scatenata. Eravamo pronti ad andare oltre e dire che non solo è sbagliato lanciare una guerra nucleare ma che qualsiasi guerra tra Paesi con armi nucleari è inaccettabile, perché anche se qualcuno pensa di iniziarla con mezzi convenzionali, il rischio di degenerare in una guerra nucleare sarà enorme… L'Occidente stesso, compresi gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia, sta facendo di tutto per aumentare la loro partecipazione quasi diretta alla guerra che conducono contro la Russia per mano degli ucraini. Questa è una tendenza pericolosa", ha avvertito.

Foto di copertina: it.depositphotos.com

ARTICOLI CORRELATI

Un mondo in guerra: Margherita Furlan intervista Giorgio Bongiovanni

Orsini: ''Investire tutte le risorse nella diplomazia prima che la Russia marci su Kiev''

I russi conquistano Andreevka e tentano di tagliare la linea dei rifornimenti ucraini

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos