Ieri in piazza Verdi a Palermo l’ex pg, candidato al senato con i 5Stelle, insieme all’ex premier Giuseppe Conte
“Pensavamo che le stragi del ’92 e del ’93 avessero segnato un punto di non ritorno anche per la politica, che si fosse stabilito un minimo etico per cui certi vizzi e certe trame del passato fossero chiuse, e invece non è così”. A dirlo è Roberto Scarpinato, l’ex procuratore generale di Palermo candidato al Senato in Sicilia e Calabria con i 5Stelle. L’ex magistrato è intervenuto assieme al leader del Movimento Giuseppe Conte in quella che è stata l’ultima tappa del tour elettorale del partito in Sicilia. Nel suo discorso, davanti a una folla di circa mille persone radunatesi sotto al palco montato in piazza Verdi, Scarpinato è tornato a denunciare la borghesia mafiosa e i politici che hanno avuto rapporti con esponenti di mafia e che ora si candidano alle elezioni regionali. “Li abbiamo condannati e sono tornati da protagonisti della politica e vogliono decidere il nostro futuro”, ha detto Scarpinato. “E ora che sono arrivati i fondi del Pnrr si sono messi il bavaglino e sono pronti a ritornare come prima all’assalto alla dirigenza, non glielo consentiremo. Andremo in Parlamento e non gli consentiremo di prendersi il nostro futuro e il nostro destino, basta!”, ha promesso l’ex magistrato.
L’ex procuratore generale (oggi in pensione) ha quindi rammentato la sua esperienza con la toga al Tribunale di Palermo affianco a Giovanni Falcone ma soprattutto a Paolo Borsellino.
“Abbiamo lottato contro poteri criminali potentissimi, un sistema di potere mafioso la cui forza principale era la borghesia mafiosa e para-mafiosa che è stata sempre l’asse portante degli equilibri politici di questo paese”, ha ricordato Scarpinato. “Riina e Provenzano non sarebbero stati nessuno senza la protezione del presidente del consiglio, dei senatori e dei colletti bianchi. Sarebbero stati dei volgari criminali e li avremmo arrestati in pochi decenni, e invece hanno imperversato grazie alla protezione di questi potenti e noi li abbiamo portati a processo per la prima volta nella storia di questo Paese”. L’ex pg ha quindi spiegato di nuovo agli elettori le ragioni che lo hanno convinto ad accettare la proposta fattagli di Conte di candidarsi con il suo partito. “Ho scelto il Movimento 5 Stelle perché è l’unico partito che ha messo al centro la questione della legalità, della lotta alla mafia e della lotta alla corruzione”, ha affermato.
“E’ stato l’unico partito che ha combattuto contro i colletti bianchi e per la giustizia di classe. Ho deciso di accettare questa candidatura perché la nostra democrazia è in crisi, ogni giorno che passa aumenta l’ingiustizia sociale, la diseguaglianza, la ricchezza del potere si concentra nei piani più alti della piramide sociale e ristretti gruppi di potere programmano di svuotare la costituzione e di creare un nuovo ordine politico. E stiamo perdendo terreno anche sul piano della mafia”. E ha aggiunto: “Questo è un momento di decidere, un momento difficile per la nostra democrazia, nessuno può restare a casa. Tutti sono chiamati a scendere in campo e mobilitarsi contro il pericolo di una nuova dittatura. Io ho fatto la mia scelta e ognuno deve essere chiamato ad assumersi le proprie responsabilità. Chi resta a casa a guardare con indifferenza e disillusione deve sapere che andrà a dormire da cittadino ma può svegliarsi da suddito”, ha concluso.
Foto © ACFB
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