Ad oggi sono 17 i giornalisti uccisi da sicari nel Paese quest’anno
I narcos uccidono un altro giornalista in Messico. Si chiamava Pedro Pablo Kumul. Al momento dell’attentato, il conduttore e giornalista si trovava alla guida del taxi mentre svolgeva il suo secondo lavoro, nella città di Xalapa, capitale dello stato di Veracruz, quando è stato intercettato da un altro veicolo con a bordo diverse persone, alcune di esse armate con fucili automatici di grosso calibro in mano, che gli hanno sparato a distanza ravvicinata provocandone praticamente la morte istantanea. Le autorità di polizia sono state subito informate di questo nuovo fatto di violenza e, quasi contemporaneamente, siamo venuti a conoscenza anche della scomparsa di un altro giornalista, Francisco Eusebio Hernández Elvira, che non veniva più rintracciato, né dai famigliari né da persone a lui vicine, da domenica scorsa.
Come una tragica litanìa, come un destino fatale e crudele riservato a chi esercita il giornalismo in Messico (che non a caso è considerato uno dei luoghi del pianeta a maggiore rischio per gli operatori della stampa) c’è stato l’ennesimo attentato contro la libertà di stampa e le vittime sono due colleghi che esercitavano la loro professione con onestà e coscienza.
Pedro Pablo Kumul lavorava per AX Noticias alternando l'attività con il lavoro di tassista. Dei sicari, che ovviamente dovevano eseguire degli ordini, lo hanno intercettato in una via pubblica e hanno scaricato le loro armi sulla sua persona al punto che Kumul, già agonizzante, ha perso il controllo dello sterzo ed il taxi si è scontrato contro un lampione dell'illuminazione pubblica.
In base a delle informazioni locali il giornale presso il quale lavorava ha condannato fortemente l'assassinio ed alcuni portavoce si sono espressi in questi termini sui social: “Esigiamo che le autorità statali ed il governatore Cuitláhuac García Jiménez indaghino a fondo sul crimine e identifichino i responsabili di questo atto vigliacco affinché non rimanga impunito come molti altri”.
Alcune statistiche rese pubbliche ci mostrano che, con la morte di Kumul, sono già 17 gli operatori della stampa assassinati dall’inizio dell’anno, cifra riferita dai mezzi di comunicazione messicani che, sfortunatamente, tengono una rigorosa contabilità di questi fatti, divenuti ormai una consuetudine nel paese fratello.
Giornalista scomparso
A questa nefasta realtà, subito dopo la morte di Kumul, siamo venuti a conoscenza di un altro grave fatto che riguarda un altro collega in Messico, sempre nello Stato di Veracruz. Si tratta del giornalista Francisco Eusebio Hernández Elvira di 41 anni, coordinatore della stazione radio comunitaria Azúcar FM.
Si è appreso che Hernández era assente dal suo domicilio, nella località di Nopaltepec, così come dai luoghi che lui normalmente frequentava, da domenica scorsa. Chi ha denunciato la scomparsa ha riferito alle autorità che nell’abitazione del giornalista è stato trovato senza vita il suo cagnolino; ciò fa supporre che persone estranee hanno fatto irruzione in casa e lo hanno portato via contro la sua volontà. L'ipotesi più accreditata, ovviamente, è quella del sequestro ma al momento non c’è stata alcuna comunicazione dai presunti sequestratori né è stato possibile rintracciare il giornalista, neanche in altri luoghi lontani dal suo luogo di residenza o di lavoro.
Il giornalista Francisco Eusebio Hernández Elvira
Da sottolineare, inoltre, che, conosciuto come “Paco”, è anche dirigente del Club di Giornalisti del Municipio di Isla.
Si ignora al momento di redigere questo articolo i motivi precisi del presunto sequestro benché non si esclude che la sua attività di giornalista è stata sicuramente determinante affinché persone dell'ambito criminale facessero irruzione nella sua casa per portarlo via in maniera violenta, uccidendo il suo cane che magari ha cercato di difenderlo. Familiari e poliziotti hanno rilevato che il suo appartamento era in totale disordine, forse perché gli intrusi cercavano della documentazione o perché il collega ha lottato disperatamente con loro per mettersi in salvo, senza riuscirci.
Tutta la comunità del Municipio di Isla vive ore di incertezza e con il passare delle ore, senza novità su dove si trova, la paura sulla sua integrità fisica aumenta a ritmo sostenuto.
In definitiva sia la scomparsa di Francisco sia l'assassinio del giornalista Pedro Pablo Kumul fanno parte della drammatica realtà che vivono quotidianamente gli operatori della stampa in diverse regioni del Messico.
Da Montevideo la nostra più potente condanna per questi due fatti e pretendiamo - come i colleghi messicani - che l'impunità non abbracci entrambe i casi. Questa rivendicazione e queste dichiarazioni di indignazione sono anche dei nostri colleghi della redazione Antimafia Duemila d'Italia la cui posizione è la nostra, specialmente quando si tratta di situazioni di questa natura.
Foto di copertina: Twitter @ruidoenlared
Foto interna: imagendelgolfo.mx