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Durante la presentazione del libro “Al di sopra della legge” molti interventi hanno rimarcato il problema delle mafie

Il consigliere togato al Csm Sebastiano Ardita, durante la presentazione del suo libro “Al di sopra della legge. Come la mafia comanda dal carcere” (Ed. Solferino) presso il Palazzo De Simone dell’Università del Sannio (nel beneventano,ndr), alla presenza dei ragazzi del Liceo Scientifico “Rummo” e del nuovo procuratore aggiunto di Benevento Gianfranco Scarfo, ha parlato di “pace sociale e di equilibrio tra sicurezza e trattamento”.

Con l’esperienza di chi ha avuto un ruolo di rilievo all’interno del DAP, Ardita, ha evidenziato l’importanza di garantire giustizia alle vittime oltre che ai loro familiari, soprattutto, attraverso un sistema capace di offrire valide alternative anche ai detenuti confinati all’interno dei penitenziari. “Il mondo dei diritti deve saper rispondere anche al mondo delle vittime - ha ribadito Sebastiano Ardita -. Io penso che bisogna dare risposte alla buona fede, all’onestà e alla voglia di combattere la mafia; bisogna affrontare anche la situazione in cui si trovano i detenuti che il più delle volte sono deboli e vanno tolti dalle braccia di Cosa nostra”.
Difatti, è proprio sul sistema carcerario che Ardita si è soffermato: “C’è stato un vuoto e un silenzio sulla questione carceraria, probabilmente perché non si conoscono le dinamiche - ha ribadito Ardita -. Quando qualcosa non si conosce è inevitabile che non ci sia nulla che possa servire a migliorare le condizioni del sistema penitenziario”.

Al dibattito hanno partecipato anche il sostituto procuratore di Napoli Liana Esposito che ha ribadito la necessità di dover mantenere sempre alta l’attenzione sulle mafie, il notaio Ambrogio Romano e la docente universitaria Tartaglia Polcini.

Fonte: Anteprima24.it

Foto © Deb Photo

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