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Proprietà off-shore che ricondurrebbero al presidente ucraino e che indicano i ruoli occulti della Dresdner Bank e della Deutsche Bank

‘Ndrangheta, società offshore, traffici di droga, armi e un intero sistema le cui articolazioni portano fino alla strage di Pizzolungo.
A stento riesce a trattenersi l’ex procuratore di Trento Carlo Palermo mentre traccia questa ‘linea rossa’ che allaccerebbe personalità politiche come il presidente ucraino, holding criminali e banche dedite al ‘trattamento’ di denaro proveniente da traffici illeciti.
Nell’ultima puntata della sua rubrica de ‘L’Altra storia d’Italia”, l’ex magistrato ha iniziato col dire che esistono “alcuni aspetti oscuri che emergono dalla guerra in Ucraina che sino ad oggi ci viene da tutti rappresentata come se fosse improvvisamente sorta nel 2022, nel mese di febbraio, quando è iniziata l'invasione". In realtà, secondo Palermo, “questa situazione è nata una decina di anni prima", cioè "prima del 2012".
Dalle analisi è emersa la presenza di "investimenti occulti degli oligarchi ucraini" presso società offshore, effettuati anche dallo stesso presidente ucraino Volodomyr Zelensky. Quest’ultimo, ha ricordato Palermo, ha acquistato per 3,8 milioni di euro una lussuosa villa a Forte dei Marmi la cui proprietà è di una società cipriota, la Aldorante Limited con sede a Nicosia, riconducibile appunto a Volodomyr Zelensky e alla moglie Olena Kyjacko, di professione architetto. Zelensky figura come direttore della Aldorante fino al 2019.
A cedere la residenza alla holding che porta alla famiglia Zelensky è stato alla fine del 2015 l’immobiliarista reggiano Tommaso Villirillo, attraverso la società San Tommaso Srl, costituita nel 2010. La villa era stata edificata dallo stesso Villirillo tra il 2013 e il 2015.
Esaminando gli atti dell’epoca, “cioè del 2010” ci si rende conto che alcuni elementi della “famiglia Villirillo e la loro operatività” costituiscono “oggetto di operazioni giudiziarie, in particolare di un’operazione che prende il nome di Aemilia", la famosa inchiesta sulla 'Ndrangheta in Emilia Romagna.
Palermo ha individuato anche alcuni collegamenti con personaggi coinvolti nell’indagine “denominata Duomo Connection", nome attribuito all'inchiesta condotta tra il 1989 e il 1990 dal pubblico ministero milanese Ilda Boccassini, insieme al giudice palermitano Giovanni Falcone, sulla penetrazione mafiosa a Milano.  "Tra questi personaggi, in particolare di Milano, collegati alle cosche calabresi, vi erano componenti della famiglia Carollo".
“Considerate che il principale, è più noto esponente di questa famiglia, Gaetano Carollo", vicecapo di Cosa Nostra legato alla famiglia palermitana di Resutanna, è stato "indicato anche per la strage di Pizzolungo dalla figlia di uno degli imputati".
Un collegamento diretto con le vicende di cui è stato protagonista Carlo Palermo già quarant’anni fa.
Tornando alle società offshore, l’ex magistrato ha spiegato che i flussi di denaro passano attraverso la Dresder Bank, con sede in Costa Rica, e la Deutsche Bank, già comparse nelle vecchie indagini svolte da Trento sui traffici di armi e droga nei primi anni ottanta.
Per quanto riguarda la Deutsche Bank il discorso è ancora più complesso e terribile perché compare in una indagine successiva, in particolare in cui si parla di “commerci di armamenti più pericolosi, e cioè quelli riguardanti tre ordigni nucleari".
"Vorrei ricordare che di queste operazioni, io sequestrai un'enormità di materiale che era targato NATO" perché "colui il quale era il principale personaggio, al quale sequestrai anche la documentazione di migliaia di documenti, si chiamava Glauco Partel Attilio ed era un agente della CIA e degli NSA, i servizi più segreti militari degli Stati Uniti e aveva un ‘nulla osta Cosmic NATO'". Alla fine a Carlo Palermo tolsero l'indagine perché era arrivato troppo vicino alla fonte del “potere italiano”.

La Rubrica "L'altra storia d'Italia" di Carlo Palermo

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