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Ricorso di Franco Panzironi accolto dalla Cassazione, sarà celebrato il terzo processo d'Appello

Atteso nella giornata di ieri è giunto solo nella notte il verdetto della Seconda sezione penale della Suprema Corte - presieduta da Luciano Imperiali – che ha convalidato in via definitiva le condanne a dieci anni per l’ex Nar Massimo Carminati e a 12 anni e dieci mesi per il ras delle cooperative Salvatore Buzzi, come deciso dalla Corte di Appello di Roma il 9 marzo del 2021 nel secondo processo di appello, rigettando i ricorsi delle difese. Volge così al termine il capitolo giudiziario sul “Mondo di mezzo” (noto alle cronache anche come “Mafia Capitale”), il sistema criminale che ha condizionato gli appalti dei servizi di pubblica utilità dell'amministrazione di Roma Capitale sotto la 'direzione' dell'ex Nar e di Buzzi. L’indagine tra il 2014 e il 2015 ha portato all'arresto, in due esecuzioni di misure cautelari, prima di 37 imputati e poi di altri 44. Nel 2019 la Cassazione aveva cancellato le accuse di associazione mafiosa, derubricando l'intera vicenda ad associazione a delinquere semplice, pur riconoscendo la gravità dei fatti e i tentacoli che avvinghiavano ogni appalto. Così si è celebrato l'appello bis, con riduzione delle pene di primo grado - emesse nel settembre 2018 - che erano state pari a 14 anni e mezzo per l'ex Nar, e a 18 anni e 4 mesi per Buzzi.

L’arresto di Salvatore Buzzi dopo la sentenza
Ora per Carminati - che ha assistito all'udienza - potrebbe aprirsi la possibilità di usufruire delle misure alternative, mentre per Buzzi le porte del carcere si sono già riaperte questa mattina, per la parte residua di pena da scontare dopo la lunga carcerazione al 41bis. Dopo la condanna definitiva in Cassazione giunta ieri notte Salvatore Buzzi è stato arrestato a Lamezia Terme dai carabinieri del Ros con il supporto in fase esecutiva del personale del Gruppo Carabinieri di Lamezia Terme: probabilmente sarà trasferito nel carcere di Catanzaro. Il ras delle cooperative era destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Roma, a seguito della pronuncia della Suprema Corte che ha reso definitiva la condanna emessa il 29 marzo 2021 dalla Corte di Appello di Roma a 12 anni e 10 mesi di reclusione per i reati di associazione per delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di valori. Buzzi deve ora espiare la pena residua di 7 anni e 3 mesi di reclusione. L'unico imputato per il quale sarà celebrato il terzo processo d'appello è Franco Panzironi, il cui ricorso è stato accolto.

Le conclusioni sul sistema criminale del “Mondo di mezzo”
Piena condivisione, da parte della Procura della Cassazione rappresentata dalla Pg Lidia Giorgio, delle conclusioni sul sistema criminale del “Mondo di mezzo” - e sulla pubblica amministrazione vista e utilizzata come "una mucca da mungere" - tracciate dal verdetto dell'appello bis del 2021. Quanto al ruolo di Carminati, la Pg ritiene "congrua" la pena inflittagli considerata la "gravità della vicenda associativa accertata", consistita nell'inquinare "persistentemente e pesantemente, con metodi corruttivi persuasivi, le scelte politiche e l'agire pubblico dell'ente locale", ossia Roma capitale. La pena - secondo la Pg - è adeguata anche considerando il "ruolo apicale" rivestito da Carminati, e il suo "curriculum criminale". Pur a fronte della “riduzione” ad associazione semplice, i fatti, ha scritto la Pg Giorgio nella sua requisitoria ribadita in udienza, "permangono gravi". È stato sottolineato anche "il ruolo apicale di Buzzi”, e il suo contributo "nel pesante e grave inquinamento della cosa pubblica, il disinteresse per i controlli pubblici, il ribaltamento della logica del mondo delle cooperative". Oltre a Carminati e Buzzi, hanno fatto reclamo alla Cassazione altri sei imputati, ma solo per motivi “minori” inerenti le pene accessorie e la libertà vigilata. È stata eliminata dalla Cassazione la misura cautelare della libertà vigilata nei confronti degli imputati Carlo Pucci, Fabrizio Testa, Claudio Caldarelli e per Alessandra Garrone, moglie di Buzzi.

Il verdetto della Cassazione
"Nell'ambito del procedimento noto alle cronache come 'Mafia Capitale’, nella serata odierna, la Corte di cassazione ha deciso il ricorso presentato da Panzironi Franco, nei cui confronti ha annullato la sentenza della Corte di appello di Roma, con rinvio alla stessa per nuovo giudizio in merito al reato di cui agli artt. 110 e 416 c.p., ferma restando l'affermazione di responsabilità del medesimo già operata per gli altri reati di traffico di influenze e di turbativa d'asta - si legge in un comunicato della Corte sulla sentenza -; i ricorsi propositi da Pucci Carlo, Testa Fabrizio Franco, Garrone Alessandra, Di Ninno Paolo, Caldarelli Claudio, nei cui confronti ha annullato senza rinvio la medesima sentenza ma limitatamente all'applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata; ed ha integralmente rigettato i ricorsi proposti da Carminati Massimo e da Buzzi Salvatore. In sintesi, la Seconda sezione penale della Corte suprema, ha confermato le statuizioni sanzionatorie principali inflitte dalla Corte di merito ed operato limitati annullamenti, come sopra descritti, della decisione impugnata, emessa dalla Corte di appello in sede di rinvio".

Rielaborazione grafica by Paolo Bassani

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