Il fratello di Francesca Morvillo intervenuto alla prima di “Maggio a Palermo”, nuovo libro sulla sorella
“In questi 30 anni siamo andati avanti con tante belle manifestazioni di ricordo e memoria. Però nella sostanza la lotta alla mafia nelle vere esigenze che questo problema presenta a tutti ha fatto molto poco. Anzi viviamo un momento in cui la città di Palermo fa passi indietro tanto che ama convivere con personaggi notoriamente vicini alla mafia”. Sono le parole di Alfredo Morvillo, per 40 anni magistrato nonché fratello di Francesca Morvillo (magistrata anch’essa e moglie di Giovanni Falcone), raggiunto dai nostri microfoni ieri pomeriggio a Palermo a margine della prima presentazione del libro “Maggio a Palermo. Una storia per Francesca Morvillo” (Ed. Einaudi Ragazzi). Organizzata dalla “Libreria Tante Storie” (di Giuseppe Castronovo), all’evento era presente anche l’autrice Gilda Terranova, insegnante di lettere presso una scuola secondaria di primo grado del Capoluogo, e Leonardo Guarnotta, ex magistrato del pool antimafia di Palermo di Antonino Caponnetto.
Da sinistra: il libraio Giuseppe Castronovo, l'ex magistrato Alfredo Morvillo e l'autrice Gilda Terranova
“Fino a quando Palermo non riuscirà a capire che se si vuole fare la lotta alla mafia bisogna adottare una linea di intransigenza e di chiusura a tutto ciò che ha il più lontano sapore di mafia, saranno inutili le parole - ha continuato l’ex Procuratore di Trapani Alfredo Morvillo, da due anni in pensione -. A Palermo, in questo momento, lotta alla mafia non c’è, al contrario vi è una grande volontà di convivere con ambienti notoriamente vicini alla mafia”. Morvillo parla di una borghesia mafiosa che avanza e si fa forte in politica. “Il compromesso con gli ambienti mafiosi continua ad esistere - ha detto -. Le parole di Paolo Borsellino sono cadute nel vuoto quando lo stesso più volte ha sottolineato che la lotta alla mafia non è soltanto un fatto di repressione ma un modo di vivere, un fattore culturale, di rifiuto al compromesso, alla collusione e alla convivenza con certi ambienti così da respirare il fresco profumo di libertà e diritti. Queste belle parole di Borsellino sono cadute nel vuoto perché tanti palermitani non intendono assolutamente chiudere con questi compromessi, con questi ambienti notoriamente in odore di mafia”.
L'intervento di Leonardo Guarnotta, ex magistrato del pool antimafia di Palermo
Ecco perché raccontare la storia di chi, come Francesca Morvillo, ha sacrificato la vita per contrastare le mafie. “È fondamentale informare i più giovani rispetto a tutto ciò che è successo per sperare che un domani si possano formare delle coscienze che rifiutino tutto ciò che ha il sapore di mafia e rifiutino di convivere con certa gente come sta avvenendo oggi”, ha concluso il fratello parlando del libro. Un libro di narrativa per tutte le età, che narra la storia di una donna, del suo coraggio e della determinazione nel sostenere il marito nella sua battaglia. Francesca Morvillo, appunto, unica donna magistrato vittima di mafia: un esempio straordinario di impegno, amore e coraggio che, come suggerisce l’autrice, “meritano di essere raccontati”. “Non dobbiamo dimenticare che magistrata straordinaria è stata Francesca Morvillo - ha continuato Gilda Terranova -. Non dobbiamo condannare all’oblio la sua memoria, anzi vanno ricordate le scelte scomode che ha intrapreso nella sua vita”.
Foto © ACFB
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