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Nel 2016 l’Alleanza ha iniziato a preparare Kiev alla guerra per creare “un movimento di partigiani”. Ma già nel 2014 Obama finanziò le forze armate per ristrutturarle

LA NATO sa e ha sempre saputo che prima o poi si sarebbe in qualche modo scontrata con Mosca dopo l’annessione russa della Crimea nel 2014. E sulla base di questa consapevolezza da otto anni finanzia e addestra truppe ucraine, regolari e non, allo scontro. A rivelarlo è il generale Mieczyslaw Bieniek, ex primo vice comandante strategico polacco dell’Alleanza Atlantica, che in un’intervista a Repubblica ha spiegato: “Le forze speciali ucraine sono state addestrate dal 2016 dalle truppe speciali della Nato. C’era grande consapevolezza che ci sarebbe stata l’invasione da parte della Russia, prima o poi”. Difatti, sono otto anni che l’esercito di Kiev, finanziato dall’Occidente, persegue in una guerra silenziosa la minoranza russofona presente nel Donbass, a sud del Paese; quindi ben prima della guerra esplosa il 24 febbraio con l’invasione delle truppe russe. Tutto questo senza considerare il fatto che la NATO da anni tenta di assorbire al suo interno l’Ucraina per completare il suo progetto di espansione verso Est, volto ad accerchiare e isolare la Russia. Ad ogni modo, il progetto di ristrutturazione delle forze di Kiev è partito nel 2014 quando la conquista russa della Crimea era avvenuta senza possibilità di un confronto militare, visto l’abisso, a livello militare, con le forze russe: l’esercito contava meno di 130.000 unità, di cui solo 7000 pronti a combattere. A ordinare il finanziamento dell’esercito ucraino fu l’amministrazione Obama. Lo stesso anno, come ricorda Il fatto Quotidiano, il Congresso degli Stati Uniti stanziò 291 milioni di dollari per riformare l’esercito ucraino. A conferma del grande numero di militari coinvolti nell’addestramento voluto da Obama ci sono le parole di qualche settimana fa del portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder: “Decine di migliaia di soldati ucraini hanno ricevuto addestramento dal 2014, il ritmo è accelerato in seguito all’invasione della Russia a febbraio. I membri del servizio Usa stanno fornendo ai soldati ucraini addestramento su vari sistemi d’arma che stiamo fornendo all’Ucraina”.
Nel 2014, dunque, dopo aver imposto le prime sanzioni a Mosca la Nato decise di sostenere Kiev nella creazione di un nuovo esercito, investendo sui gruppi paramilitari. Il generale Mieczyslaw Bieniek, Repubblica, ha parlato di addestramenti NATO volti a “creare un movimento dei partigiani”. Con buone probabilità questi “partigiani”, erano gruppi nazionalisti di nota ispirazione nazista come il battaglione Azov o altri come il battaglione Aidar. Gli stessi che si sono macchiati di crimini in Donbass e che la Russia ha combattuto e sconfitto nei primi tre mesi di guerra. Queste ed altre forze armate - ricordiamo che il battaglione Azov venne inglobato nella Guardia Nazionale, quindi riconosciuto a livello istituzionale - vennero addestrate dalla NATO, anche all’estero. Dal 2015 gli ufficiali statunitensi hanno partecipato agli addestramenti nella base di Yavoriv. Cinque battaglioni l’anno, tra i 2.500 e i 5 mila uomini, venivano formati a usare armi e strategie innovatrici della NATO, riporta oggi Il Fatto Quotidiano.
Alcune di queste strategie militari sono state adottate sul campo di battaglia anche in questi mesi: si ricordi la delega delle decisioni sul campo di battaglia per la quale le squadre sono autonome e possono agire seguendo una strategia comune, ma con tattiche diverse. Altra strategia atlantista è stata la spinta a una cultura nazionale del volontariato militare. Gruppi paramilitari, di cui la maggioranza di estrema destra, addestravano civili durante il fine settimana. Per farlo il governo forniva armi e attrezzatura, tutto parte degli aiuti militari della Nato. Così a febbraio, a ridosso della guerra, Kiev poteva fare affidamento su 210 mila soldati effettivi pronti al combattimento, più circa altrettanti volontari armati in gruppi paramilitari che sono stati integrati ai battaglioni esistenti, scrive ancora Il Fatto Quotidiano.
Hanno nascosto ovunque stazioni radio, munizioni, esplosivi, gli hanno insegnato come muoversi, organizzarsi, come comunicare. Sono stati addestrati con i mezzi più moderni di combattimento, rigorosamente difensivi: obici, sistemi antiaerei e anti missilistici”, ha riferito ancora il generale Mieczyslaw Bieniek nella sua intervista. Una preparazione specifica, di altissimo livello, che ricorda un po’ quella pensata per i membri di Gladio in Italia negli anni della Prima Repubblica che potevano godere dei vari arsenali, i “Nasco”, sparsi nel Paese. Il parallelismo potrebbe non essere poi così azzardato. Proprio sul punto infatti, alla vigilia dell’invasione russa, Carlo Jean, consigliere militare dell’ex premier Francesco Cossiga, aveva affermato che per Vladimir Putin attaccare l’Ucraina sarebbe stato “molto rischioso” perché questa “ha organizzato una difesa operativa del territorio simile a quella che era stata creata nei territori Nato e nei territori europei neutrali basata su una struttura ‘Stay behind’, quella che noi chiamiamo ‘Gladio’”.

Foto: it.depositphotos.com

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